In Francia continua la luna di miele degli elettori con Macron

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Già col primo turno En Marche! si prende anche il Parlamento. Crollano socialisti e Front National, ma c’è il record dell’astensione. Domenica 2° turno

Non si ferma l’avanzata del giovane 39enne presidente della Repubblica francese e del suo movimento “En Marche!” che dopo l’Eliseo sembra pronto a prendersi anche il Parlamento d’Oltralpe. Come un ciclone, Emmanuel Macron conquista la fiducia dei concittadini e lascia agli avversari soltanto le briciole, in un potere legislativo mai così dominato da una maggioranza di governo.

Place de la Concorde, Paris

Secondo le proiezioni dell’istituto Elabe per Bfm-tv, con un bottino in seggi che va da 415 a 455, uscirebbe da questo primo turno (attenzione, il secondo si terrà il 18 giugno, ndr) una maggioranza schiacciante dato che l’Assemble’e Nationale ha in tutto 577 deputati. Un movimento che non esisteva fino a pochi mesi fa sbanca le legislative francesi ed è ampiamente il primo partito. Pensate che per la maggioranza assoluta basterebbe avere più di 289 seggi.

Va detto, per essere chiari, che a vincere è soprattutto – visti i numeri – l’astensionismo, il quale ha superato la soglia record del 50% degli elettori (51,29% degli aventi diritto). Spazzando via lo storico Partito socialista (in buona parte confluito in “En Marche!”), e il Front National di Marine Le Pen, che spera di vincere al ballottaggio ed entrare per la prima volta in Parlamento (per la deputata europea s’interromperebbe una maledizione) nonostante il crollo e le liti del suo partito.

A questo punto davanti ai cinque anni di mandato di Emmanuel Macron e del governo diretto dall’ex Republicains Edouard Philippe si è spalanca una prateria. La corsa del trentanovenne capo dell’Eliseo continua praticamente senza ostacoli. Alla novità del personaggio Macron, che arrivando da dietro le quinte della politica ha conquistato il palcoscenico in tempo record, ha fatto seguito nell’ultimo mese l’inedito esperimento del governo multicolore.

Ex socialisti, ex neogollisti, tutti insieme con la divisa dell’alleanza europeista Re’publique en Marche/MoDem. Uno scenario inimmaginabile fino a poche settimane fa: il giovane leader si avvia verso un quinquennato daipieni poteri” in cui può ambire a realizzare il treno di riformesocial-liberali” promesse durante la vittoriosa campagna dell’Eliseo il mese scorso. E lo scarso numero di sfidetriangolaridomenica prossima – conseguenza della scarsa affluenza – favorirà la vittoria dei candidati di En Marche!, che possono pescare voti sia a destra sia a sinistra.

Dunque Macron si appresta ad incassare quella che potrebbe essere la maggioranza più schiacciante degli ultimi 60 anni, dopo il record dell’alleanza Rpr-Udf del 1993 (484 deputati). Per Christophe Castaner, portavoce del governo, si tratta di una «scelta chiara: dare una maggioranza al presidente e finirla con il vecchio sistema». «I francesi vogliono un profondo rinnovamento, la volontà di voltare pagina travolge tutto».

Il movimento lanciato dal ragazzo di Amiens, quindi, polverizza tutti i partiti che hanno segnato la storia politica transalpina. La prima forza d’opposizione è dieci punti sotto, a quel 21,56% realizzato dall’alleanza Udi-Re’publicains. Ai ballottaggi di domenica 18 giugno la formazione neogollista che diede al Paese presidenti come Jacques Chirac o Nicolas Sarkozy rischia di perdere oltre metà dei deputati. Ma saranno anche, di fatto, l’unica opposizione (con 80-100 deputati). Il risultato di Francois Baroin, che ha preso le redini del partito dopo la fine dell’avventura di Francois Fillon, dà segnali di tenuta.

Quello che manca ai socialisti (9,51%), che hanno ammesso la sconfitta ovunque, dal vertice alla base: mentre il segretario del partito Jean-Christophe Cambadelis (non eletto al Parlamento) parlava di “sconfitta storica”, nella storica sede di rue Solferino non c’era nessuno. Non era stata organizzata neppure la tradizionale serata elettorale per esultare o darsi coraggio. Il Ps tocca il fondo nella Quinta repubblica, con 30-40 deputati, il 90% in meno rispetto agli ultimi 5 anni (300 nella passata legislatura).

Ha fallito anche la gauche radicale di Jean-Luc Me’lenchon (ha preso l’11,2% contro il 19,2% da lui ottenuto nella corsa all’Eliseo), che denuncia un divario clamoroso fra la politica e la società: «Non c’è nel Paese alcuna maggioranza per fare la riforma del lavoro», ha dichiarato commentando il modesto risultato di 10-20 seggi. Meno ancora al Front National (13,2%) – fra 3 e 10 deputati – che ancora una volta non avrà un gruppo all’Assemble’e Nationale (servono 15 deputati). Con Le Pen-Philippot separati in casa, ma almeno Marine, come suddetto, è vicina alla prima elezione in Francia (ha il 45% contro il 20% della candidata di “En Marche!” a He’nin-Beaumont), mentre il segretario Nicolas Bay è già stato eliminato al primo turno.

 

Elodie Dubois

Foto © Assemble’e Nationale

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Elodie Dubois
Francese, innamorata dell'ambiente e dell'Italia. Sempre attenta alle tematiche che riguardano la lotta all'effetto serra e la riduzione dell'inquinamento, contribuisce con la sua esperienza a Strasburgo e a Bruxelles alla realizzazione di una buona Euro...comunicazione!

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