La “soluzione finale degli ebrei” fu pianificata il 20 gennaio 1942

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Il programma diabolico quanto illusorio messo in atto da Hitler, deciso a Wannsee, finì con il suicidio del Fuhrer, quello di Himmler e con la rovina della Germania

77 anni fa, martedì 20 gennaio 1942, alle 10 di mattina sedici alti rappresentanti dello stato nazista e alcuni ufficiali si ritrovarono in un edificio di Wannsee, fuori Berlino, per pianificare la “soluzione finale della questione ebraica in Europa”. Erano presenti Heinrich Himmler braccio destro di Adolf Hitler che fungeva da presidente della seduta, Adolf Eichmann che avrebbe steso materialmente il verbale, una stenografa della quale non si seppe mai chi fosse, Reinhard Heydrich capo della RSHA – Servizio di Sicurezza nazista – che aveva invitato tredici persone che per il loro ruolo rappresentavano i principali organismi del Terzo Reich.

Erano tutti soggetti che si erano distinti per il loro zelo e la loro efficienza nell’eseguire ordini come Heinrich Muller capo della Gestapo; Otto Hoffmann dell’Ufficio Razza e immigrazione; Friedrich Schongarth che comandava il servizio di informazioni delle SS nel Governatorato Generale di Polonia; Rudolf Lange che svolgeva lo stesso incarico ma in Lettonia e che aveva ucciso circa 35.000 ebrei nel Paese. Gerhard Klopfer partecipava a nome della Cancelleria del Partito, mentre Wihlelm Kritzinger era presente per la Cancelleria del Reich. Anche i ministeri più importanti erano rappresentati da: Wihlelm Stuckart per l’Interno, Alfred Meyer e Georg Leibbrand per il ministero dell’Est, Martin Luther per gli Esteri, Roland Freisler per la Giustizia, Erich Neumann per l’ufficio del Piano dei quattro anni, Josef Buhler, infine, rappresentava il Governatorato generale di Polonia.

La riunione durò circa un’ora e trenta e fu qui che fu pianificata l’esecuzione in massa di ebrei e di altre persone in tutta l’Europa conquistata dai nazisti. L’eliminazione in realtà era già cominciata subito dopo l’occupazione della Polonia ed era proseguita in scala maggiore, dopo l’invasione dei Paesi Baltici fino all’Ucraina. Ne erano stati massacrati più di un milione con la partecipazione della popolazione locale, gli Einsatzgruppen, che erano formazioni di SS che agivano nelle retrovie dei territori conquistati dalla Wehrmacht. Himmler, assistendo a una fucilazione, fu investito da schizzi di cervello di uno dei tanti sventurati e svenne per il disgusto. Decise quindi che si doveva ricorrere a mezzi più rapidi ed efficienti. Occorreva far presto per liquidare una razza che il Fuhrer definiva responsabile di tutte le disgrazie del popolo germanico. Si definirono in questa “conferenza” quelli che dovevano essere le direttive: eliminazione fisica degli ebrei in tempi ragionevoli, questo compito fu assegnato alle SS, il coordinamento e il concorso di tutti gli altri organi dello Stato. Heydrich si accollò il compito di individuare, catturare e trasportare gli ebrei dell’Europa occupata nei campi di sterminio. Per questo genocidio programmato si costruirono molti campi.

Tra il 1943 e il 1944 tutti insieme produssero oltre due milioni di morti non solamente nelle camere a gas ma anche per fame e malattie. Solo ad AuschwitzBirkenau la macchina collaudata eliminava diecimila persone al giorno. Quella mattina del 20 gennaio 1942 fu Adolf Eichmann a redigere il verbale della seduta. Ne dette copie ai partecipanti con l’ordine tassativo di distruggerle subito ma una copia di queste scampò all’incenerimento, e recuperata nel 1947 dagli alleati. Due anni dopo questo documento fu presentato come prova nell’ambito del processo celebrato contro alcuni funzionari nazisti di medio livello, e divenne prova schiacciante nel 1960 – 1961 quando Adolf Eichmann  fu processato a Gerusalemme.

La Conferenza di Wannsee dimostrò come lo sterminio di creature innocenti fosse diventato una attività di ordinaria amministrazione, priva di contenuti etici, con zelanti burocrati che cercarono con la loro diabolica efficienza di ingraziarsi Hitler. Heydrich definito il Boia di Boemia morì per una setticemia a maggio del 1942 dopo che era stato ferito. Eichmann portato in Israele dall’Argentina ove si era rifugiato, rievocò nel suo processo davanti al mondo la Conferenza di Wannsee. Condannato a morte fu impiccato poco prima della mezzanotte del 31 maggio del 1962 in una prigione di Ramla. Prima di morire si era “scolato” mezza bottiglia di Carmel un vino rosso secco israeliano.

 

Giancarlo Cocco

Foto © Scrapbookpages.com

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Giancarlo Cocco
Laureato in Scienze Sociali ad indirizzo psicologico opera da oltre trenta anni come operatore della comunicazione. Ha iniziato la sua attività giornalistica presso l’area Comunicazione di Telecom Italia monitorando i summit europei, vanta collaborazioni con articoli sul mensile di Esperienza organo dell’associazione Seniores d’Azienda, è inserito nella redazione di News Continuare insieme dei Seniores di Telecom Italia ed è titolare della rubrica “Europa”, collabora con il mensile 50ePiù ed è accreditato per conto di questa rivista presso la Sala stampa Vaticana, l’ufficio stampa del Parlamento europeo e l’ufficio stampa del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2010 è corrispondente da Roma del quotidiano on-line delle Marche Picusonline.

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