Diplomazia pontificia di Papa Francesco con i leader mondiali

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Papa Francesco

Incontri calorosi di Bergoglio con il presidente Usa Biden, il sudcoreano Moon Jae-in e il premier indiano Modi

In una Piazza San Pietro deserta di pellegrini e di turisti con imponenti misure di sicurezza, venerdì 29 ottobre di primo mattino, Papa Francesco ha incontrato il presidente americano Joe Biden e la consorte Jill, giunto con una scorta di 12 limousine, a Roma, in occasione del G20 Italia. Un colloquio durato ben un’ora e un quarto, a tu per tu nella biblioteca del palazzo apostolico.

Biden è il secondo presidente cattolico ricevuto in Vaticano dopo Kennedy. Un colloquio proficuo, e lo dimostrano le foto scattate con i volti sorridenti. «Lei è il più grande combattente per la pace che abbia conosciuto» ha dichiarato il presidente americano a Papa Francesco. Poi, ha donato al Pontefice una moneta con il sigillo Usa su un lato e dall’altro quello del Delaware. Lo Stato in cui Beau Biden, primogenito del presidente è morto di cancro a 49 anni, dove era stato procuratore. «Mio figlio avrebbe voluto che lei avesse questa moneta» ha affermato Biden. Aggiungendo in modo scherzoso: «La tradizione vuole che se al nostro prossimo incontro non l’avrà, dovrà pagare da bere!».

L’incontro di Biden con il segretario di Stato Parolin

Dopo Bergoglio, il presidente statunitense ha incontrato il cardinale Parolin. Biden ha ringraziato il Vaticano per “aver fatto sentire la propria voce sulle persone ingiustamente detenute anche in Venezuela e Cuba. Biden e Parolin” – riferisce un comunicato della Casa Bianca – “si sono impegnati a continuare le loro voci per sostenere le libertà personali e religiose nel Mondo“. Il colloquio che ne è seguito ha permesso uno scambio di vedute sul comune intento della promozione della pace nel Mondo tramite il negoziato politico.

Joe Biden al termine dell’incontro con Papa Francesco, lodando la sua leadership nel combattere la crisi climatica e la pandemia, ha twittato: “È stato un onore incontrare nuovamente (ora da presidente degli Stati Uniti) il Papa in Vaticano. Ringrazio Sua Santità per il suo sostegno a favore dei poveri del Mondo e per quelli che soffrono la fame, i conflitti e le persecuzioni”.       

L’incontro con il presidente sudcoreano Moon Jae-in

Papa FrancescoSempre venerdì 29 ma in tarda mattinata, Papa Francesco ha incontrato anche il presidente della Sud Corea giunto a Roma per partecipare al summit G20. In tale occasione il presidente ha chiesto a Bergoglio di visitare la Corea del Nord per portare pace nella penisola. Il portavoce presidenziale ha riferito che Papa Francesco ha dato riposta positiva. In proposito il presidente Moon Jae-in ha affermato: «Se il Pontefice visiterà il Nord quando si presenterà l’opportunità sarà uno slancio per la pace nella penisola coreana».

Il Papa ha incoraggiato Moon dicendo di essere disposto «ad andareper la pace e aiutare tutti voi se la Corea del Nord invia una lettera di invito» ha aggiunto il portavoce presidenziale della Corea del Sud. Il presidente coreano ha poi incontrato il cardinale Parolin segretario di Stato che era accompagnato da Mons. Gallagher segretario per i rapporti con gli Stati.

Inaugurazione della mostra

Moon ha poi inaugurato nella stupenda Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola – a due passi dal Pantheon – la mostra del suo connazionale e artista Kwon Daehun professore presso il dipartimento di scultura della Università di Seul. La mostra si intitola “Fili spinati, Annunciatori di Pace”. La mostra è composta da 136 opere create dal Prof Daehun utilizzando filo spinato che separa le due Coree. L’artista ha scelto la Croce segno di una ingiustizia assoluta che si risolve però nella riconciliazione, e nella speranza di un inizio radicalmente nuovo. L’inaugurazione, ha un preciso significato in quanto Moo Jae-in è figlio di rifugiati nord coreani. Inoltre, ha lavorato come avvocato specializzato in diritti umani ed è ora il secondo presidente cattolico nella storia del Paese. A lui si deve la ripresa del confronto diplomatico con il dittatore Kim Jong-un.

La Chiesa di Sant’Ignazio è stata scelta in quanto è il luogo dove ogni giorno, poveri e mendicanti, musulmani, ebrei e cristiani si incontrano alla stessa tavola, alla mensa per servire e dare il loro contributo nell’accoglienza.

Il lungo incontro con il premier indiano Modi

Sabato 30 ottobre, per la prima volta da quando è stato eletto, il primo ministro indiano Narendra Modi ha fatto visita a Papa Francesco. Quasi un’ora di colloquio per una udienza che si pensava sarebbe durata massimo 30 minuti. Modi ha voluto dare all’incontro un alto tono diplomatico portando in dono al Pontefice un candelabro d’argento e un libroThe Climate Climb” (La scalate del Clima). Quasi un messaggio dell’India sui temi ecologici. Papa Francesco avrebbe voluto andare in India nel 2017 nel viaggio che ha compiuto in Balgladesh, ma ciò non è avvenuto in quanto all’epoca il Governo indiano non lo aveva mai invitato. Questa volta l’invito è arrivato, perché Modi ha chiesto ufficialmente a Bergoglio di andare  a visitare il Paese.

Il dono di Francesco al presidente Modi

Papa Francesco ha donato il documento papale “Messaggio per la giornata della Pace” poi “Il documento sulla Fratellanza umana”. Aggiungendo una formella di bronzo che reca la scritta “Il Deserto diventerà giardino”. Una visita importante per la Santa Sede, in quanto proprio ieri alcune Ong hanno diffuso un rapporto preoccupante sulla situazione dei cristiani in India, dove le violenze religiose sono aumentate. Da gennaio gli attacchi contro la minoranza sono stati oltre trecento. Secondo quanto riferisce Aiuto alla Chiesa che soffre –Acs a favorire l’intolleranza contribuiscono le leggi anticonversione varate in otto dei 28 Stati dell’India. Queste puniscono con pene sino a 10 anni di cella coloro che abbandonano l’induismo per un’altra religione.

La morte di Padre Stan Swami dopo 9 mesi di carcere

Il 4 luglio di quest’anno è morto, a 84 anni, nel carcere di Taloja di Mumbai, il gesuita Padre Stan Swamy accusato (falsamente) di terrorismo. Dopo 9 mesi di carcere aveva contratto il Covid-19. Massimo era il suo impegno in favore delle popolazioni povere, i fuori casta. Insieme ad altri 15 attivisti intellettuali, artisti, tutti difensori dei diritti umani, era stato accusato di contatti con la guerriglia maoista in scontri avvenuti nel 2018 durante una commemorazione. False accuse erano state poi inserite nel suo computer a lui sequestrato. Padre Stan ha sempre negato queste accuse e ultimamente, sentendosi vicino alla morte aveva chiesto di essere liberato, per morire vicino alla sua gente. Il Covid-19 che sta mietendo vittime in quella parte del Mondo lo ha stroncato.

Un eventuale viaggio in quel lontano Paese del gesuita Padre Bergoglio, potrebbe forse porre fine a questa intolleranza per i cristiani.

 

Giancarlo  Cocco              

Foto © Wikipedia, Il riformista, Vaticano, Informazione

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Giancarlo Cocco
Laureato in Scienze Sociali ad indirizzo psicologico opera da oltre trenta anni come operatore della comunicazione. Ha iniziato la sua attività giornalistica presso l’area Comunicazione di Telecom Italia monitorando i summit europei, vanta collaborazioni con articoli sul mensile di Esperienza organo dell’associazione Seniores d’Azienda, è inserito nella redazione di News Continuare insieme dei Seniores di Telecom Italia ed è titolare della rubrica “Europa”, collabora con il mensile 50ePiù ed è accreditato per conto di questa rivista presso la Sala stampa Vaticana, l’ufficio stampa del Parlamento europeo e l’ufficio stampa del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2010 è corrispondente da Roma del quotidiano on-line delle Marche Picusonline.

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