Entra in Vigore il JEFTA l’accordo di libero scambio tra l’Ue e il Giappone

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Il primo accordo quadro bilaterale concluso porterà a nuovi vantaggi per il commercio, in particolare l’agroalimentare, il tutto in una cornice di reciproca tutela

L’accordo firmato il 17 Luglio 2018 a Tokyo tra Jean-Claude Juncker, Donald Tusk e il primo ministro iapponese Shinzō Abe è entrato in vigore il 1 Febbraio 2019. L’intesa ha dato il via libera alla nascita di una delle più grandi aree di libero scambio di merci e dati al mondo, che coinvolge oltre 630 milioni di persone e rappresenta circa un terzo del Pil mondiale.

I Vantaggi dell’accordo

Ogni anno l’Ue esporta in Giappone oltre 58 miliardi di euro in beni e 28 miliardi in servizi. Il nuovo accordo di partnership economica elimina dazi dal valore di 1 Miliardo di euro, che gravano sulle imprese dell’Unione europea che esportano in Giappone. Con la piena attuazione dell’intesa, il 97% dei dazi sulle merci importate dall’Ue sarà soppresso dal Giappone. Inoltre, saranno rimossi gli ostacoli tra i principali esportatori di agroalimentare dell’Unione europea e i 127 milioni di consumatori giapponesi, ciò aumenterà le opportunità di export anche in molti altri settori. In aggiunta l’accordo elimina una serie di ostacoli tecnico amministrativi, approvando le norme internazionali sugli autoveicoli. La Commissione europea stima che con l’accordo a pieno regime, gli scambi commerciali tra l’Ue e il Giappone potrebbero aumentare di quasi 36 miliardi di euro all’anno. In più l’Unione europea e il Giappone in tema di norme per sviluppo sostenibile, hanno sottoscritto per la prima volta un impegno specifico per l’attuazione dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.

Punti chiave dell’accordo

Sul fattore delle esportazioni agroalimentari dall’Ue, l’accordo garantirà in particolare:

  • l’eliminazione dei dazi giapponesi sulla maggior parte dei formaggi, (attualmente al 30%) e sulle esportazioni di vini (attualmente al 15%);
  • la possibilità dell’Ue di aumentare in modo consistente l’esportazione di carni bovine verso il Giappone, mentre per quanto riguarda le carni di maiale, il commercio sarà esente da dazi per le carni trasformate e quasi esente da dazi per le carni fresche;
  • la protezione in Giappone di oltre 200 prodotti agricoli europei di alta qualità (45 delle quali made in Italy), le cosiddette indicazioni geografiche (IG) e la reciproca protezione nell’Ue di una serie di IG giapponesi.

L’accordo garantisce altresì l’apertura dei mercati dei servizi, in particolare i servizi finanziari, del commercio elettronico, delle telecomunicazioni e dei trasporti.

Inoltre

  • agevola l’accesso delle imprese dell’Ue ai mercati degli appalti di 54 grandi città giapponesi ed elimina su scala nazionale, gli ostacoli esistenti negli appalti in un settore economicamente importante come quello ferroviario;
  • prevede per specifici settori sensibili dell’Ue, come quello automobilistico, periodi di transizione della durata massima di 7 anni prima della soppressione dei dazi doganali.

Sulla questione della protezione dei dati, lo scorso 23 gennaio l’Ue e il Giappone hanno adottato decisioni volte a consentire la circolazione libera e sicura dei dati personali tra i due partner, concordando di riconoscere come “equivalenti” i rispettivi sistemi di protezione dei dati.

In aggiunta il JEFTA, contiene anche un ampio campo sul commercio e sullo sviluppo sostenibile, include elementi specifici di semplificazione per le piccole e medie imprese, fissa standard molto elevati in materia di lavoro, sicurezza e tutela dell’ambiente e dei consumatori. Rafforza gli impegni dell’Unione europea e del Giappone a favore dello sviluppo sostenibile nella lotta ai cambiamenti climatici e tutela pienamente i servizi pubblici.

Situazione Italiana

Per quanto riguarda il Belpaese, secondo quanto evidenziato dall’ambasciatore Giorgio Starace su Facebook, l’accordo apre «enormi opportunità per le aziende italiane» in settori produttivi di eccellenza del Made in Italy. L’agroalimentare con prodotti come aceto balsamico, formaggio Asiago, fontina ne beneficia maggiormente, ma anche il fashion, il design e «tutti gli ambiti in cui l’Italia eccelle». Inoltre, evidenzia l’esigenza di informare ed accompagnare le aziende attraverso le nuove opportunità che si aprono. Per questo motivo, L’Ambasciata d’Italia a Tokyo fornisce sul suo sito le informazioni necessarie per orientarsi con le nuove procedure.

In Italia ci sono pareri contrastanti sull’accordo. Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti vede un futuro prospero, osservando che la soppressione dei dazi potrebbe portare in pochi anni al raddoppio del fatturato agroalimentare Ue, inoltre vede positivamente il riconoscimento di 45 Dop e Igp italiane «Un numero da incrementare» sostiene, ma che vede come un buon punto di partenza. Di tutt’altro avviso invece la Coldiretti, secondo cui l’intesa Ue-Giappone non solo non tutela i prodotti italiani ma anzi legittima la pirateria alimentare. «Il punto è che»– spiegano alla Coldiretti – «da un lato i marchi italiani tutelati sono pochissimi, appena 18 del food e 28 di vini e alcolici. Ma soprattutto l’intesa consentirà che su quel mercato possano giungere imitazioni e falsi made in Italy prodotti altrove».

 

James Sekitoleko

Foto © Investire oggi, European Union, The post Internazionale, Eunews

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James Sekitoleko
Cittadino italo-ugandese nato a Roma, Da sempre interessato ai temi della politica, dell’ambiente e soprattutto dell’innovazione digitale che sta cambiando profondamente i modi di vivere nella nostra società. Osservatore attento di Europa ed Unione europea. Persona curiosa a 360 gradi, coinvolto in varie realtà associative.

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