Accademia Filarmonica Romana: una stagione innovativa e interdisciplinare

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Una programmazione non esclusivamente e prettamente “classica”, all’insegna della contaminazione e della pluralità dei linguaggi

Realtà storica del panorama culturale della capitale, l’Accademia Filarmonica Romana si appresta a vivere un’altra stagione ricca di idee e progetti innovativi. Il direttore artistico Matteo D’Amico è perfettamente consapevole della necessità di trovare nuovi percorsi, specialmente in un momento così arduo dal punto di vista economico e considerando anche la “scomoda” presenza dell’Accademia di S. Cecilia, difficilmente contrastabile sul terreno puramente “classico” dell’offerta musicale.

Ecco allora un cartellone variegato nelle proposte, ricco di collaborazioni e di eventi interdisciplinari. Si comincia il 22 ottobre con la Carmen di Bizet nella personalissima versione confezionata dall’Orchestra di Piazza Vittorio, le cui rivisitazioni del repertorio tradizionale sono  ormai universalmente riconosciute e apprezzate. Ritmi e stili musicali eterogenei si amalgamano insieme gettando nuova luce sul capolavoro del compositore francese, in una rilettura che non mancherà di suscitare interesse.

carmen secondo l'orchestra di piazza vittorioProsegue poi il progetto denominato Il cerchio della musica, una serie di appuntamenti caratterizzati dal dialogo serrato fra le arti. Fra questi spicca ad esempio la proiezione del film muto Taki no shiraito (Il filo bianco della cascata – 1933) del maestro Kenij Mizoguchi (5 novembre), arricchita dalle musiche dell’autrice giapponese Misato Mochizuki, classe 1969, la quale aspira fondere insieme le diverse tradizioni dell’Oriente e dell’Occidente.

Interessante anche la serata dal titolo La versione di Tristano (26 novembre), durante la quale il mito viene ricostruito nella versione del filologo Joseph Bédier. Voce recitante di Giovanni Scifoni, musiche immancabilmente wagneriane, proposte in nuove trascrizioni per quartetto d’archi.

Grande attenzione viene poi dedicata al contemporaneo, ad esempio nell’omaggio al compositore romano Luca Lombardi in programma il 3 dicembre in sinergia con Nuova Consonanza, durante il quale verranno presentati La canzone di Greta del 1988 e Warum? del 2006 per quartetto d’archi. Ancora musica dell’attualità con Ivan Fedele Portrait (10 dicembre), appuntamento conclusivo del workshop di composizione indetto da Nuova Consonanza nell’ambito del proprio Festival.

La già citata Orchestra di Piazza Vittorio torna poi il 17 dicembre nell’esecuzione di un oratorio interreligioso, una singolare partitura che mescola insieme Rossini e i canti sufi, Britten e la musica religiosa baifal, un invito alla tolleranza e al dialogo in prossimità delle festività natalizie.

Non mancano comunque concerti pensati per un pubblico di stampo più tradizionalista. Si segnala ad esempio la serata dedicata a Bach, Vivaldi e Bomporti nell’esecuzione dell’Ensemble l’Estravagante (21 gennaio) che si terrà all’Argentina, luogo storico che ospiterà una serie di concerti da camera di grande rilievo. Fra questi ricordiamo ancora l’appuntamento con il grande violoncellista Misha Maisky (25 febbraio), ospite assiduo della Filarmonica, per l’occasione accompagnato al piano dalla figlia Lily, e  quello dedicata alla produzione sacra pergolesiana (10 marzo), protagonisti alcuni fra i massimi specialisti del repertorio barocco: Rinaldo Alessandrini alla guida del Concerto italiano e il contralto Sara Mingardo.

MOMIX_Opus CactusNell’ambito di una programmazione vasta, impossibile da riassumere in questa sede, segnaliamo ancora la serata del 18 febbraio, fra musica, canto e interpretazione attoriale, incentrata su testi pasoliniani eterogenei ispirati alla Spagna, e la chiusura del 16 maggio, in collaborazione con AsLiCo per il progetto Opera Education dedicato al pubblico più giovane, basata su musiche di Giacomo Puccini.

Infine riguardo la danza impossibile non menzionare, nell’ambito di un cartellone di grande interesse, almeno lo spettacolo Opus Cactus creato da Moses Pendleton ed eseguito dai Momix, che nello spazio del Teatro Olimpico hanno lasciato tanti indelebili ricordi.

Come scrive Matteo D’Amico: “Bisogna vigilare e fare ogni sforzo perchè quest’attitudine a suscitare e realizzare progetti artistici compositi, vivi e innovativi sia mantenuta e si rafforzi”. Un auspicio e un obiettivo che, a dispetto di una congiuntura certo non favorevole, la Filarmonica persegue con caparbietà e tenacia.

Riccardo Cenci

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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