Poroshenko: chi era costui?

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Quali scenari in Ucraina dopo le elezioni?

Si respira un’aria di sconforto e rassegnazione in Ucraina, considerando che l’impeto rivoluzionario del Maidan sembra essersi limitato a sfociare in elezioni sostanzialmente scontate, prive di importanti volti nuovi in grado di imprimere una svolta alla situazione. La piazza è ancora occupata, nonostante i ripetuti inviti a sgomberare rivolti alla popolazione, segno che non vi è ancora piena fiducia nella politica delle nuove autorità.

La sfida fra l’oligarca Petro Poroshenko e la pasionaria Yulia Timoshenko, peraltro vinta dal primo con ampio margine di scarto, ha portato alla presidenza un uomo già deputato e ministro in governi precedenti. Anche l’ex pugile Vitali Klitschko, figura simbolo della rivolta, gli ha lasciato campo libero, “accontentandosi” del ruolo di Sindaco di Kiev.

Ma vediamo chi è Petro Poroshenko. Laureato in economia a Kiev, considerato fra gli uomini più ricchi del suo Paese, controlla il gruppo Roshen con fabbriche dislocate sia in Ucraina che in Russia, oltre a possedere una tv privata, il che evoca scenari da conflitto di interessi ben noti nel nostro Paese.

Sovente descritto come camaleontico e pragmatico, abile nello sfruttare a proprio vantaggio il crollo del regime sovietico, spregiudicato senza essere incappato in processi o beghe legali, Poroshenko appare a molti come l’uomo del dialogo. Il suo trasformismo politico, che gli ha permesso di avere ruoli importanti sia nei governi filooccidentali quanto in quelli filorussi, gli vale la nomina di potenziale mediatore fra le parti.

Eppure nelle regioni separatiste dell’est si continua a combattere persino con maggiore durezza. Se questo sia dovuto ad una volontà delle milizie filorusse di far naufragare ogni tentativo di pace, oppure ad una intensificazione delle operazioni portate avanti dall’esercito ucraino non è facile sapere. Fatto sta che Poroshenko si trova a gestire scenari estremamente pericolosi, con un Paese sull’orlo del collasso economico e ancora in preda ad una guerra civile che si acuisce ogni giorno di più.

Stamani Barack Obama e lo stesso Poroshenko hanno avuto un colloquio a Varsavia, nell’ambito del vertice dei Paesi dell’Europa orientale, nel quale il Presidente degli Stati Uniti ha garantito il proprio appoggio, sia economico che politico, al governo di Kiev. Una ulteriore conferma, se mai ce ne fosse bisogno, del profondo coinvolgimento statunitense nelle questioni ucraine.

Recentemente non è passato inosservato al web e agli organi di stampa l’ingresso del figlio di Joe Biden, vicepresidente degli Stati Uniti,  nel consiglio di amministrazione della maggiore compagnia di gas dell’Ucraina, la Burisma.

Tutto questo mentre Vladimir Putin ha stretto un importante accordo energetico con la Cina, e si appresta ad incontrare il Presidente francese Francois Hollande e la Cancelliera tedesca Angela Merkel, ma nessun colloquio è in programma con Obama.

Per dirimere le questioni  è indubbio che Petro Poroshenko non potrà limitarsi ad incassare il sostegno americano, ma dovrà aprire anche il dialogo con Mosca, trovando un punto d’equilibrio fra le forze e gli interessi in campo che, allo stato attuale, sembra ancora difficile da raggiungere.

Riccardo Cenci

Foto © European Community, 2014

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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