Regno Unito sotto shock per l’uccisione della laburista Jo Cox

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A pochi giorni dal referendum sulla Brexit, il tragico assassinio sconvolge il Paese. Ora si cerca di delineare l’identikit del killer: pazzo o nazionalista convinto?

Jo Cox è stata brutalmente uccisa ieri pomeriggio a Bristall, nello Yorkshire. Un uomo si è avventato su di lei per strada, di fronte alla biblioteca dove la deputata doveva incontrare gli elettori del suo collegio. Prima le coltellate, la donna cerca di difendersi, poi i colpi di pistola, “almeno tre”, secondo quanto riportato dai testimoni. E non c’è più nulla da fare. L’aggressore fugge, anche se un uomo presente cerca di fermarlo, rimanendo lievemente ferito. E intanto la vita di una giovane donna di 41 anni scivola via. In modo del tutto assurdo e imperdonabile.

Jo Cox era una moglie e una madre di due bambini, ma non solo. Era anche una laburista da sempre impegnata contro le nuove forme di jo Coxschiavitù e ogni genere di povertà. Non a caso, aveva ricoperto la carica di presidente del Women’s Network del partito e senior advisor dell’organizzazione anti-schiavitù Freedom Fund. Di recente era impegnata per sostenere un’azione internazionale volta a mettere fine alla guerra in Siria e aprire i confini del Regno Unito ai profughi. Sul referendum per la Brexit, Jo Cox aveva una posizione chiara, convinta sostenitrice del “Remain”, perché il suo Paese, scriveva sui social, è «più forte » dentro l’Europa.

Questo il profilo della donna vittima della tragica aggressione di ieri. Ora si cerca di delineare anche l’identikit dell’assassino: la polizia ha fermato un uomo di 52 anni che, secondo quanto trapelato dai media, è stato identificato come Thomas Mair. L’uomo sarebbe un “devoto sostenitore” dell’Alleanza nazionale, gruppo neonazista che auspica una nazione di soli uomini bianchi.

brexitSecondo alcune testimonianze, il presunto killer avrebbe consumato il delitto al grido di “Britain first” (la Gran Bretagna prima di tutto), frase che non è soltanto un evidente slogan nazionalista, ma che coincide anche con il nome di un movimento politico di estrema destra fortemente euroscettico (e dunque a favore della Brexit), e decisamente convinto che la Gran Bretagna non debba aprire i propri confini agli immigrati, soprattutto se islamici. Il movimento ha preso subito le distanze dal tragico atto, e il numero due del partito, Jayda Fransen, si è detta «estremamente scioccata» per l’assassinio di Jo Cox.

Le indagini sono in corso e le tesi ancora tutte da confermare. La polizia dovrà appurare la veridicità delle testimonianze finora riportate e confermare l’identità del killer. Tutto ciò premesso, non si può fingere che si tratti di un omicidio qualunque, e non solo per l’efferatezza del fatto.

Non si tratta di strumentalizzare quanto accaduto, ma non si può non tenere in considerazione che Jo Cox non era semplicemente una giovane donna, era anche una deputata che, durante la sua carriera politica, aveva sposato alcune cause importanti. Così come non si può non considerare che tutto ciò è avvenuto a pochi giorni dal referendum con il quale i cittadini britannici decideranno se rimanere o meno all’interno Jo Coxdell’Unione europea, nel pieno di una campagna referendaria che di certo non si è contraddistinta per la pacatezza dei toni. Infine c’è da tener conto anche della possibile appartenenza politica del presunto killer.

Soltanto mettendo insieme tutti questi tasselli il Regno Unito, e con esso l’Unione europea, potrà e dovrà avviare una riflessione profonda su quanto accaduto per evitare che si inneschi un crescendo di odio e violenza e atti del genere si ripetano ancora.

 

Valentina Ferraro
Foto © Twitter/JoCox

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Valentina Ferraro
Laureata in letteratura contemporanea, ha lavorato per diversi anni come editor per una casa editrice romana, per poi avvicinarsi alla sua più grande passione: la scrittura, intesa come mezzo di comunicazione a 360 gradi. Ha iniziato scrivendo di cinema e cultura per diverse testate sia online che cartacee (fra queste, “Il quotidiano della Sera” e il settimanale “Il Punto”). Dopo il primo viaggio a Bruxelles, nel 2014, ha scoperto un forte interesse per l’Unione europea, iniziando così ad approfondire le tematiche relative all’Ue. La spiccata curiosità per l’universo della “comunicazione 2.0” l’ha portata a mettersi alla prova anche come blogger. Di recente la scrittura ha incontrato un’altra sua grande passione: l’enogastronomia.

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