E se le sanzioni abolissero il codice SWIFT in Russia?

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La misura al vaglio di Usa e Ue andrebbe certo a colpire l’economia russa ma potrebbe anche avere un effetto-boomerang

Le nuove sanzioni contro la Russia che Usa e Ue stanno valutando potrebbero prevedere l’estromissione di Mosca dallo SWIFT, il network internazionale di pagamento adottato praticamente da tutti gli operatori finanziari del globo. Gli effetti di una tale decisione danneggerebbero certo gli operatori economici russi, ma le ripercussioni non risparmierebbero neppure la finanza mondiale: preoccupazione sui possibili sviluppi negativi è stata espressa perfino dal premier lettone Laimdota Straujuma, in qualità di presidente di turno dell’Unione Europea.

«Senza SWIFT non potranno più esserci rapporti bancari, cosa che accade quando due Paesi sono sull’orlo di una guerra – ha dichiarato al Financial Times Andrej Kostin, numero uno della russa VTB Bank – se passa questa misura, l’indomani gli ambasciatori di Usa e Russia lasceranno Mosca e Washington».

SWIFT (acronimo di Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication) è un network con sede in Belgio che attribuisce codici bancari agli istituti di credito al fine di rendere più sicure le comunicazioni tra di essi, «un punto focale della finanza internazionale», come l’ha definito il Washington Post, a enfatizzarne il ruolo chiave nell’economia globale, di cui ormai facciamo tutti parte: a chi si trova a dover effettuare transazioni con l’estero potrà infatti capitare di imbattersi nella richiesta di un codice SWIFT della banca presso cui accreditare il denaro, da aggiungere al classico IBAN e finalizzato a garantire la sicurezza dell’operazione.

La Russia ha aderito questo network interbancario globale nel 1989, quando ancora c’era l’Urss. Alcuni ritengono comunque che l’economia russa, passata una prima fase di emergenza, potrebbe anche fare a memo dello SWIFT: le banche russe potrebbero infatti avvalersi di un proprio sistema di codificazione analogo ma operativo solo nell’Est europeo, da dicembre scorso in sperimentazione dalla Banca Centrale russa, che se venisse adottato finirebbe per danneggiare gli operatori economici occidentali in Russia. Come ai tempi della Guerra Fredda, si genererebbero due mondi paralleli, con la differenza che nell’era della globalizzazione le conseguenze sarebbero imprevedibili.

Alessandro Ronga

Foto © Morguefile/ Luehnsdorf 2012

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Alessandro Ronga
Giornalista e blogger, si occupa di Russia e dei Paesi dell'ex Urss. Scrive per il quotidiano "L'Opinione" e per la rivista online di geopolitica "Affari Internazionali". Ha collaborato per il settimanale "Il Punto". Nel 2007 ha pubblicato un saggio storico sull’Unione Sovietica del dopo-Stalin.

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