Caso Marò: ad Amburgo il processo internazionale

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Oggi prima udienza presso il tribunale internazionale del diritto del mare. L’ambasciatore italiano: «L’India disprezza il giusto processo, ritenendoli già colpevoli»

Il complesso caso dei due Marò approda oggi in Europa, al tribunale internazionale sul diritto del mare di Amburgo. Sono trascorsi più di tre anni da quando, nel febbraio del 2012, i due fucilieri della Marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre si sono trovati al centro di un incidente, ancora dai contorni poco chiari, avvenuto nel Mare Arabico. Divenuto un vero e proprio caso, quello dei due Marò, è finito col diventare anche terreno di scontro fra Italia e India. Oggi si è aperta la prima udienza davanti all’Itlos (International Tribunal for the Law of the Sea), organo indipendente delle Nazioni Unite, dopo che l’Italia, lo scorso giugno, ha avviato la procedura di arbitrato internazionale.

Quelle che si terranno oggi e domani saranno udienze pubbliche, trasmesse anche sul web in streaming. Sin da questa mattina i toni, come era prevedibile, si sono dimostrati da subito piuttosto forti. In apertura, ha parlato l’ambasciatore Francesco Azzarello, agente del governo italiano, che ha subito puntualizzato che i due Marò «non sono ancora stati incriminati di alcun reato dalla giustizia indiana» eppure l’India, con il suo atteggiamento, sembra «disprezzare il giusto processo ritenendoli già colpevoli». Girone, ha proseguito Azzarello, «è trattato come un ostaggio, costretto a restare in India nonostante non sia stato ancora incriminato», usato come «garanzia che Latorre tornerà alla fine della sua permanenza in Italia», prevista dalla Corte suprema indiana per gennaio 2016. Per quanto riguarda Latorre ha spiegato che la sua salute sarebbe «a rischio se fosse costretto a  tornarvi».

L’Italia si è infatti rivolta al tribunale internazionale per chiedere il rientro di Girone in Italia, mentre per Latorre, che si trova già nel suo Paese in convalescenza dopo un malore, è stato chiesto che possa rimanervi per tutta la durata del procedimento arbitrale. Queste le “Richieste di misure provvisorie” avanzate dall’Italia, alle quali si aggiunge anche la richiesta che l’India non eserciti più alcuna giurisdizione sul caso.
Azzarello, intervistato dall’Ansa, ha dichiarato che «già nelle osservazioni sottoposte al tribunale giovedì scorso, la delegazione indiana ha manifestato particolare aggressività» aggiungendo tuttavia che anche l’Italia è «estremamente determinata a far valere le proprie ragioni».

«L’Italia e l’India sono Paesi tradizionalmente amici» ha spiegato l’ambasciatore «Ma l’incidente del 2012 ha purtroppo provocato una controversia giuridica complessa, difficile ed estremamente delicata».  Azzarello ha voluto anche sottolineare come l’Italia, prima di arrivare davanti all’Itlos, abbia «tentato in tutti i modi, attivando canali informali e formali, in più direzioni, di trovare una soluzione concordata con l’India. La mancata intesa ha costretto il governo ad attivare a fine giugno scorso una procedura arbitrale internazionale».

Da parte sua l’India non ha mancato di rispondere con fermezza, respingendo le richieste dell’Italia. Nelle “Osservazioni scritte” depositate al tribunale di Amburgo si legge infatti che «Definire Girone un ostaggio è inappropriato e offensivo» visto che a Delhi «gode di una vita confortevole». Relativamente alle condizioni di Latorre si dichiara invece che «la sua salute potrebbe migliorare nei prossimi mesi» tanto da permettergli di tornare in India.

La battaglia legale fra Italia e India sul caso Marò continua dunque con toni sempre più aspri. Il nodo cruciale resta la competenza giuridica del caso: e infatti se da una parte l’Italia ha, come sottolineato da Azzarello, da subito «rivendicato l’esclusiva competenza giuridica italiana, trattandosi di nave battente la nostra bandiera per fatti accaduti in acque internazionali», dall’altra l’India si appella alla «territorialità del reato commesso».
Ora, dopo che le due parti avranno esposto le loro posizioni nelle giornate di oggi e domani, non resterà che attendere la decisione dell’Itlos che, probabilmente, non arriverà prima di due settimane.

 

Valentina Ferraro
Foto © Presidenza della Repubblica e Creative Commons

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Valentina Ferraro
Laureata in letteratura contemporanea, ha lavorato per diversi anni come editor per una casa editrice romana, per poi avvicinarsi alla sua più grande passione: la scrittura, intesa come mezzo di comunicazione a 360 gradi. Ha iniziato scrivendo di cinema e cultura per diverse testate sia online che cartacee (fra queste, “Il quotidiano della Sera” e il settimanale “Il Punto”). Dopo il primo viaggio a Bruxelles, nel 2014, ha scoperto un forte interesse per l’Unione europea, iniziando così ad approfondire le tematiche relative all’Ue. La spiccata curiosità per l’universo della “comunicazione 2.0” l’ha portata a mettersi alla prova anche come blogger. Di recente la scrittura ha incontrato un’altra sua grande passione: l’enogastronomia.

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