[E]MOTION: Op Art, Arte Cinetica e Light Art Arte – piacere – creatività
All’Art Forum Würth dal 10 maggio fino all’8 ottobre
Una zona gialla che pian piano apre alle premesse di un lento ritorno all’agognata normalità. Ma per coloro che durante la settimana, si trovano a transitare oltre Roma Nord, vogliamo segnalare un museo che sa sorprendere e, visto dall’esterno, in pochi sanno immaginare. Dopo il successo del 2015 alla Kunsthalle Würth di Schwäbisch Hall, in Germania, approda nella sede di Capena la mostra: “[E]MOTION. Op Art, Arte Cinetica e Light Art dalla Collezione Würth”. Una riapertura in grande stile per uno spazio permanente dedicato alle esposizioni, che si trova all’interno del centro logistico dell’Art Forum Würth di Capena.
La mostra
Sono stati estrapolati 24 artisti per un insieme di 35 opere, che comprendono il periodo che va dal 1953 al 2012, in particolare la produzione artistica della Op Art, l’Arte Cinetica e la light Art. Ma definiamo meglio queste correnti. L’op art, nota anche come Optical art, è un movimento che si affermò negli Stati Uniti, e poi in Europa, intorno al 1960. Un astrattismo che si basava su effetti di suggestione ottica, tra moduli creati dalla combinazione di effetti geometrici, che potevano essere in bianco e nero o a colori. L’arte cinetica è costituita da opere, che si fondano sul movimento, ottenuto con meccanismi inseriti nelle opere stesse, autonomamente o con un soffio di vento. Infine la light art che, come dice il termine stesso, trova come mezzo di espressione artistica la luce, intesa come finalità dell’opera.
Movimenti artistici e industrializzazione
Tre correnti sviluppatesi in modo simultaneo, ma ci sembra doveroso riportare elencati i nomi di questi artisti: Yaacov Agam, Josef Albers, Alexander Calder, Omar Carreño, Carlos Cruz-Diez, Lucio Fontana, Karl Gerstner, Gun Gordillo, Hans Hartung, Auguste Herbin, Patrick Hughes, Norbert Huwer, Robert Jacobsen, František Kupka, Clyde Lynds, François Morellet, Darío Pérez-Flores, Lothar Quinte, Niki de Saint Phalle e Jean Tinguely, Jesús Rafael Soto, Anton Stankowski, Giiünther Uecker e Victor Vasarely. Un periodo storico che, con l’avvento del processo di industrializzazione, rende protagonisti questi artisti, tra i mutamenti sociali che stavano avvenendo. Tra materiali e tecnologie avanzate per quel periodo, questi artisti cercavano punti di incontro tra il valore estetico delle loro opere e la loro funzionalità.
Intorno alle opere
Il percorso espositivo accoglie il visitatore tra l’impatto visivo tra opere di artisti, capaci di stupire tra le diverse possibilità offerte da movimento, luce e spazio. Carlos Cruz- Diez, Günther Uecker e Omar Carreño, insieme a una delle opere più significative di Arte Cinetica della Collezione Würth, “L’Illumination” di Jean Tinguely e Niki de Saint Phalle. Il piano inferiore si caratterizza per la creatività di nomi come Alexander Calder e Lucio Fontana, per proseguire con gli esponenti della Op Art come Victor Vasarely, Karl Gerstner e Jesús Rafael Soto, fino a François Morellet, fondatore del GRAV e maestro dell’Arte Cinetica e della Light Art. Si distingue la sezione dedicata all’artista inglese Patrick Hughes, noto per aver creato la prospettiva inversa e grande illusionista.
Prospettiva e movimento tra luce e colore
La potenzialità contemporanea di queste correnti artistiche ha saputo spaziare tra luce, colore, prospettiva nonché movimento. Un’esposizione nella quale tutte le fasce d’età possono ritrovarsi in sintonia, scoprendo tante chiavi di lettura e interpretazione. Il catalogo è edito da Swiridoff con prefazione di C. Sylvia Weber e Beate Elsen-Schwedler, direttrice e vicedirettrice della Collezione Würth. Al suo interno è contenuto un saggio di Werner Spies, uno degli storici dell’arte più influenti del XX secolo, ed ex-direttore del Centre Georges Pompidou di Parigi.
Il Gruppo Würth e Würth Italia
Un’azienda leader del settore nata nel 1945 grazie ad Adolf Würth, che apre a Künzelsau – nella regione del Baden-Württemberg – la Adolf Würth GmbH & Co. KG. Una semplice produttrice di viti che nel 1954, dopo la morte del padre Reinhold Würth, vede alla sua guida lo stesso Adolf, a soli 19 anni. Nel 1962 inizia la sua espansione internazionale nei Paesi Bassi. In Italia arriva l’anno successivo, il 1963, con la prima sede a Terlano, nei pressi di Bolzano. Würth srl conta oggi tre Centri Logistici ad Egna (Bz), Capena (Roma) e Crespellano (Bo) e un numero sempre crescente di Punti Vendita in tutta Italia. Una vasta gamma di prodotti conosciuti su scala mondiale, che variano dal montaggio e fissaggio, minuteria metallica e plastica, utensileria a mano, elettrica e pneumatica, prodotti chimici, abbigliamento e attrezzatura antinfortunistica, sistemi di immagazzinamento e allestimenti per officine. Presente nel mondo in più di 80 Paesi, si compone di oltre 400 società, nonché 76.000 collaboratori.
Arte e cultura per lavorare meglio
Una cultura aziendale viva che è ben riuscita a creare il connubio tra arte e vita lavorativa, apparentemente inconciliabile. La loro forte presenza e le molteplici attività ruotano attorno alla Collezione Würth. Il museo presso il quartier generale Adolf Würth GmbH & Co. KG, la Hirschwirtscheuer e il Museo Würth 2 inaugurato nel 2020 a Künzelsau, la Kunsthalle Würth e la Johanniterkirche a Schwäbisch Hall (Baden-Württemberg) riflettono questo particolare impegno, come le dieci gallerie associate nelle aziende Würth europee. Il museo dell’Art Forum Würth di Capena venne inaugurato nel 2006. Un arricchimento che, anche per i dipendenti, è stato riscontrabile nel tempo, come lo stesso miglioramento della qualità della vita degli impiegati e dei residenti del territorio circostante. Perché secondo Reinhold Würth: «La maggior parte della vita la trascorriamo lavorando. Quindi il posto di lavoro deve essere piacevole e confortevole in modo che l’attività lavorativa diventi quasi un hobby. L’arte e la cultura servono ad arricchire anche l’ambiente di lavoro».
Alessandra Broglia
Foto © Art Forum Würth
Video © Eurocomunicazione