Il premier greco ha spiegato le sue ragioni al Pe, alla presenza di Tusk e Juncker. Presa di posizione dei capigruppo, più per appartenenza nazionale che politica
«L’Europa senza la Grecia non esiste». E’ quanto ha affermato Gianni Pittella – capogruppo del Pse (Partito socialista europeo) all’Europarlamento – riunito a Strasburgo con la presenza del premier greco Alexis Tsipras, oltre a quella dei presidenti Donald Tusk (Consiglio Ue) e Jean-Claude Juncker (Commissione).
«Da Atene il messaggio è forte» – ha proseguito Pittella – «l’Europa deve tornare allo spirito di solidarietà che animò i padri fondatori dell’Unione. Il popolo greco debilitato da cinque anni di austerità ha detto no all’accordo con i creditori, ma sull’euro e la Ue la Grecia vuole andare avanti. E’ una sconfitta per il rigore voluto dalla Merkel il suo operato ha bloccato sviluppo e occupazione. L’esigenza di avere Paesi dal bilancio sano è giusto ma non si può fare quando si distruggono posti di lavoro e migliaia di famiglie sono in difficoltà in vari Paesi europei».
«L’Europarlamento» – ha continuato il capogruppo – «non ha potere sulle decisioni di carattere economico. L’inasprimento del Patto di Stabilità è stato preso dai governi. In quest’ultimo anno stiamo portando avanti una forte iniziativa politica. E’ pronto un piano per investimenti di 315 miliardi per far ripartire la crescita. A proposito di un accordo con Tsipras, le premesse c’erano tutte, poi è intervenuto il ministro delle finanze tedesco ed è saltato tutto. Juncker ha messo nel piatto 40 miliardi di fondi europei ma bisogna venire incontro alle richieste dei greci per una ristrutturazione del debito con interessi bassi. Da parte sua la Grecia dovrà impegnarsi a fare una seria riforma del lavoro,contro la corruzione nella pubblica amministrazione e per la revisione del fisco».
«E’ stato un errore» – ha riconosciuto Pittella – «inserire in Costituzione “il pareggio di bilancio”. Ora bisogna rimboccarsi le maniche e l’Europa deve cambiare passo». E ha concluso dichiarando: «Noi Socialisti e Democratici non accetteremo mai una uscita della Grecia dall’Europa».
Il leader del Ppe (Partito popolare europeo), il tedesco Manfred Weber, ha criticato Tsipras per l’assenza di risposte concrete durante l’Eurosummit del 7 luglio. «Lei non fa altro che provocare» – ha affermato Weber – «noi cerchiamo il compromesso lei il fallimento. Lei sta mentendo ai suoi cittadini».
Sulla stessa linea la parlamentare tedesca Rebecca Harms del gruppo dei Verdi, che ha chiesto a Tsipras di presentare misure concrete e non limitarsi alle dichiarazioni.
Alexis Tsipras nel suo intervento iniziale aveva ricordato come «la crisi greca è la semplice manifestazione dell’inabilità della zona Euro a trovare una soluzione a lungo termine». «Il problema è che dell’aiuto finanziario dell’Ue hanno beneficiato solo le banche e non la popolazione greca. Per questo motivo i cittadini greci non possono più sopportare il peso dei vari programmi di austerità».
Il presidente Jean-Claude Juncker ha ribadito ciò che ha sempre sostenuto in questi giorni, e cioè che «è stato un errore lasciare il tavolo dei negoziati. Avremmo probabilmente trovato un compromesso». Mentre il presidente Donald Tusk ha commentato così la fine del dibattito: «Dobbiamo essere uniti, non perché l’idea di unità è una bella idea, ma perché è indispensabile per fare delle scelte. Questo non è solo l’ultimo campanello d’allarme per la Grecia, ma per l’Europa intera».
C’è da ricordare che nel 1951 i padri fondatori dell’Unione Jean Monnet e Robert Schumann ebbero l’intuizione di fondare la nascente Europa per evitare conflitti tra le nazioni che avevano portato a milioni di morti nella seconda guerra mondiale, ma anche sulla necessità di evitare contrasti di natura economica.
Giancarlo Cocco
Foto © 2015 European Parliament