A San Pietro il presepe di Greccio di San Francesco

0
569
Francesco

Per la prima volta l’albero di Natale viene donato a Papa Francesco dal Piemonte, come ha dichiarato il presidente della Regione Alberto Cirio

Nel 1223 nella contrada di Greccio (Rieti) tornando da Roma, dove era stato ricevuto dal Papa Onorio III per la conferma della Regola, San Francesco volle fare memoria della nascita di Gesù. Nelle grotte reatine egli trovò una atmosfera atta a ricreare l’ambiente di Betlemme. Si ha notizia dalla “Vita beati Francisci” di Tommaso da Celano che alcuni giorni prima del Natale del 1223 Francesco chiamò un suo amico di nome Giovanni della contrada di Greccio, un nobil signore stimato nella Regione e gli disse: «Voglio celebrare a Greccio l’imminente festa del Signore, precedimi e prepara quanto ti dico; vorrei far memoria di quel Bambino che è nato a Betlemme e in qualche modo intravedere con gli occhi, i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una mangiatoia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello».

 

L’atmosfera di Greccio in Piazza San Pietro

Sono passati ottocento anni dal quel 25 dicembre e i Francescani hanno chiesto a Papa Francesco di far rivivere l’atmosfera del primo presepe con la Natività in Piazza San Pietro. Sabato 9 dicembre, nel pomeriggio, si è svolta quindi l’inaugurazione con l’illuminazione anche dell’albero di Natale che quest’anno viene dalla valle alpina, che prende il nome dal torrente che la percorre nella sua lunghezza: il Maira. La cerimonia era presieduta dal cardinale Fernando Vergez Alzaga (nella foto a destra al microfono alla presentazione, ndr) presidente del Governatorato Città del Vaticano, con la presenza di suor Raffaella Petrini segretario generale del Governatorato. Nella mattinata di sabato delegazioni di Rieti e di Macra che hanno donato l’albero sono state ricevute da Papa Francesco nell’aula Paolo VI.

I personaggi del Presepe

Piazza San Pietro quest’anno si è trasformata in una ideale Greccio dove attorno alla greppia, al bue e all’asinello sono stati collocati pochi personaggi, quelli che realizzarono il desiderio del Poverello, come il nobile Giovanni Velita, la moglie Alticama, tre frati compagni del Santo e alcuni pastori. Si è scelto di immaginare quanto avvenne allora attraverso una rappresentazione artistica. La scena vede al centro l’affresco della grotta di Greccio davanti al quale un frate minore celebra la messa, in presenza di San Francesco con in braccio il Bambinello e la Madonna.

Accanto San Giuseppe in adorazione, il bue e l’asinello. Nella rappresentazione si fa riferimento anche ai quattro Santuari francescani e alla città di Rieti. Tutta l’opera è stata realizzata dagli esperti artigiani che hanno interpretato il disegno del presepista Francesco Artese. I personaggi sono a grandezza naturale, sono in terracotta dipinta montati su una struttura in ferro impagliata con vestiti d’epoca del 1200.

Le vicende storiche della Regola

La prima Regola è stata il fondamento della Regola francescana. Venne costituita da vari scritti di San Francesco tra il 1209 e il 1210. Il Poverello d’Assisi mise per iscritto il suo “Propositum vitae” e volle presentarlo alla massima autorità della chiesa. Quando la comunità raggiunse i 12 elementi (come gli apostoli) si recò a Roma per presentarlo al Pontefice Innocenzo III (1198-1216). A Roma Francesco e i suoi dovettero attendere quasi tre mesi prima di essere ricevuti dal Papa che li considerava deipezzenti”. Le guardie pontificie in mancanza degli ordini del Papa impedivano l’accesso al Palazzo Laterano ove Innocenzo III risiedeva. Francesco e i suoi fraticelli dormivano per strada e vivevano di elemosina.

Fino a quando, come riporta San Bonaventura da Bagnoregio nella sua Legenda Maior, il Papa fece un sogno: “vedeva la basilica lateranense esser già prossima alla ruina, la quale era sostenuta da un poverello (il beato Francesco) mettendole sotto il proprio dosso perché non cadesse”. Francesco quindi fu ammesso alla presenza del Papa ed espose la regola per i frati. Il Pontefice diede la sua approvazione ma solo oralmente. La Legenda Maior ci dice che il Papa diede mandato a Francesco di predicare il verbo di Dio.

La predicazione di Francesco e l’incontro con l’Islam

È uno dei più straordinari gesti di pace nella storia del dialogo fra Cristianesimo e Islam. Circa 800 anni fa avvenne l’incontro tra Francesco d’Assisi e il sultano d’Egitto Malek al-Malek, nel corso della quinta crociata. Nel giugno del 1219 il frate salì con i suoi confratelli su una barca di militari e mercanti e raggiunse il porto di San Giovanni d’Acri nel nord della Palestina (attuale cittadina israeliana Acri). L’incontro con il sultano avvenne durante una tregua d’armi tra agosto e settembre, nel porto di Damietta sul delta del Nilo, a 200 km a nord de Il Cairo, dove il nipote del saladino, contro il parere dei suoi dignitari, accolse i frati con grande cortesia offrendo pure doni che vennero però rifiutati in omaggio al voto di povertà.

La Regola bollata

La Regola francescana approvata oralmente non aveva però vigore per cui nel 1221 venne approvata una seconda Regola che però non fu sottoposta al pontefice, quindi anche questa non fu mai riconosciuta, essendo priva di “bolla papale” ai sensi del diritto canonico.
La terza Regola, quella definitiva e in vigore oggi, fu scritta da San Francesco nel romitaggio di Fonte Colombo, in collaborazione con il cardinale Ugolino di Anagni patrono dell’ordine francescano, divenuto nel 1226, dopo la morte del santo, pontefice con il nome di Gregorio IX (1227-1241). Questa Regola fu presentata per l’approvazione al papa Onorio III, succeduto a Innocenzo III morto il 16 luglio del 1216. Due giorni dopo a Perugia il collegio dei cardinali elesse il nuovo Papa nella persona del cardinale Cencio Savelli.

Romano, già canonico di Santa Maria Maggiore era stato amministratore di santa Romana Chiesa. Cencio Savelli fu consacrato a Perugia il 24 luglio e assunse il nome di Onorio III. Ma si insediò solo nel settembre in Laterano accolto con gioia dai romani che avevano finalmente un pontefice “concittadino”. La Regola bollata, strutturata in 12 capitoli, venne approvata da Onorio III il 26 novembre del 1223 con la bollaSolet annuere”. Nel 1226 dopo la morte di Francesco si ebbero forti attriti che portarono alla scissione dell’ordine in due rami “gli spirituali” e i “conventuali”. I primi seguirono la Regola non bollata quella approvata oralmente da Innocenzo III, che prescriveva di vivere l’amore di Cristo e del prossimo in assoluta povertà. I secondi fecero propria la “Regola bollata” di Onorio III un po’ meno severa che favoriva uno stile di vita cenobitico.

L’abete bianco eretto in Piazza San Pietro

È alto 25 metri e proviene dalla zona alpina vicino al torrente Maira nel comune di Macra (Cuneo). Il Comune si trova a 875 metri di altitudine ed è costituito da 17 borgate e frazioni. Nasce nel 1928 dalla fusione di Alma e Albareto creati comuni autonomi nel 1602. FrancescoL’iniziativa del dono dell’albero è nata dai parrocchiani di Albaretto di Macra, i cui abitanti hanno voluto donare l’albero di Natale a Papa Francesco. È la testimonianza di affetto di questa comunità al pontefice, questa donazione è stata possibile grazie anche al contributo del Comune di Cuneo. Sull’albero migliaia di stelle alpine simboleggiano il fiore che caratterizza la valle del Maira.

Dopo le festività natalizie, l’albero sarà donato a una associazione che produce giocattoli in legno. La Caritas provvederà a distribuirli ai bambini che si trovano in difficoltà. «È la prima volta che l’albero di Natale viene donato a Papa Francesco dal Piemonte», ha dichiarato il presidente della Regione Alberto Cirio rivolto ai giornalisti. «Con orgoglio vogliamo dare al Mondo un messaggio di speranza e di pace e nel contempo valorizzare le nostre montagne».

 

Giancarlo Cocco

Foto © Vatican News

Articolo precedenteIl Bambino Gesù e il presepe natalizio al Parlamento europeo
Articolo successivoCop28, l’accordo fa acqua da tutte le parti
Giancarlo Cocco
Laureato in Scienze Sociali ad indirizzo psicologico opera da oltre trenta anni come operatore della comunicazione. Ha iniziato la sua attività giornalistica presso l’area Comunicazione di Telecom Italia monitorando i summit europei, vanta collaborazioni con articoli sul mensile di Esperienza organo dell’associazione Seniores d’Azienda, è inserito nella redazione di News Continuare insieme dei Seniores di Telecom Italia ed è titolare della rubrica “Europa”, collabora con il mensile 50ePiù ed è accreditato per conto di questa rivista presso la Sala stampa Vaticana, l’ufficio stampa del Parlamento europeo e l’ufficio stampa del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2010 è corrispondente da Roma del quotidiano on-line delle Marche Picusonline.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui