2040, l’anno della Grande Sete?

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Rapporto-shock: l’eccessivo impiego di acqua in campo energetico potrebbe privare della risorsa idrica il 40% della popolazione mondiale

Tra meno di trent’anni il mondo potrebbe trovarsi a dover affrontare una drammatica crisi idrica se non verrà ridotta la produzione di elettricità attraverso l’impiego intensivo di acqua: lo afferma una ricerca congiunta sviluppata dall‘Università di Aarhus in collaborazione con la Vermont Law School and lo US Center for Naval Analyses.

Secondo lo studio condotto dall’ateneo danese, se le nazioni non avvieranno al più presto azioni specifiche, la crescente domanda di acqua potabile per usi legati all’energia provocherà drastiche riduzioni idriche in molte aree del globo. Negli ultimi cento anni la popolazione mondiale è pressochè triplicata, ma nello stesso periodo il consumo di acqua è cresciuto di ben sei volte: se questo trend dovesse continuare, a partire dal 2030 la reale disponibilità delle risorse idriche riuscirebbe a soddisfare solo il 60% della richiesta mondiale di acqua.

Gli effetti di questo massiccio consumo di acqua potrebbero avere conseguenze persino peggiori di quelle provocate dal cambiamento climatico: «Tre anni di studi hanno dimostrato che, se continueremo a fare ciò che abbiamo fatto sino ad oggi, a partire dall’anno 2040 non avremo un quantitativo d’acqua sufficiente a mantenere in atto le attuali soluzioni energetiche, ma soprattutto a dissetare l’intera popolazione mondiale», afferma Benjamin Sovacool, direttore del Centro per la Tecnologia energetica dell’Università di Aarhus.

Lo studio propone una soluzione semplice per scongiurare questo scenario da incubo: sostituire l’energia nucleare e quella prodotta dal carbone, che richiedono un massiccio impiego di acqua, con fonti energetiche derivanti dall’eolico e dal solare. La ricerca ha infatti appurato che «la produzione di elettricità da impianti termoelettrici è inestricabilmente collegata alle risorse idriche»: in molte nazioni generare energia richiede un consumo di acqua superiore perfino a quello impiegato dal settore agricolo.

Alessandro Ronga

Foto © 2014 MORGUEFILE

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Alessandro Ronga
Giornalista e blogger, si occupa di Russia e dei Paesi dell'ex Urss. Scrive per il quotidiano "L'Opinione" e per la rivista online di geopolitica "Affari Internazionali". Ha collaborato per il settimanale "Il Punto". Nel 2007 ha pubblicato un saggio storico sull’Unione Sovietica del dopo-Stalin.

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