Nell’ultimo Consiglio i Capi di Stato e di Governo ribadiscono l’intenzione di spingere la crescita
Il messaggio che è uscito dalla recente due giorni di Bruxelles, ultima a presidenza italiana, è che l’Ue intende veramente promuovere gli investimenti e affrontare le carenze del mercato nel Vecchio Continente. Di più, che per l’Europa costituiscono una sfida strategica essenziale, grazie a un rinnovato accento posto sulla creazione di nuovi posti di lavoro unitamente all’impegno degli Stati membri a intensificare le riforme strutturali e a perseguire un risanamento di bilancio.
Si tratta di una vera e propria “fase due” del Consiglio europeo dopo le promesse fatte dal nuovo presidente della Commissione Juncker al momento d’insediarsi. I Capi di Stato e di Governo dei 28 hanno perciò richiesto l’istituzione di un Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) in seno al Gruppo BEI (Banca Europea degli Investimenti) al fine di mobilitare 315 miliardi di euro in nuovi investimenti tra il 2015 e il 2017.
Nel gennaio 2015 la Commissione presenterà una proposta sulla quale i legislatori dell’Unione sono invitati a trovare un accordo entro giugno, di modo che si possano attivare i nuovi investimenti fin dalla metà del 2015. Il Gruppo BEI è invitato ad avviare le attività avvalendosi di fondi propri a partire da gennaio 2015. Il FEIS sarà aperto ai contributi degli Stati membri, direttamente o attraverso le banche di promozione nazionali.
Il Consiglio europeo ha invitato, pertanto, a proseguire con urgenza gli sforzi nella lotta all’elusione fiscale e alla pianificazione fiscale aggressiva, a livello sia globale sia dell’Ue. Rilevando nuovamente l’importanza della trasparenza, il Consiglio europeo continua di fatto ad attendere con interesse la proposta della Commissione sullo scambio automatico di informazioni in materia di accordi fiscali nell’Ue.
Il Consiglio, per assicurare il corretto funzionamento dell’Unione economica e monetaria, considera essenziale un coordinamento più stretto delle politiche economiche. A seguito di ciò il presidente della Commissione, in stretta cooperazione con il presidente del Vertice euro, il presidente dell’Eurogruppo e il presidente della Banca centrale europea, riferirà al più tardi al Consiglio europeo di giugno 2015. Ma pure gli Stati membri saranno strettamente coinvolti nei lavori preparatori.
Angie Hughes
© European Union, 2014