Il Parco letterario Francesco Petrarca debutta sui Colli Euganei

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Parco letterario Francesco Petrarca

Nel cuore verde del Veneto, 17 comuni hanno sostenuto la creazione del parco, che consente di vivere le emozioni di poeti e scrittori innamorati di questo territorio

L’offerta turistica dei Colli Euganei si arricchisce di una nuova gemma: il Parco Letterario Francesco Petrarca e dei Colli Euganei. Oltre alle terme e all’enogastronomia, offre al visitatore una nuova chiave di lettura del territorio, dando la possibilità di scoprirlo attraverso lo sguardo di poeti, letterati, scrittori che qui hanno vissuto o che si sono ispirati alla sua bellezza. «Abbiamo lavorato per dieci anni», spiega Claudia Baldin, presidente del Parco Letterario Francesco Petrarca e dei Colli Euganei. «Per arrivare a identificare gli autori, i testi e i luoghi dove sono state collocate le 57 targhe letterarie, che riportano brani scelti di prosa e poesia legati al sito in cui si trovano, c’è stata una lunga ricerca condotta da docenti universitari e studiosi».

Sulle tracce dell’autore preferito, anche a piedi, in bici e in barca

Sul sito del Parco Letterario Francesco Petrarca e dei Colli Euganei il turista può visionare una mappa interattiva e organizzare il proprio itinerario, o seguirne uno legato a un autore. Numerosi i poeti e gli scrittori coinvolti. Spaziano dai più lontani nel tempo – Claudio Claudiano, Petrarca e Ariosto – a Ugo Foscolo (nella foto, una targa a lui dedicata), Percy Shelley, George Byron, Andrea Zanzotto, arrivando ai giorni nostri con Paolo Malaguti. E questi sono solo alcuni. In questa sorta di caccia al tesoro alla ricerca delle targhe ci si può muovere in auto, ma anche in bicicletta, a cavallo, in barca o a piedi.

Arquà, ultima dimora del poeta del Canzoniere

Qualunque itinerario decidiate di percorrere, una tappa d’obbligo è Arquà Petrarca, il grazioso parco letterario Francesco Petrarcavillaggio circondato da ulivi, viti e giuggiole, dove Francesco Petrarca scelse di trascorrere l’ultima parte della sua vita. La sua monumentale tomba, in un’arca sul piazzale della chiesa di Santa Maria Assunta, è da secoli meta di visitatori. Ma anche la sua casa è oggi un museo. Petrarca visse a Padova dove era canonico, ma era attratto dalla tranquillità della campagna e dalla bellezza del paesaggio. Appena gli fu possibile, trovò una casa e si trasferì con la famiglia. Ad Arquà ci sono ben sette targhe dedicate al poeta del Canzoniere.

Letteratura, spritz e vini di qualità

Non c’è solo il grande poeta innamorato di Laura ad Arquà. Questa è terra di vini e vale la pena regalarsi una sosta di degustazione. All’Enoteca di Arquà il sommelier Pino Cesarotto ha inventato lo Spritz Euganeo, a base di Fior d’Arancio Spumante Docg e con una giuggiola sotto spirito. Appena fuori dal paese, l’azienda vinicola Loreggian ha tributato un originalissimo omaggio ai letterati che amavano i Colli Euganei con una citazione sull’etichetta dei propri vini. Da provare, l’intenso rosso Petrarca, dedicato al poeta, ottenuto da vitigni Merlot e Cabernet Sauvignon affinati per 12 mesi in botti di rovere.

In barca sul Canale Battaglia

Da Arquà Petrarca si può andare a caccia di targhe a Monselice e poi a Battaglia Terme, un borgo dalla storia operosa. Qui nacque la seconda cartiera in Italia, fondata dai fabrianesi, e si follava la lana, un processo di ripulitura necessario a ottenere i tessuti. Inoltre si trasportavano le merci sulle barche dette burci. Si può percorrere un tratto del Canale Battaglia sulle orme di Petrarca, che da Padova veniva in barca fino a Monselice, per poi proseguire in calesse o a cavallo fino ad Arquà. Mentre si viaggia su una delle imbarcazioni di Delta Tour si può godere l’emozione di attraversare, tra Battaglia Terme il Castello del Catajo, una delle conche che consentono di superare i dislivelli fra i diversi canali. Qui il salto è di ben sette metri.

All’Abbazia di Praglia una meravigliosa biblioteca

All’Abbazia di Praglia, a Teolo, è legato il nome di Antonio Fogazzaro, scrittore vicentino. Chi non ricorda “Piccolo Mondo Antico”, ambientato sul lago di Lugano? “Piccolo Mondo Moderno”, secondo volume della tetralogia, invece, ha come scenario anche i Colli Euganei e il monastero benedettino, dove si trovano due targhe. Nell’Ottocento l’Abbazia non ha avuto vita facile: chiusa da Napoleone, vide poi subentrare il nuovo Stato italiano e i monaci furono messi alla porta. Fogazzaro, che amava molto questo luogo, aiutò i benedettini a ritornare a Praglia nel 1904.

La regola di San Benedetto oltre alla preghiera richiede il lavoro. E i 49 monaci attuali non parco letterario Francesco Petrarcase ne stanno con le mani in mano: coltivano erbe e lavanda, producono vino e olio, si prendono cura di questo monumento. Nella Biblioteca monumentale (nella foto) si trova anche la collezione di libri di Antonio Fogazzaro. Il fondo include 1500 volumi. L’Abbazia di Praglia è visitabile accompagnati da una guida o da un monaco, mentre la Biblioteca monumentale è accessibile solo con visita guidata, solo la seconda e quarta domenica di ogni mese.

La villa dell’abate Barbieri

Era un monaco di Praglia anche l’abate Giuseppe Barbieri, cantore dei Colli Euganei, al quale il Parco Letterario Francesco Petrarca e dei Colli Euganei dedica due targhe. Il religioso fu costretto a ritirarsi per motivi di salute. Essendo benestante, acquistò quella che oggi è Villa Gussoni Barbieri Verson, che ha il fascino autentico di una magione antica ancora abitata. L’abate è sepolto nella vicina e panoramica chiesa di San Sabino.

Sapori del territorio e suggestioni di mare

Per gustare la cucina dei Colli Euganei, che abbina sapori di campagna a suggestioni adriatiche, vi suggeriamo due indirizzi, apprezzati anche dai locali. Notevoli le sarde in saor del ristorante il Canzoniere ad Arquà Petrarca, mentre all’Antica Trattoria Ballotta a Torreglia, frequentata anche da Galileo Galilei, ottimi i bigoli fatti in casa al ragù d’anatra.

 

Maria Tatsos

Foto© Parco Letterario Francesco Petrarca e dei Colli Euganei, Maria Tatsos

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Maria Tatsos
Giornalista professionista, è laureata in Scienze Politiche e diplomata in Lingua e Cultura Giapponese presso l'IsiAO di Milano. Attualmente lavora come freelance per vari periodici femminili, collabora con il Museo Popoli e Culture del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) e con il Centro di Cultura Italia-Asia. Tiene corsi di scrittura autobiografica ed è autrice di alcuni libri, che spaziano dai diritti dei consumatori alle religioni asiatiche. È autrice del romanzo storico "La ragazza del Mar Nero" sulla tragedia dei greci del Ponto (2016) e di "Mai più schiavi" (2018), un saggio su Biram Dah Abeid e sulla schiavitù in Mauritania, entrambi editi da Paoline. Nel tempo libero coltiva fiori e colleziona storie di giardini, giardinieri e cacciatori di piante che racconta nel corso "Giardini e dintorni".

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