Ieri sera si è svolto il dibattito fra i candidati alla presidenza della Commissione Ue
Un pasticcino e un bicchiere di spumante hanno addolcito agli ospiti della sede del Parlamento europeo di Milano la visione del dibattito tra i candidati alla presidenza della Commissione europea trasmesso da Rai News 24. Sul palco l’unico ad aver difeso a spada tratta le politiche di austerity è stato il candidato del Partito Popolare europeo, Jean Claude Juncker: «Non si può spendere più di quello che si ha a disposizione. Occorre usare la forza delle idee, idee innovative, invece che continuare a fare debiti». Secondo Juncker non c’è crescita se non si hanno i conti in ordine. Il candidato del Ppe punta tutto sulla rivoluzione digitale che dovrebbe creare i posti di lavoro di cui i giovani hanno disperato bisogno. Posizioni che sollevano mormorii di disapprovazione dalla platea.
Il regolamento del dibattito, che impone tempi contingentati per i candidati, ha messo in crisi il leader del Pse, Martin Schulz, che è stato più volte sgridato da Monica Maggioni, presentatrice della serata. «In Europa sono i cittadini comuni a pagare gli interessi degli speculatori, gli unici a ricevere i soldi dalle banche. Dobbiamo combattere chi evade le tasse. E soprattutto servono investimenti per la crescita». I temi economici e della disoccupazione infiammano gli animi, anche sui social network. E in sala, tra chi ascolta il dibattito, si vedono tanti schermi accesi, così come in tutta Europa, dove ogni minuto vengono cinguettati mille messaggi con l’hashtag #TellEurope.
Ska Keller, la candidata dei Verdi, ha suscitato ammirazione tra le spettatrici per le risposte secche e taglienti, e commenti di apprezzamento per il bell’aspetto tra gli spettatori. «Noi offriamo come Verdi una Europa che si interessa più alle persone piuttosto che alle banche. Un’Europa di solidarietà per tutti i cittadini». E non solo, visto che per il candidato di origini tedesche l’Europa dovrebbe fare di più per accogliere gli immigrati provenienti dal Nord Africa e dai paesi in guerra.
Alexis Tsipras è stato forse l’unico a strappare qualche applauso tra gli spettatori con la sua parlantina tagliente è la retorica anti rigore: «Se si continua sulla strada della austerità non si potranno affrontare problemi come la disoccupazione. Le idee dei liberali sono quelle che ci hanno portato a questa crisi. Bisogna fermare la paranoia del debito pubblico, servono investimenti per tornare a crescere».
Se Tsipras ha raccolto la rabbia di milioni di europei, Guy Verhofstadt, il candidato dei liberali, di sicuro ha vinto il premio come candidato più simpatico con battute verso i suoi sfidanti, in particolare Schulz: «Delle volte i socialisti sono intelligenti, ma non sempre». Secondo Verhofstadt bisogna puntare tutto sulle dimensioni del mercato unico, 500 milioni di persone, «capace di attirare investimenti e creare occupazione». Liberalizzare e innovare con un occhio ai conti.
Anche se l’Italia non aveva candidati sul palco a portare il vessillo del nostro Paese c’era Monica Maggioni che ha condotto il dibattito in maniera impeccabile, con un accento inglese degno di Oxford. Uno scivolone c’é stato quando si è confusa con i turni di parola tra i candidati, ma ne è uscita elegantemente con un sorriso e una battuta.
Tommaso Cinquemani