Grecia: a giugno non rimborseremo rate a Fondo monetario internazionale

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Sul rischio Grexit, il ministro Varoufakis avverte: «Sarebbe catastrofico. Significherebbe l’inizio della fine per la moneta unica»

«Le quattro rate per l’Fmi valgono un miliardo e 600 milioni, questo denaro non sarà versato e non ce n’è da versare». A parlare è il ministro dell’Interno greco, Nikos Voutsis, in un’intervista rilasciata ieri alla tv greca Mega. Mai dichiarazione fu più esplicita, senza margini di interpretazione. Ecco dunque che quello che finora veniva invocato come uno spettro, assume sempre più i contorni di una concreta possibilità. Stiamo parlando del rischio default per la Grecia, ma anche del cosiddetto “Grexit“, ovvero l’uscita di Atene dall’euro. Ed è proprio questa ipotesi a rendere il quadro ancora più complesso e problematico. A tutto questo si aggiunge il fattore tempo, ormai agli sgoccioli, visto che la scadenza della prima delle rate (300 milioni di euro) è prevista per il 5 giugno.

È evidente che ci troviamo di fronte ad una situazione sostanzialmente diversa da quella in cui si trovò l’Argentina qualche anno fa, anche se gli scenari evocati la ricordano immediatamente, con la corsa agli sportelli ed il blocco dei conti correnti. Ma nel caso della Grecia c’è l’euro di mezzo, e tutto assume contorni diversi.

Lo sa bene il ministro dell’Economia, Yanis Varoufakis, che in queste ore delicate continua a ricordare all’Uimagenione europea cosa comporterebbe il Grexit per l’eurozona. Si tratterebbe, dichiara il ministro greco alla Bbc, di una situazione «catastrofica» per l’Europa, e sarebbe il segnale «dell’inizio della fine per il processo della moneta unica».

Varoufakis ha inoltre sottolineato come Atene abbia compiuto enormi sforzi per andare incontro alle richieste provenienti dalle istituzioni internazionali, facendo in questo senso, «passi enormi». «Ora – ha aggiunto il ministro – spetta a queste istituzioni fare la loro parte». Ha infine spiegato: «Siamo andati loro incontro a tre quarti del percorso, ora loro devono venirci incontro facendo quell’ultimo quarto del cammino».

La posizione della Grecia sembra essere piuttosto chiara: soldi per pagare non ce ne sono ma, sembrerebbe dire Atene, se cadiamo noi, l’effetto domino sull’eurozona è pressoché inevitabile. D’altra parte, dall’Ue, si guarda con reticenza alla possibilità di fare altre concessioni alla Grecia.

Il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, in una intervista radio si è espresso al riguardo senza mezzi termini, spiegando che Atene deve risolvere i «problemi a casa». «Si è impegnata – ha affermato il ministro – lo scorso 20 febbraio ad attuare l’attuale programma, quindi non abbiamo bisogno di parlare di alternative».

È evidente che la questione non è soltanto economica ma assume anche connotati eminentemente politici. Certo è che un’uscita della Grecia dall’euro renderebbe il sistema più fragile, ponendo a rischio soprattutto gli Stati membri più deboli, e uno fra questi è senza dubbio l’Italia.

In molti ritengono che margini di trattativa sono ancora possibili, con la Grecia che cede a qualche compromesso in più in cambio di un nuovo pacchetto di aiuti dall’Ue. Ora resta da capire se queste ipotesi, oltre ad essere possibili, siano anche praticabili per l’uno e l’altro interlocutore. Intanto il tempo stringe, e questa settimana è densa di appuntamenti importanti: mercoledì il premier Tsipras sarà a Bruxelles per un’audizione davanti al Parlamento europeo, mentre il 27 e 28 ci sarà un G7 a Dresda in cui, di fatto, si troveranno riuniti tutti i creditori di Atene.

 

Valentina Ferraro

Foto © 2015 European Commision

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Valentina Ferraro
Laureata in letteratura contemporanea, ha lavorato per diversi anni come editor per una casa editrice romana, per poi avvicinarsi alla sua più grande passione: la scrittura, intesa come mezzo di comunicazione a 360 gradi. Ha iniziato scrivendo di cinema e cultura per diverse testate sia online che cartacee (fra queste, “Il quotidiano della Sera” e il settimanale “Il Punto”). Dopo il primo viaggio a Bruxelles, nel 2014, ha scoperto un forte interesse per l’Unione europea, iniziando così ad approfondire le tematiche relative all’Ue. La spiccata curiosità per l’universo della “comunicazione 2.0” l’ha portata a mettersi alla prova anche come blogger. Di recente la scrittura ha incontrato un’altra sua grande passione: l’enogastronomia.

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