La Chiesa ucraina lancia appelli a Roma per un intervento di pacificazione. Appoggio che potrebbe prevedere l’allacciamento di altri rapporti strategici
Mercoledì 3 giugno, come abbiamo immediatamente scritto, sono ripresi gli scontri tra i filorussi e le forze armate ucraine.
Kiev e i separatisti si sono accusati reciprocamente. L’Alto rappresentante Ue per gli Affari Esteri Federica Mogherini ha dichiarato: «L’escalation dei combattimenti rischiano di scatenare una nuova spirale di violenza e di sofferenza». Di questa grave situazione il Vaticano segue con particolare attenzione gli sviluppi.
Mercoledì 10 Vladimir Putin incontra Renzi in occasione della “Giornata Russa” presso l’Expo di Milano. Sarebbe desiderio del premier russo, a ridosso dell’appuntamento italiano, incontrarsi con Papa Francesco. Tra i motivi principali del premier c’è la necessità di sottrarsi all’isolamento – commerciale e politico – in cui da mesi molti Paesi occidentali lo hanno confinato per indebolirlo.
L’irrisolta questione ucraina, a dispetto degli accordi di Minsk, continua a mietere vittime. «E’ un conflitto tra fratelli» ha denunciato Papa Francesco nell’udienza generale del 4 febbraio. L’arcivescovo maggiore della Chiesa ucraina greco-cattolica, Svjatoslav Schevchuk ha lanciato più volte appelli alla Chiesa di Roma perché intervenga “con decisione” per una pace duratura.
Qualche settimana fa il ministro degli esteri ucraino Klimkin ha incontrato a Roma Schevchuk e ha invitato Bergoglio a visitare il suo Paese. Ma per il momento non è possibile, l’agenda di Francesco è già piena di appuntamenti. Potrebbe essere invece il Segretario di Stato Cardinale Parolin a recarsi a Kiev per cercare di ricucire la fragilissima tela di una vera tregua e porre le basi per una pace duratura.
Un mese fa il patriarca ortodosso Kirill aveva rilevato che «Papa Francesco e il Segretario di Stato Vaticano, hanno adottato una posizione apprezzabile sulla questione ucraina, chiedendo la fine di una guerra fratricida».
Al momento tra Russia e Vaticano vi sono interessi convergenti su varie questioni nel mondo, da quella mediorientale ai conflitti regionali come in Libia. La Russia farà del tutto per evitare che il fondamentalismo islamico possa destabilizzare alcune parti del Paese rendendo problematico l’accesso russo al Mediterraneo.
Altro motivo che renderebbe auspicabile l’incontro tra Putin e Papa Francesco è costituito dal grande interesse della Santa Sede ad una “normalizzazione” dei rapporti con il gigante cinese. Il premier russo coltiva sempre di più i rapporti con le potenze asiatiche e in particolare con il presidente cinese Xi Jinping, per cui potrebbe diventare un alleato importante del Vaticano per la costruzione di relazioni fruttuose con la Cina.
Giancarlo Cocco
Foto © Wikicommons. Nell’immagine di apertura Vladimir Putin insieme a Papa Giovanni Paolo II