Papa Francesco: il tema della corruzione nella chiesa è un problema profondo

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Il pontefice parla in una intervista sulla gestione opaca delle finanze vaticane. L’obolo di San Pietro, l’attivismo poco caritatevole di pastori d’anime

In un’intervista concessa al direttore dell’Adnkronos, Gian Marco Chiocci, Papa Francesco ha affrontato lo spinoso argomento della corruzione che si annida nei Sacri Palazzi. Dal lungo colloquio, svoltosi in una stanza spoglia, due sedie, un tavolo e un crocifisso, emerge un pontefice che incurante del fatto di potersi inimicare la potente Curia romana, con ramificazioni nel mondo affaristico.

Papa deciso

È deciso a fare piazza pulita di ecclesiastici, più propensi a mettere il denaro al primo posto anziché quello della Croce. Il suo impegno, emerge dall’intervista, è quello di fare della Chiesa una casa volta alla difesa degli ultimi, una Chiesa per i poveri più missionaria dove non c’è spazio per coloro che si arricchiscono o fanno arricchire chi gli stanno intorno indossando l’abito talare.

Le sue parole

«La Chiesa è e resta forte» – dice Papa Francesco – «ma il tema della corruzione è un problema profondo che si perde nei secoli» – e rivela – «All’inizio del mio pontificato andai a trovare Benedetto XVI. Nel passare le consegne mi diede una scatola grande: «Qui dentro c’è tutto» – mi disse – «ci sono gli atti con le situazioni più difficili, io sono arrivato fino a qua. Ho allontanato queste persone, ma adesso tocca a te…». Io non ho fatto altro che raccogliere il testimone da Benedetto e ho continuato la sua opera» – e continua – «per me Benedetto è un padre e un fratello».

Benedetto XVI, Becciu e la Marogna

Attualmente, secondo il suo sgretario, il Papa emerito si sta spegnendo come una candela. Bergoglio definisce il Ratzinger come «un uomo buono: è la santità fatta persona e non ci sono problemi tra di noi, come taluni raccontano stoltamente». Papa Francesco ha parlato poi della gestione opaca delle finanze vaticane, dell’attivismo poco caritatevole di pastori d’anime, senza mai fare il nome del Cardinale Becciu. Allontanato dall’oggi al domani dalla Congregazione della Cause dei Santi, né tanto meno del ruolo avuto dalla manager sarda Cecilia Marogna, che ottenute cinquecentomila euro dall’Obolo di San Pietro per il pagamento del riscatto in Africa di religiosi tenuti prigionieri dai jihadisti, avrebbe sperperato parte della cifra in beni voluttuari. Peraltro la Marongiu, intercettata qualche giorno fa a Milano e incarcerata a San Vittore, dopo 17 giorni è uscita dal carcere e ha dichiarato che non vuole essere estradata in Vaticano, ma secondo i giudici italiani  questa possibilità non è affatto esclusa.

La vecchina

Bergoglio ha poi raccontato all’intervistatore che quando morì Giovanni Paolo II (corse voce che fosse stato avvelenato, ndr) si trovava a Buenos Aires e incontrò una vecchina in una baraccopoli. «Durante la messa chiesi di pregare per il Papa defunto. Finita la celebrazione mi si avvicinò una donna poverissima che mi chiese notizie di come si eleggeva un Papa. Le raccontai della fumata bianca, del conclave, dei cardinali, al che lei mi interruppe e disse: «senta Bergoglio quando diventerà papa (e fu profetica) si ricordi di comprare un cagnolino». Gli chiesi perché avrei dovuto prendere un cane. «Perché ogni volta» – disse la vecchina – «che si troverà a mangiare ne dia un pezzettino prima a lui, se lui sta bene allora continui pure a mangiare».

Cosa pensano le persone

Questo è quello che pensa la gente che dentro il Vaticano possa succedere di tutto, e non è un caso che fuori le mura del piccolo Stato gira voce che i pasti del Santo Padre, siano attentamente esaminati prima di essere portati al suo tavolo. La lotta al malaffare che Papa Francesco è risoluto a portare avanti ci dà l’immagine di un pontefice risoluto, deciso, un eroe solitario osannato dai devoti ma osteggiato da un nemico invisibile. «Ho trovato tantissima gente che rischia per me» – confida al suo interlocutore – «che mettono la loro vita in gioco, che si batte con convinzione perché sa che siamo nel giusto, e che la strada intrapresa, pur fra mille ostacoli  e molte resistenze, è quella da seguire. Ci sono stati esempi di malaffare, di tradimenti, che feriscono chi crede nella Chiesa. Queste persone non sono certo suore di clausura».

La battaglia

Papa Francesco non sa se vincerà o meno la battaglia ma dice: «So che devo farla, sono stato chiamato a farla, poi sarà il Signore a dire se ho fatto bene o male. Sinceramente non sono ottimista (e sorride) però confido in Dio e negli uomini fedeli a Dio». Bergoglio è conscio delle critiche che gli vengono rivolte, per le contestazioni sulle unioni civili, l’accordo con la Cina e con convinzione risponde: «le critiche possono essere costruttive e allora io me le prendo tutte perché la critica porta a esaminarmi a fare un esame di coscienza a chiedermi se ho sbagliato, dove e perché. Però devo andare avanti per estirpare la malapianta della corruzione, bisogna fare passi piccoli ma concreti. Con le prime indagini ho dovuto rimuovere posizioni e resistenze, si è andati a scavare nelle finanze, abbiamo nuovi vertici allo Ior. Insomma ho dovuto cambiare tante cose e tante molto presto cambieranno!».

 

Giancarlo Cocco

Foto © Euractiv, The New York Times, NBC News, National Catholic Reporter

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Giancarlo Cocco
Laureato in Scienze Sociali ad indirizzo psicologico opera da oltre trenta anni come operatore della comunicazione. Ha iniziato la sua attività giornalistica presso l’area Comunicazione di Telecom Italia monitorando i summit europei, vanta collaborazioni con articoli sul mensile di Esperienza organo dell’associazione Seniores d’Azienda, è inserito nella redazione di News Continuare insieme dei Seniores di Telecom Italia ed è titolare della rubrica “Europa”, collabora con il mensile 50ePiù ed è accreditato per conto di questa rivista presso la Sala stampa Vaticana, l’ufficio stampa del Parlamento europeo e l’ufficio stampa del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2010 è corrispondente da Roma del quotidiano on-line delle Marche Picusonline.

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