Nuova escalation militare nel conflitto in Ucraina

0
336

La situazione sembra sfuggire di mano, mentre l’Europa resta a guardare

Dichiarando che l’esercito ucraino è una legione della Nato, volta al contenimento geopolitico della Russia, Vladimir Putin non nasconde le proprie mire espansionistiche, che nell’ottica del Cremlino rappresentano un riprendere ciò che è percepito come proprio.

Nell’Est dell’Europa è in atto un conflitto non dichiarato ufficialmente, uno scontro fra due Paesi limitrofi e profondamente legati, una volta parte del grande impero sovietico, che ha tutte le caratteristiche di una guerra civile, pur avendo implicazioni ben più ampie.

Conscio di uno stallo nelle operazioni militari, preoccupato dalle crescenti pressioni economiche, Putin aspira smuovere la situazione tracciando un corridoio fra la Crimea, già annessa ma isolata geograficamente, e le regioni separatiste del Donbas, creando le condizioni per trattare da una posizione dominante. In quest’ottica vanno letti i recenti attacchi sulla città di Mariupol, nei quali sono periti numerosi civili, che secondo il capo degli affari politici dell’Onu, Jeffrey Feltman, hanno tutte le caratteristiche di veri e propri crimini di guerra (e chissà quante atrocità verranno alla luce una volta terminato il conflitto).

image (6)La situazione rischia di trascinarsi ancora a lungo visto che l’Ucraina, pur nelle sue mille contraddizioni, non si è disgregata come si poteva prevedere all’inizio. La resistenza popolare si è rivelata più forte del previsto, e non è un caso che tutto sia partito proprio da una protesta di piazza in quel di Kiev, evento che ha turbato non poco i piani del Cremlino. Il progetto della grande unione eurasiatica ha perso un tassello importante, arduo da riguadagnare in breve termine.

In tutto questo ecco nuovamente profilarsi lo scontro fra i colossi russo e americano, con l’Europa schiacciata nel mezzo, la quale non riesce ad essere determinante. L’Occidente parte da una posizione di debolezza; non può in alcun modo appoggiare l’escalation militare o intervenire direttamente, ma si affida unicamente all’arma delle sanzioni economiche. Putin, dal canto suo, si erge a difensore del popolo russo, incassando il sostegno dei suoi connazionali, sempre pronti a fare quadrato attorno al proprio leader, eccezion fatta per alcune voci critiche.

image (5)Il Cremlino nega il proprio coinvolgimento diretto nel conflitto, eppure immagini diffuse sui siti internet locali mostrano colonne di carri armati e mezzi pesanti sempre più numerose e prive di insegne muoversi sul territorio. Che Mosca assista i separatisti è innegabile. L’esercito ucraino, cronicamente povero di risorse, resiste come può. Mercenari e fanatici della guerra affluiscono da ogni dove rimpolpando entrambi gli schieramenti, animati da sentimenti opposti. Dalla parte dell’Ucraina agisce ad esempio il battaglione Azov, non esente da simbolismi neonazisti, mentre nel settore russo esponenti di un panslavismo estremo appoggiano il ruolo dominante e l’imperialismo di Mosca. In questo scenario le originarie motivazioni popolari appaiono totalmente tradite, le utopie europeiste definitivamente dissolte.

I presidenti Putin e Poroshenko seguitano a stringersi la mano siglando accordi di pace regolarmente disattesi. Evidentemente non si vuole oppure non si riesce più a controllare la situazione. Dal punto di vista economico un’Ucraina sull’orlo della bancarotta, con l’UE che rischia di dover pagare il conto, e una Russia colpita dal crollo del rublo e dalla discesa del prezzo del petrolio delineano scenari preoccupanti. Una situazione della quale possono avvantaggiarsi gli Stati Uniti, infatti in ripresa economica, che vedono positivamente un indebolimento del Cremlino. Non a caso Standard & Poor’s, l’agenzia di rating americana, ha appena abbassato il giudizio sui titoli di stato della Russia.

Dal canto suo l’Europa vacilla paurosamente. I suoi interessi non coincidono totalmente con quelli degli Stati Uniti. Di fronte all’avanzare del conflitto è costretta a varare sanzioni, non a caso contestate da molti imprenditori e uomini d’affari, che colpiscono anche le proprie economie, già fiaccate da una crisi che non accenna ad allentare la presa. Cosa più grave, non riesce ad esprimersi con una voce sola. A parole appoggia le aspirazioni libertarie del popolo ucraino e condanna l’ingerenza di Mosca, ma in realtà può solo tenersi in equilibrio su un crinale scivoloso. Finché l’UE non si presenterà forte e determinata dal punto di vista politico, non potrà incarnare quel ruolo di potenza mondiale che le compete, non potrà influire in maniera decisiva sulle geometrie del nostro pianeta.

Riccardo Cenci

foto: odnoklassniki.ru

Articolo precedenteL’Europa e il Data Journalism raccontato da Tia Formazione Internazionale
Articolo successivoCorte di Strasburgo: «È possibile avere figli anche senza legame biologico»
Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui