Raisa Ambros debutta a Los Angeles con la prima mostra personale

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Dopo dieci mostre internazionali collettive, arriva la chiamata per la stARTup Fair 2020, progetto che scopre gli artisti indipendenti di maggior talento

Ci sono due “Venezie” nel futuro prossimo di Raisa Ambros, artista in rampa di lancio, storica collaboratrice di Eurocomunicazione. La Venezia vera e propria, dove esporrà per un mese nel corso del Carnevale a partire dal 13 febbraio, e la “Venezia” californiana, la celebre Venice Beach, uno dei quartieri che dà a Los Angeles lo sbocco sul mare. Qui, dal 14 al 16 febbraio, si terrà la sua prima mostra personale.

Dopo la partecipazione a numerose rassegne europee che hanno riunito diversi artisti, Raisa Ambros sbarca Oltreoceano, coronando un altro sogno. Il suo stile astratto è particolarmente apprezzato negli Stati Uniti, come ha già potuto verificare dal consenso sui social in vari gruppi di settore. Non a caso, prima di Los Angeles, la Ambros farà tappa a New York per incontrare curatori e potenziali clienti, senza perdere l’occasione di visitare alcuni tra i musei più importanti del mondo, dove sono custoditi patrimoni immortali dell’umanità.

Il grande passo verso gli States arriva grazie alla candidatura per la stARTup Art Fair 2020, un progetto unico nel suo genere, che punta a scoprire gli artisti emergenti e indipendenti di maggior talento. Il direttore e co-fondatore Ray Beldner ha lavorato per venti anni nell’insegnamento artistico e nel marketing e da artista ha esposto in decine di mostre personali e in centinaia di mostre collettive, nazionali e internazionali. Alcune delle sue opere sono ospitate in vari musei e collezioni private.

Nonostante venissero privilegiati gli artisti locali, la Ambros riesce a passare l’ostacolo e superare le selezioni eseguite da un esigente comitato, composto da artisti, galleristi e curatori di fama internazionale. «Ero molto emozionata quando l’ho saputo», dichiara Raisa, entusiasta per l’ammissione a un evento tanto importante che vede anche la partecipazione di colleghi britannici e olandesi. Lei, pur trapiantata da diversi anni nel Regno Unito, sarà l’unica a rappresentare Moldavia, Romania e Italia, tutti i Paesi in cui ha vissuto.

Ora la Ambros si affaccia su questo nuovo palcoscenico, impreziosito dalla location. L’Art Fair si terrà infatti in un lussuoso hotel alla moda decorato in stile contemporaneo e che si affaccia sulle rive del Pacifico. Ogni artista selezionato avrà a disposizione una camera d’albergo nella quale esporre, dando l’impressione di aver ricreato il proprio studio o laboratorio. Raisa porterà una trentina di opere (alla suite 308), che potranno anche essere vendute direttamente al pubblico. In pochi giorni sarà possibile entrare in contatto con collezionisti, galleristi, designer e curatori più di quanto si riesca normalmente in un anno.

Raisa Ambros è stata sempre affascinata dall’arte astratta, linguaggio con cui riesce a comunicare idee, concetti, stati d’animo. Le sue opere hanno la peculiarità di poter essere appese in tutte le posizioni, raccontando ogni volta una storia completamente diversa. Perché a seconda del posizionamento si possono scoprire nuovi dettagli, collegamenti, combinazioni cromatiche. Tutto nasce dal colore, dalla sensazione di energia che questo (o meglio, questi) trasmettono nelle loro composizioni armoniche. Infatti, in molti hanno scelto la sua arte come terapia.

Dalla sperimentazione di più stili astratti sono nate opere per tutti i gusti: dai dipinti più grandi, adatti ad arredare case o uffici alla moda, a quadri più piccoli che potrebbero addirittura essere applicati sugli oggetti per ottenere una gadgettistica personalizzata. Il pubblico ha spesso riscontrato similitudini con grandi artisti, ma lei ha scoperto il proprio stile, che ora è il momento per consolidare continuando a migliorarlo e a farlo evolvere.

Per quanto riguarda la tecnica, la Ambros ha iniziato con gli acquarelli per passare all’acrilico, ora è in corso una transizione verso l’olio. Ma più importante ancora è lo stato d’animo con cui si lavora, l’esigenza di tirar fuori l’appagamento. Per arrivare a questo è stato necessario un percorso di crescita personale, capire che non è necessario aspettarsi che la felicità arrivi solo dagli altri, ma che serve un processo che porti a un pensiero positivo autonomo. Qui è arrivata la rivelazione, la comprensione che la strada da seguire sta nella pittura, che consente uno scambio reciproco tra arte e artista.

Quando Raisa crea, il tempo diventa relativo. Notti insonni ma senza sforzi, tanto è assorbita dalla pittura, dai colori e le figure che scaturiscono naturalmente nelle opere. Per questo, per seguire e assecondare il flusso, bisogna cercare di finire il lavoro finché dura quel momento, quel tipo di ispirazione. Non è una cosa che si improvvisa, serve innanzitutto un totale stato di isolamento, dagli altri, dalle preoccupazioni, dalla tecnologia a portata di mano che ci distrae. Con la giusta concentrazione si può raggiungere lo stato mentale adatto, zen, in cui l’ispirazione scorre e si visualizza il movimento che dà vita al lavoro. Chiaramente, ogni volta le circostanze di partenza devono essere diverse ma se non si ha come base un’energia positiva pura, si trasmetteranno allo spettatore stress o depressione.

Spesso bisogna agire di istinto, la vernice in acrilico, ad esempio, si asciuga rapidamente. Non vuol dire che però non ci siano stati lavori che abbiano richiesto un maggiore tempo, per raggiungere un risultato soddisfacente. Per alcune opere ci sono voluti anche sei mesi affinché venisse trovato il giusto equilibrio.

Solitamente il pubblico rimane affascinato dalla gamma di colori e dalla potenza espressiva. Chi si immerge nell’opera dà una sua visione diversa e questo gratifica molto la Ambros. «Per me è importante capire come ti fa sentire il mio lavoro, se riesce a cambiarti l’umore o la visione».

Arrivare a certi risultati non è stato però facile. Tra lo studio teorico dell’arte e i primi tentativi di approccio stilistico personale sono passati quasi 25 anni, in cui la Ambros ha vissuto fuori dalla sua Moldavia, studiando, lavorando, investendo sul futuro, scegliendo la destinazione che in un determinato periodo potesse darle più opportunità. Anche se questo comportava dover imparare una nuova lingua, usanze, mentalità, cambiare amicizie, in una parola integrarsi. Ma come suggerisce lo scrittore Paulo Coelho ne L’Alchimista, anche se il talento, la vocazione sono dentro di te, percorrere tanta strada è inevitabile e quindi molto utile come lezione di vita.

Nata a Calugar nel distretto di Falesti, Moldavia, inizia il suo percorso formativo a Soroca, dove frequenta il corso di arti plastiche per quattro anni al College di Pedagogia, contemporaneamente studia musica. Poi si specializza all’Accademia di Teatro e Cinema in Romania, quindi entra a far parte di un progetto innovativo con studi su suono, sceneggiatura, regia, recitazione, critica, copywriting e Linguaggio plastico, lezioni di pittura con il professore Mihai Bandac. Nel 1996 espone, in una mostra collettiva nelle sale della facoltà, il suo storyboard con le sequenze di un film, distinguendosi per aver realizzato il ritratto del personaggio in tonalità di blu.

Da lì frequenta corsi privati organizzati da artisti professionisti provenienti da mezza Europa, ma il suo mentore rimane il pittore Mihai Bandac, che il famoso saggista, poeta e scrittore Nichita Stanescu definì come il più grande colorista rumeno. Il legame con Bandac è molto forte, tanto che tuttora Raisa ricorre a consigli e indicazioni di quello che non esita a descrivere anche come un «insegnante dell’anima», un decano dell’insegnamento che ha formato decine e decine di giovani studenti oggi pittori riconosciuti a livello internazionale.

Già premiato alla biennale di Cagnes-sur-Mere con il riconoscimento nazionale per la Romania, Bandac ha incontrato spesso i favori di critici internazionale come Giulio Carlo Argan, ma anche la censura del regime dell’epoca, che lo ha considerato un “nemico”. Dopo il crollo del comunismo nel 1989, riesce a trascendere definitivamente i confini nazionali e grazie a iniziative private partecipa a una serie di mostre di altissimo profilo in Olanda, Francia, Germania, Italia. Due anni dopo, Radway Jackson lo include nell’indice visuale di firme e monogrammi degli artisti più famosi di tutti i tempi. Il ciclo di Bandac “Le Stagioni” è nella storia dell’arte rumena come espressione di unità del concepimento asservito da importanti mezzi estetici.

Tornando alla Ambros, dopo tanto studio ed esperienze in giro per l’Europa, arriva a Londra. Mostra i primi dipinti a un curatore della capitale britannica e qui capisce che deve finalmente iniziare a concentrarsi sulla pittura, lasciando perdere tutto il resto. Il 2019 è dedicato all’arte e i risultati arrivano presto.

Viene notata dalla galleria parigina Événementielle, che la invita alla sua prima esposizione assieme ad artisti internazionali. Nel giro di pochi mesi, da ottobre a oggi, partecipa a dieci mostre collettive, quattro a Parigi, tre a Londra, poi a Praga, Atene – grazie alla galleria londinese Art Number 23 – e a breve Venezia, alla Ca’ Zanardi, scovata dalla piattaforma Itsliquid. Finalmente da qui arriva anche l’invito per uno spazio personale negli Stati Uniti.

Tra i primi a credere alle potenzialità di Raisa c’è l’ambasciata del suo Paese, la Moldavia, attraverso il responsabile degli Affari Vladimir Chirinciuc, presente con la moglie Galina alle prime mostre e colpito dalle forme astratte e i colori vivaci già dalle opere di esordio.

«Entrambi i dipinti esposti a Parigi, Defaced e Allegro, impressionano per le forme astratte e i colori vividi», scrive Chirinciuc, «credo che questi lavori abbiano grande valore artistico e siano stati creati dall’incontro di astrattismo e fauvismo, dando un’incredibile energia. Non sono un pittore né un critico, ma secondo il mio modesto parere si può vedere e sentire la sua arte, influenzata dalla luce del Mediterraneo», filtrata dal «profondo della sua anima».

I segreti del successo della Ambros stanno nel non aver mai avuto paura di rischiare, cambiando in corsa diversi aspetti della propria vita, dimostrando che non è mai troppo tardi per iniziare fasi radicalmente diverse. L’importante è tenere bene a mente la rotta, trasformando il talento in un’attività. Altrettanto decisivo è il duro lavoro, imparare dagli errori e rialzarsi in fretta, senza perdere la fiducia in sé stessi, costruendo solide basi e continuando a investire su di sé. Così, è la sua ricetta, ci si può affermare ovunque nel mondo.

Dalla cultura anglosassone ha imparato diverse lezioni: mai investire in una sola cosa; cogliere le opportunità al momento giusto, perché potrebbero non ricapitare; niente è eterno, per cui bisogna fruirne al massimo. Dalla Moldavia ha ricevuto energia, talento, bellezza d’animo, dalla Romania l’educazione a massimi livelli, dall’Italia ha appreso come rimanere sé stessa, fedele ai valori.

Cosa aspettarsi dagli Stati Uniti, ora? Sicuramente stringere contatti con addetti ai lavori, appassionati e colleghi da tutto il mondo, scambiandosi esperienze. Da qui, sviluppare i progetti del nuovo anno, preparare le nuove mostre che la porteranno a Parigi, Milano, Roma, Londra, Mosca, Budapest, Chisinau e Bucarest. Ma un sogno americano resta, solo che è dall’altra parte del Paese: esporre a New York.

E visti gli obiettivi già raggiunti, bisogna credere che ce la farà. Ad esempio è già stata la prima moldava a diventare giornalista in Italia, iscrivendosi all’albo del Lazio, probabilmente anche la prima moldava a fare lo stesso percorso in Gran Bretagna. È stata anche inclusa nell’elenco delle 800 donne più influenti della Moldavia e ha esposto contemporaneamente in quattro mostre internazionali, a ottobre 2019 e poi a gennaio di quest’anno.

Oltre a quello del pubblico, è arrivato il sostegno anche da importanti personalità. Lo sceneggiatore britannico Gary Wright ha sottolineato «le trascendenti meditazioni sul colore, il simbolismo e il concettualismo astratto». Grazie al controllo del colore «ordina con intelligenza il caos della creazione», come sarebbe «una nuvola se venisse catturata». «I suoi lavori sono pieni di pura energia cosmica», ha aggiunto il vice cancelliere dell’Arcidiocesi di Ottawa, Canada, Louis Fohssie.

Grazie alla rete di conoscenze Raisa Ambros ha creato una sua considerevole fetta di mercato, soprattutto tra Italia e Regno Unito. Le sue creazioni sono in vendita su siti specializzati e visibili sul suo sito www.raisaambros.com

 

Angie Hughes

Foto © Carlo Belincampi, Raisa Ambros, Prof. Mihai Bandac

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Angie Hughes
Scrivere in italiano per me è una prova e una conquista, dopo aver studiato tanti anni la lingua di Dante. Proverò ad ammorbidire il punto di vista della City nei confronti dell'Europa e delle Istituzioni comunitarie, magari proprio sugli argomenti più prossimi al mio mondo, quello delle banche.

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