Fake news e coronavirus: come difendersi dalla disinformazione

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Fake news coronavirus come difendersi

Tante (troppe!) le notizie false che circolano sul covid-19, ecco gli strumenti utili e le fonti affidabili

Le fake news sul coronavirus sono, non solo fuorvianti, ma anche pericolose. Tantissime notizie circolano, facilmente e velocemente, nel “mare” del web. I canali di comunicazione digitali, tra cui spiccano quelli social, permettono a tutti di divulgare informazioni e condividerle. Purtroppo queste informazioni non sono sempre verificate.

La libertà di espressione dovrebbe finire dove inizia la verità, altrimenti la disinformazione continuerà a dilagare. Chi fa informazione deve smentire le menzogne divulgate e fare le doverose precisazioni per quelle notizie decontestualizzate e fuorvianti. Le false notizie sul nuovo coronavirus SARS-CoV-2  creano molti allarmismi e ulteriori preoccupazioni, come se non bastasse la paura dell’epidemia in sè e la grande quantità e varietà delle sue conseguenze a breve, medio e lungo termine.

Non è semplice mettere un’argine alla disinformazione, ma è importante soprattutto in ambito sanitario. Non è il caso di affidarsi a fonti poco autorevoli, ai motori di ricerca o ai social network. Il Covid-19 ha portato a un’emergenza sanitaria di portata mondiale su cui è necessario avere le idee più chiare possibili. Anche perché oltre alle fake news si diffondo altri tipi di messaggi fuorvianti, allarmisti o complottisti.

Notizia vera, ma…

Oltre alle false notizie ci si confronta con notizie vere, ma ingannevoli, che danno spazio a interpretazioni distorte di alcuni fatti. Ad esempio:

  • la puntata del TG Leonardo andata in onda nel 2015 e diventata virale sui social, grazie anche alle condivisioni da parte di Giorgia Meloni e Matteo Salvini su Facebook. In realtà non c’è alcuna prova che il SARS-CoV-2 sia collegabile a quella ricerca scientifica pubblicata su Nature Medicine ed è proprio l’autorevole rivista medica che riprende l’argomento pubblicando un articolo in cui gli autori dello studio concludono: «non crediamo che qualsiasi tipo di scenario di laboratorio sia plausibile».
  • La foto delle macchine in coda a Pasqua sono vere, ma il traffico nei pressi di Roma e Milano era provocato dai controlli al fine di contenere l’epidemia. Lo dimostrano i numeri dei controlli e le multe, a Roma 100 sanzioni su 25mila controlli, a Milano 478 multati su 10mila controlli.

Fake news e coronavirus: protagonisti della diffusione WhatsApp e Facebook

Fake news coronavirus

Fake news” è una locuzione inglese, comparsa nel primo decennio del XXI secolo, che indica una notizia non corrispondete alla verità. La falsa notizia può essere inventata o falsa solo in parte, diventando comunque ingannevole, distorta. La notizia vera invece può essere verificata, ossia ci sono delle prove dei fatti raccontati. Nel caso del nuovo coronavirus servono anche evidenze scientifiche che diano solide basi a una notizia che riguarda la salute.

  1. Falsa l’immagine, circolata su WhatsApp, con una tabella che sarebbe stata diffusa dalla Croce Rossa per distinguere i sintomi tra Covid-19, influenza e raffreddore. Infatti non c’è traccia dell’immagine nel sito o nei canali social ufficiali della Croce Rossa. Naturalmente per notizie sui sintomi è bene consultare il sito dell’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità, in inglese World Health Organization).
  2. Fake la correlazione tra la rete 5G e Covid-19. L’Istituto Superiore di Sanità afferma che non ci sono evidenze scientifiche che attestino il collegamento. Infatti non è vero che le regioni più colpite dall’epidemia sono quelle con una rete 5G molto vasta. Purtroppo non a caso nel Regno Unito recentemente sono state incendiate reti 5G, o presunte tali.
  3. False le notizie allarmiste sulla nuova app per il monitoraggio del coronavirus. Nessuno verrà prelevato con la forza dalla propria abitazione e messo in isolamento, come si dice in un messaggio diventato virale su WhatsApp. L’altra fake sull’appimmuni” è comparsa il 21 aprile su uno stato di Facebook in cui si afferma che se il 60% delle persone la installeranno diventerà obbligatoria per tutti.

I numeri della disinformazione in Italia studi e statistiche sulle Fake news

Purtroppo è facile credere, in generale, alle fake news, come dimostra una indagine del 2017 pubblicata su Agicom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), un italiano su due è vittima di una bufala.

Nello stesso anno si occupa di questo argomento anche il Censis (Centro Studi Investimenti Sociali) che nel 51° Rapporto sulla situazione sociale del Paese, nella sezione “comunicazione e media” scrive che «per tre quarti degli italiani (77,8%) quello delle fake news è un fenomeno pericoloso».

Il Censis l’anno dopo, nel 2018, è fautore di un’altra ricerca che indaga il tema delle fake news in ambito sanitario, ricerca promossa da Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione). Emerge che «in Italia sono 15 milioni coloro che, in caso di piccoli disturbi, cercano informazioni sul web. Di questi, quasi il 60%8,8 milioni di persone è stato vittima di fake news». Numeri alquanto preoccupanti considerando che si parla di salute.

Purtroppo l’infopandemia, crea un terreno molto fertile per le fake news sul coronavirus. Il vocabolo deriva dal termine “infodemia“, ossia una metaforica epidemia di informazioni false o fuorvianti che si propagano con il diffondersi su larga scala di una malattia infettiva.

Come difendersi dalle fake news sul coronavirus e non solo

È evidente che si è creato un terreno troppo fertile per le false notizie sul SARS-CoV-2, da cui è necessario difendersi. Anche per questo il sito del Ministero della Salute ha inserito tra gli argomenti Covid-19 – Attenti alle bufale; una fonte ufficiale e certamente affidabile per trovare le fake news sul nuovo coronavirus.

In generale per riconoscere una bufala si dovrebbe cercare la notizia su una fonte affidabile, meglio ancora se su due. A volte pochi secondi/minuti di ricerca su Internet riescono a far emergere la verità. Altre volte è più complicato approfondire, e magari non si trova il tempo per effettuare la verifica. In ogni caso, se c’è il dubbio che la notizia sia falsa sarebbe meglio segnalarla prima di condividerla, in modo da non rischiare di alimentare il circolo vizioso della disinformazione.

A volte basta anche solo copiare e incollare il messaggio su Google, impegnato a contrastare il diffondersi di fake news, con particolare attenzione alle false notizie sul Covid-19. Anche Facebook (con gli annessi WhatsApp, Instagram e Messenger) sta prendendo maggiori provvedimenti per mettere in guardia gli utenti. Purtroppo i risultati non sono per niente soddisfacenti. Infatti una studio di Avaaz ha rilevato che Facebook è l’epicentro della disinformazione sul coronavirus e che effettivamente le misure di contenimento, di queste dannose fake news, non stanno dando i risultati che speravano.

In ogni caso ci sono ormai diversi progetti editoriali che lavorano appositamente per smascherare le notizie false e informare correttamente. Gli utenti sono caldamente invitati a collaborare inviando le segnalazioni, se si ha un dubbio sulla notizia, la prima condivisione dovrebbe essere con “loro”. Ad esempio:

Fake news coronavirus

  1. Facta.news, un progetto di “Pagella Politica”, online dal 25.03.2020 con l’obiettivo di «segnalare ai lettori quali notizie, tra quelle che circolano sui media o sui social network, sono false, decontestualizzate o imprecise». Per avere precisazioni sulle “coronavirus fake news” ormai diventate famose/vecchie basta andare sul loro sito dove si trovano bene disposte e categorizzate.
  2. Bufale.net, un portale «contro la disinformazione, le bufale e l’allarmismo che su internet dilagano, infestando bacheche social».

Se si preferisse non uscire dai social in cui, come si è detto, si trovano più spesso queste notizie false, fuorvianti o allarmiste. Entrambi i siti sopracitati hanno una pagina facebook con le quali è possibile interagire, e rimanere aggiornati. Per quanto riguarda le chat, Facta è presente su WhatsApp con il numero 345022504 basta scrivergli e acconsentire alla policy sulla privacy per avere ogni giorno il “bollettino” giornaliero delle fake news. Bufale.net oltre che su WhatsApp, con il numero 3518501148, è presente anche su Telegram.

Insomma se è vero che l’infopandemia sta dilagando, è anche vero che questa consapevolezza può metterci in guardia, in modo da prendere opportuni provvedimenti. Se non si ha tempo di controllare la veridicità di una notizia la si può segnalare ai siti sopracitati che verificheranno l’informazione.

 

Caterina Allegrini

Foto © Pixabay, Facta

Video © Eurocomunicazione

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