Il commissario Almunia: «La transazione non ostacola la concorrenza». Ma restano i dubbi sulla privacy
L’acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook non comporta danni per la concorrenza. Questo quanto dichiarato dalla Commissione europea che ha dato il suo via libera all’operazione da 19 miliardi di dollari, con la quale il gigante dei social network ingloberà al suo interno anche la popolarissima app di messaggistica istantanea per smartphone. L’analisi svolta dall’Antitrust Ue si è focalizzata su tre principali aree: i servizi di comunicazione digitale, i social network e la pubblicità online. Ne è emerso che la «transazione non solleva preoccupazioni» per nessuno dei tre ambiti.
Questo quanto dichiarato da Joaquin Almunia, commissario Ue alla concorrenza, che ha aggiunto: «Anche se Facebook e WhatsApp sono due delle app più popolari, la maggior parte della gente usa più di un’app. Abbiamo valutato attentamente la proposta di acquisizione – ha spiegato il commissario – e siamo giunti alla conclusione che non ostacola la concorrenza di questo mercato dinamico e in forte crescita. I consumatori continueranno ad avere una vasta scelta per la loro comunicazione».
Secondo la Commissione, infatti, non esistono rischi all’interno di un mercato così vivo e dinamico come quello delle app, dove non mancano i concorrenti che possono rappresentare valide alternative a WhatsApp. Per quanto riguarda i social network, invece, l’analisi condotta dall’Antitrust ha evidenziato come sia Facebook che WhatsApp partano da un numero di utenti piuttosto elevato che, nella maggior parte dei casi sono utilizzatori di entrambi i mezzi di comunicazione digitale. Questo garantirebbe un margine di guadagno comunque limitato al gigante dei social, visto che la fetta di utenti “nuovi” risulterebbe di dimensioni ridotte.
La questione sembra essere meno semplice per quanto riguarda le pubblicità: è infatti evidente che Facebook potrebbe servirsi di WhatsApp per acquisire nuove informazione riguardo i dati dei propri utenti. In questo modo il noto social network sarebbe in grado di indirizzare al meglio i propri messaggi pubblicitari, senza tra l’altro escludere la possibilità di rivolgerli agli utenti stessi (ben 450 milioni) di WhatsApp. Nonostante questo, secondo l’Antitrust continuerebbero comunque a sussistere altri fornitori di dati, o perlomeno un numero sufficiente a garantire la concorrenza.
È tuttavia evidente come Facebook si troverà a gestire una quantità di dati crescenti, per questo la stessa Commissione europea ha voluto allertare riguardo a «possibili questioni relative alla privacy che potrebbero emergere dall’accresciuta concentrazione di dati sotto il controllo di Facebook». Questioni che, tuttavia, «non sono di competenza delle autorità Antitrust».
Valentina Ferraro
Foto © European Community, 2014