L’Indice dei prezzi alimentari della FAO crolla al minimo nel 2014

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Livello più basso determinato dal calo dei prezzi dei cereali, dei semi oleosi e dei prodotti caseari

A luglio, per il quarto mese consecutivo, l’Indice FAO dei prezzi alimentari è diminuito a causa principalmente del drastico calo dei prezzi internazionali del granturco, del grano e di alcuni semi oleosi, riflesso dell’ampia offerta di questi prodotti. Sulla base dei prezzi di un paniere di prodotti alimentari negoziati a livello internazionale, l’Indice FAO dei prezzi alimentari ha registrato nel mese di luglio una media di 203,9 punti, un calo di 4,4 punti, ovvero del 2,1%, rispetto al valore rivisto del mese di giugno e di 3,5 punti, 1,7%, al di sotto del livello del luglio 2013.

Dato da considerarsi positivo, perché «riflette aspettative migliori per gli approvvigionamenti della stagione attuale e per quelle future, in particolare per i cereali e gli oli, una situazione che dovrebbe facilitare una ricostituzione delle scorte mondiali» – secondo l’economista senior della FAO Concepcion Calpe – «mentre i prezzi della carne a luglio sono aumentati per il quinto mese consecutivo e quelli dello zucchero sono rimasti stabili, il calo delle quotazioni per cereali, semi oleosi, ma anche per i prodotti lattiero-caseari, ha spinto l’Indice dei prezzi alimentari della FAO al suo livello più basso dal gennaio 2014».

I prezzi degli oli vegetali hanno registrato in luglio una media di 181,1 punti, un calo di 7,7 punti, ovvero del 4,1%. Il declino ha continuato a essere guidato principalmente dal calo dei prezzi dell’olio di soia e di palma. I primi sono scesi principalmente in risposta a prospettive di raccolto record per gli Stati Uniti, nonché alle abbondanti disponibilità in Sud America, mentre le quotazioni dell’olio di palma si sono attenuate a causa del persistere di una valuta forte in Malesia e della debole domanda di importazioni a livello globale.

Stessa diminuzione per i prezzi dell’olio di colza e di quello di semi di girasole che si sono indeboliti, riflettendo le ampie prospettive di raccolto per il 2014/15. Calo anche per l’Indice FAO dei prezzi dei prodotti lattiero caseari che ha registrato una media di 226,1, meno 10,3 punti (4,4% ​) rispetto a giugno e 17,5 punti (7,2%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Una diminuita domanda d’importazioni – tra cui il calo degli acquisti di burro da parte dei Paesi islamici durante il Ramadan – ha contribuito alla tendenza al ribasso.

Al contrario il persistere di una forte domanda di carne dall’Asia, e in particolare dalla Cina, ha contribuito a far salire l’Indice FAO dei prezzi della carne, che ha registrato una media di 204,8 punti, un aumento di 3,7 punti (1,8%) rispetto al suo valore rivisto del mese di giugno e di 25,4 punti (14,1%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.  Sono aumentati anche i prezzi medi del pollame e della carne ovina, mentre quelli della carne di maiale sono in parte calati rispetto al massimo storico registrato nel mese di giugno.

Infine l’Indice FAO del prezzo dello zucchero ha registrato nel mese di luglio una media di 259,1 punti, un aumento marginale di 1,1 punti (0,4%) rispetto a giugno, e di 20,2 punti (8,4%) rispetto a luglio 2013. Negli ultimi tre mesi i prezzi internazionali dello zucchero sono stati relativamente volatili, per l’incertezza circa l’impatto di un periodo di siccità sulla canna da zucchero in Brasile, il più grande produttore ed esportatore mondiale, e per le notizie di piogge monsoniche inferiori alla media in India, il secondo produttore mondiale.

Elodie Dubois

©FAO/J.Belgrave

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Elodie Dubois
Francese, innamorata dell'ambiente e dell'Italia. Sempre attenta alle tematiche che riguardano la lotta all'effetto serra e la riduzione dell'inquinamento, contribuisce con la sua esperienza a Strasburgo e a Bruxelles alla realizzazione di una buona Euro...comunicazione!

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