Eurobarometro PE: cresce l’interesse per l’Europa, ma non in Italia

0
369
Open Space Technology

Poco entusiasti dell’Unione europea: sei su dieci ritengono che l’adesione non abbia portato benefici, meno della metà si interessa di questioni comunitarie

Oltre la metà dei cittadini europei si dice generalmente interessata alle politiche dell’Ue (il 54%, 11 punti in più rispetto al 2013). A dirlo è l’ultimo Eurobarometro pubblicato dal Parlamento europeo, che rileva come cresca anche il numero di cittadini convinti che il proprio Paese abbia tratto beneficio dall’adesione all’Unione europea: 60%, 6 punti in più rispetto a giugno 2013. Ma in Italia lo scenario cambia radicalmente, con solo il 44% degli intervistati che si dice interessato alle questioni legate all’Ue (contro il 55% che dice di essere poco interessato, a fronte di una media Ue del 45%). Inoltre, appena quattro italiani su dieci ritengono che l’adesione all’Unione europea abbia costituito un beneficio per il Paese (una percentuale così bassa, fra i 28 Stati membri, si registra solo a Cipro col 39% degli intervistati mentre in Lussemburgo il dato raggiunge l’82%).

Secondo l’Eurobarometro, la ragione principale per cui l’Italia ha beneficiato dell’adesione è il contributo dell’Ue al mantenimento della pace e al rafforzamento della sicurezza, mentre solo poco più di un italiano su cinque pensa che l’Ue abbia aiutato il nostro Paese per quanto riguarda la crescita economica (in Europa la pensa così più di un cittadino su tre). E se il 56% degli europei considera che la presenza di cittadini di altri Stati membri sia positiva per l’economia nazionale, in Italia solo il 44% è d’accordo. Ancora, quando viene chiesto agli italiani se sentano un “attaccamento totale” verso il loro Paese, regione o città, più del 90% risponde di si. Quando viene chiesto invece del loro attaccamento verso l’Unione europea, il dato si dimezza, con appena il 45% che risponde positivamente.

European_Parliament_Strasbourg_Hemicycle_-_DiliffPer quanto riguarda la crisi migratoria, il risultato italiano è più simile a quello europeo. Infatti, la maggioranza degli intervistati pensa che ci voglia più decisionismo in materia di immigrazione a livello europeo (66% il dato Ue, 68% in Italia); che le procedure legali per la migrazione debbano essere le stesse in tutti gli Stati membri (79% Ue, 82% Italia); e che la distribuzione del numero di migranti in cerca di asilo negli stati membri debba essere migliorata (78% Ue, 84% Italia). Ma mentre per gli europei la priorità dell’Ue dovrebbe essere la lotta alla povertà seguita dall’immigrazione (51% la prima e 38% la seconda), per gli italiani le due priorità sono invertite (40% vs 39%). Circa un cittadino su tre, sia in Italia che in Europa, pensa invece che la priorità debba essere la lotta al terrorismo, ma c’è da tener conto che l’Eurobarometro è stato condotto prima degli attentati di Parigi.

Alla domanda, quali fattori rafforzerebbero il sentimento di cittadinanza europea, la maggioranza risponde che ci vorrebbe un sistema di assistenza sociale concordato dagli Stati membri (assistenza sanitaria, educazione, pensioni, ecc.). Al secondo posto c’è il desiderio di un servizio europeo di risposta alle emergenze per combattere i disastri naturali internazionali e al terzo la possibilità di trasferirsi in qualsiasi Paese europeo dopo la pensione potendo portarla con sé.

Infine, quando agli intervistati è stato chiesto se si ritengano o meno informati sulle attività del Parlamento europeo, il 63% degli europei e il 65% degli italiani si è detto totalmente non informato, sebbene due cittadini su tre abbiano dichiarato di aver recentemente letto su internet o sui giornali o visto in Tv notizie riguardanti il Pe. E se quattro italiani e quattro europei su dieci dicono di fidarsi del Parlamento europeo, il 45% degli intervistati in Europa e il 44% in Italia dichiara di non fidarsi.

Alessandro Ronga

Foto © European Community

Articolo precedentePremio De Carli 2015 dedicato ai giornalisti europei
Articolo successivoIl vice presidente della Commissione Maroš Šefčovič per l’unione energetica
Alessandro Ronga
Giornalista e blogger, si occupa di Russia e dei Paesi dell'ex Urss. Scrive per il quotidiano "L'Opinione" e per la rivista online di geopolitica "Affari Internazionali". Ha collaborato per il settimanale "Il Punto". Nel 2007 ha pubblicato un saggio storico sull’Unione Sovietica del dopo-Stalin.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui