Schulz, Juncker, Keller, Tsipras e Verhofstadt protagonisti del dibattito di ieri. Tempi strettissimi e pochi slanci per i cinque candidati
La sala era gremita ieri sera nello Spazio Europa del palazzo delle Istituzioni comunitarie a Roma. Si segue il dibattito fra i candidati alla presidenza della Commisione europea, il primo che vede la presenza di tutti e cinque i leader dei principali schieramenti. Si tratta di un confronto atteso a lungo, almeno dagli addetti ai lavori, che nutrono grandi aspettative sulla serata. Meno atteso, forse, dal “pubblico a casa” che magari nemmeno sa di questo confronto: poco pubblicizato in tv e visibile in diretta solo su Rai News 24, e non sulla rete “ammiraglia” della Rai, come ci si sarebbe aspettato.
Il dibattito si svolge nel suggestivo scenario della plenaria di Bruxelles, è caratterizzato da regole rigide per gli interventi (solo un minuto di tempo ciascuno per rispondere) ed è moderato da Monica Maggioni. In circa novanta minuti i candidati si susseguono in modo ordinato, senza dimostrare in realtà grandi slanci.
Ciò che salta all’occhio è soprattutto la contrapposizione fra i candidati più giovani e la “vecchia guardia”. Da una parte Martin Schulz (Partito Socialista) e Jean-Claude Juncker (Partito Popolare Europeo) si distinguono per il loro stile compassato e la calma con la quale rispondono a ogni tipo di domanda, calma che più di una volta mette Schulz in difficoltà nel rispettare i tempi. Dall’altra Ska Keller (Verdi), Alexis Tsipras (Sinistra Europea) e Guy Verhofstadt (Liberali) non solo sfoggiano un look meno formale (Tsipras è l’unico senza cravatta), ma mostrano anche modalità di comunicazione totalmente diverse: gesticolano, si scaldano, si concedono qualche battuta spiritosa. Intanto l’Europa partecipa da casa attraverso i social, proponendo le proprie tematiche attraverso l’hashtag #TellEUROPE.
I temi trattati sono diversi: dall’economia, all’occupazione, fino all’immigrazione. Gli spunti sono molti, eppure il dibattito non sembra mai decollare. Sarà per via della rigidità dei tempi: un solo minuto sembra infatti inevitabilmente destinato a lasciare in sospeso troppi argomenti, fatto sta che alla fine del dibattito l’impressione è che nessuno dei cinque candidati sia riuscito veramente a distinguersi dagli altri.
I favoriti, secondo i sondaggi, continuano a essere Juncker e Schulz: le ultime proiezioni PollWacht (pubblicate il 14 maggio) danno infatti i Popolari a 212 seggi seguiti dai Socialisti con 209. Quasi un testa a testa, dunque. Non resta che aspettare il 25 maggio per scoprire chi avrà la meglio, e chi, fra i top candidate, siederà alla Presidenza della Commissione europea. Su questo punto, infatti, i cinque candidati ieri si sono mostrati concordi: sarà necessariamente uno di loro a ricoprire quella carica.
Valentina Ferraro
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