Il Grande Progetto Pompei

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Cosa è stato fatto e cosa resta da fare

Dopo le polemiche seguite agli episodi di incuria, ai numerosi crolli e cedimenti registrati negli anni scorsi, abbiamo visitato il sito archeologico di Pompei per renderci conto di persona dello stato di avanzamento del grande progetto di restauri, messa in sicurezza e riqualificazione avviato nell’aprile 2012, oggetto di un recente incontro con  il ministro Franceschini.

105 milioni di euro stanziati con la Decisione Comunitaria n. 2154 del 29 marzo 2012, dei quali solo 1.548.530 spesi al luglio 2014, per la salvaguardia di questo inestimabile patrimonio. Un progetto che ora dovrebbe subire una sostanziale accelerazione.

Pompei non ha bisogno solo di lavori straordinari, ma di una manutenzione ordinaria continua e di un monitoraggio costante, anche per evitare i numerosi furti di opere di vario genere, dai mosaici agli apparati decorativi più vulnerabili, operati da turisti senza scrupoli, disposti a rischiare una denuncia pur di tornare nei propri Paesi con un prezioso souvenir. A fronte di alcuni tentativi scoperti, certamente ve ne sono altri che sfuggono alle forze dell’ordine, come dimostra la recente sottrazione di un affresco dalla domus di Nettuno.

Quello del personale è certo un tasto dolente. Numerose domus visitabili su via dell’Abbondanza si avvalgono di guardiani, altrove non sempre presenti.

Insula Occidentalis 2Altro problema quello dell’effettivo impiego delle risorse stanziate. In seguito alla presentazione di due ricorsi, altrettanti progetti sono stati sospesi dal TAR, e ora si aspetta una pronuncia del tribunale. Molte gare devono ancora essere bandite. Occorre assolutamente evitare il rischio di infiltrazioni malavitose e di ritardi burocratici eccessivi, che potrebbero compromettere la tempestività e dunque l’efficacia dei lavori.

Elemento positivo in termini di trasparenza la pubblicazione dei dati relativi agli interventi di manutenzione sul portale della Soprintendenza, volto ad avviare un circuito virtuoso fra Stato e cittadino. L’obiettivo del progetto denominato OpenPompei è quello di creare un nuovo modello gestionale, aperto appunto a tutti, con la periodica pubblicazione dei risultati scientifici conseguiti, con una mappatura costante delle zone a rischio e altre notizie utili a coloro i quali vogliano essere parte attiva nella tutela del nostro patrimonio culturale.

Visitando l’area si vedono numerosi cantieri aperti, i ponteggi e le impalcature erette, alcuni operai al lavoro, non quanti ci saremmo aspettati per la verità. Restauratori stanno operando sugli affreschi della villa dei Misteri, testimonianze straordinarie della decorazione parietale al tempo dei romani. Altre pitture non sono tutelate, come quelle all’interno del Lupanare. Il sito è nel complesso pulito e ben tenuto, ma non mancano aree meno battute dove i soliti incivili gettano boccette d’acqua e altra immondizia. Anche in questo senso una vigilanza più capillare sarebbe auspicabile.

L’accelerazione del progetto in termini operativi è certo una buona notizia. Ora occorre vigilare perché il denaro stanziato venga speso tutto e bene, per salvare dall’incuria una testimonianza unica del mondo antico.

Riccardo Cenci

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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