Forte appello della Fao: cambiamo il modo in cui produciamo il cibo

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In occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente il dg uscente Jose Graziano da Silva chiede un modo nuovo e olistico di pensare e di agire

In attesa che parta, da domani fino al 13 giugno, la 39ma Conferenza biennale della Fao, il massimo organo di governo dell’Organizzazione, quando i 197 membri che la compongono si riuniranno, discutendo dei trend globali della lotta alla fame e dello stato attuale dell’alimentazione e dell’agricoltura, oggi il direttore generale uscente Jose Graziano da Silva ha parlato in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente, auspicando la creazione di connessioni positive tra cibo, agricoltura e ambiente.

Aspettando, quindi, che la Conferenza elegga il suo sostituto per i prossimi quattro anni, definendo il budget dell’Organizzazione per il biennio 2016-2017, l’attuale capo della Fao ha detto a chiare lettere che «dobbiamo modificare il modo in cui produciamo il cibo». Governi, cittadini, produttori e investitori devono ideare un «modo nuovo e olistico di pensare e – ovviamente – di agire» per affrontare il cambiamento climatico e nutrire una popolazione in costante crescita.

4 June 2015, Milan Italy - Fao Dierctor General Jose' Graziano da Silva arrive at 154th meeting of the NAT Agriculture, Rural Development and Environment section of the European Economic and Social Committee, Milan EXPO.

Presente all’Expo 2015 di Milano, Da Silva ha citato due principi guidaassicurare che tutti abbiano accesso al cibo e rendere i nostri sistemi alimentari sostenibili – come cruciali per riuscire a nutrire la popolazione mondiale in crescita e al tempo stesso preservare la salute del suolo e delle altre risorse naturali di cui l’uomo ha bisogno per vivere.

Sebbene sarà necessario un aumento della produzione alimentare per nutrire i due miliardi di persone in più previste per il 2050, la causa principale della fame è legata al problema dell’accesso. C’è cibo già a sufficienza per tutti, ma le famiglie povere non hanno le risorse per comprare o produrre il cibo di cui hanno bisogno. Questo è un punto che la Fao non si stanca di sottolineare in un momento in cui le sfide globali passano dal bisogno di aumentare la produzione nel dopoguerra a un nuovo paradigma basato su modi migliori di utilizzare le risorse limitate.

5 June 2015, Milan Italy - 154th meeting of the NAT Agriculture, Rural Development and Environment section of the European Economic and Social Committee, Milan EXPO.

La sostenibilità è centrale perché «siamo sette miliardi di sogni che dividono un solo pianeta», ha commentato sempre da Silva ad un evento cui ha partecipato anche Gianluca Galletti, ministro dell’Ambiente italiano, e Achim Steiner, direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep). Lo slogan della giornata, “consumare con attenzione”, sottolinea l’estrema importanza del modo in cui dobbiamo trattare il cibo. Perso o sprecato potrebbe sfamare un terzo degli affamati del mondo, invece di tradursi in lavoro, acqua, energia e altri input sprecati.

4 June 2015, Milan Italy - (From left to right) Mr. Phil Hogan European Commissioner for Agriculture and Rural Development, Fao Dierctor General Jose' Graziano da Silva, Maurizio Martina Italy's Minister of Agriculture, Roberto Arditti journalist and Expo Director of institutional affairs, Giuseppe Sala, Commissioner of the Government of Italy for Expo Milano 2015 - 154th meeting of the NAT Agriculture, Rural Development and Environment section of the European Economic and Social Committee, Milan EXPO.

Lo stima la FAO: a livello mondiale fino ad un terzo di tutto il cibo prodotto viene sprecato o perso, e che i 222 milioni di tonnellate di cibo che vengono buttati via ogni anno solo dai consumatori della parte ricca del pianeta, corrispondono quasi all’intera produzione netta dell’Africa sub-sahariana. Non solo questo cibo non giunge gli affamati, ma la sua produzione consuma nutrienti essenziali per il suolo e può ostacolare la possibilità di gestire le terre in modo da consentire un migliore stoccaggio di carbonio.

Il direttore esecutivo dell’Unep Achim Steiner ha affermato: «Il secolo appena passato ha visto una rapida trasformazione della nostra relazione con il mondo naturale, con un aumento esponenziale dell’uso delle risorse naturali che ha portato al degrado ambientale. Dobbiamo chiedere a noi stessi quali saranno le conseguenze di questo modello di consumo in un mondo che nel 2050 dovrà sostenere le vite e le aspettative di 9 miliardi di persone».

5 June 2015, Milan Italy - 154th meeting of the NAT Agriculture, Rural Development and Environment section of the European Economic and Social Committee, Milan EXPO.

Il cambiamento climatico pone una grossa sfida per il futuro della sicurezza alimentare, specialmente per via del potenziale impatto sulla produzione agricola dei Paesi in via di sviluppo più poveri e rappresenta una vera e propria minaccia per la sopravvivenza stessa di alcuni Stati insulari.

Alla vigilia della Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima che si terrá a novembre 2015 a Parigi, la Fao sta rimarcando la necessità di un approccio “a tutto governo”, che coinvolga diversi ministeri e livelli di governo, per affrontare temi che spaziano dal bisogno di una migliore gestione e conservazione del suolo, a quello di colture più resilienti, nonché di politiche inclusive che beneficino i più vulnerabili e rafforzino le donne e i giovani.

4 June 2015, Milan Italy - 154th meeting of the NAT Agriculture, Rural Development and Environment section of the European Economic and Social Committee, Milan EXPO.

Non solo bisogna rendere più efficiente la distribuzione e la lavorazione del cibo, ma l’imperativo di adattarsi al cambiamento climatico implica che molte pratiche agricole dovranno esser guidate da nuovi obiettivi e nuove tecnologie. Il punto centrale del cambiamento richiesto riguarda «il passaggio da un approccio basato sull’uso intensivo degli input ad uno che ci permetta di produrre di più con meno», come ha affermato Graziano da Silva.

Questo richiederà innovazioni in aree quali la conservazione e il ripristino del suolo, lo sviluppo di sementi più resistenti a condizioni climatiche più calde e volatili, nonché sistemi di gestione della terra capaci di un migliore assorbimento delle emissioni di carbonio. «Cibo per tutti deve essere parte della soluzione al cambiamento climatico, e l’agricoltura può sostenere la transizione verso società ed economie più resilienti e a basso consumo di carbonio», ha rimarcato da Silva, «spetta a noi far sì che questo accada».

5 June 2015, Milan Italy - 154th meeting of the NAT Agriculture, Rural Development and Environment section of the European Economic and Social Committee, Milan EXPO.

Sempre oggi, nel corso di un evento con Maurizio Martina, ministro per le Politiche Agricole e Forestali italiano, e decine di altri funzionari internazionali, il direttore generale della FAO ha firmato la Carta di Milano, una proposta avanzata dall’Italia per esortare gli individui ad impegnarsi personalmente a lavorare per l’eradicazione della fame nel mondo.

 

 

Margit Szucs

Foto © FAO

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