“Ma perché la pelle invecchia?” I segreti dell’eterna giovinezza per Massimo Papi

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Massimo Papi Ma perché la pelle invecchia?

Dalla ricerca medica alla passeggiata attraverso le arti visuali nei fenomeni di invecchiamento della cute in Europa. La prevenzione e la cura

Perché la pelle invecchia? È solo colpa delle “4 s” sun, smoke, stress, smog, cioè sole, fumo, stress e smog? Da questo interrogativo si sviluppa l’omonimo libro di Massimo Papi dal sottotitolo Passeggiata attraverso le arti visuali nei fenomeni di invecchiamento della cute, interessante manuale di dermatologia edito da Gabriele Mazzotta e con le prefazioni della giornalista Isabella Mezza e di Marina Ripa di Meana.

L’invecchiamento, si sa, è un fenomeno irreversibile, anche per la pelle. Ma il modo in cui l’argomento viene trattato cambia continuamente e non solo perché l’asticella dopo la quale considerarsi anagraficamente anziani Massimo Papi Ma perché la pelle invecchia?si alza per la sempre maggiore longevità. C’è la dicotomia fra saggezza e rispetto da una parte e inutilità e decadenza dall’altra, accentuato dalla frenesia della società industriale che rivendica un ruolo per tutti in un meccanismo che non può incepparsi. Se gli Who cantavano “I hope I die before I get old” (Spero di morire prima di diventare vecchio), Anna Magnani esibiva con orgoglio le proprie rughe sostenendo che «le ci era voluta una vita per farsele venire». Proprio così, per dirla come Papi, i segni dell’invecchiamento sul volto possono essere una “carta di identità”.

Le previsioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ci dicono che entro il 2050 sarà triplicato il numero degli ottuagenari, mentre gli over 65 saranno più dei minori di 5 anni, con conseguenze sui sistemi sanitari e assistenziali. Ma è anche ipotizzabile un avanzamento della ricerca medica. L’immortalità è da sempre un’aspirazione, più realisticamente si può pensare al perfezionamento delle tecniche curative, progressi nella genetica, maggiore attenzione alla prevenzione per combattere e ritardare sempre più l’invecchiamento: alcuni scienziati giapponesi ne stanno studiando la relazione con l’alimentazione a base di alcuni tipi di verdure.

Massimo Papi Ma perché la pelle invecchia?Papi analizza da professionista le cause endogene ed esogene dell’invecchiamento e delle patologie cutanee – che non possono essere univoche e globali – unendo riferimenti nell’arte, nella letteratura, nel sentire comune, alle nozioni più tecniche. Con qualche curiosità: ad esempio nella pittura i più grandi, come Van Gogh, Picasso, Schiele e Klimt, hanno enfatizzato i segni della pelle non solo in contrapposizione alla giovinezza, ma anche per l’agevolazione stilistica di usare le rughe come punto di riferimento, più facilmente caratterizzabili rispetto a un volto liscio che emerge con più difficoltà.

Massimo Papi Ma perché la pelle invecchia?Il parallelo con l’arte e le immagini di opere formidabili della storia dell’arte pittorica che il Dr. Papi ha inserito nel libro non sono casuali, ma consentono di riflettere sulla pelle che tende a invecchiare e aiutano in modo “leggero” a spiegare e rendere percepibili alcuni modelli d’invecchiamento delle pelle. «Le analogie visuali a volte sono di grande utilità per illustrarci un fenomeno biologico».

La fruibilità del volume così aumenta, rivolgendosi a un pubblico non solo di esperti o a chi necessita trattamenti, ma coinvolgendo un bacino che può trovare un interesse –  anche inatteso –  nell’argomento e nei paralleli fra linguaggio medico e artistico.

Raisa Ambros

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Massimo Papi

Ma perché la pelle invecchia?

2014 Edizioni Gabriele Mazzotta

20 euro

pp. 80

 

 

 

 

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Raisa Ambros
Giornalista pubblicista specializzata in geopolitica, migrazioni, intercultura e politiche sociali. Vive tra l’Italia e l’Inghilterra. Sceneggiatrice, autrice televisiva e conduttrice di programmi TV con un’esperienza decennale in televisione, Raisa è stata parte del team di docenti nel corso di giornalismo “Infomigranti” a Piuculture, il settimanale dove ha pubblicato e svolto volontariato di traduzione. Parla cinque lingue e viene spesso invitata nelle conferenze come relatrice sulle politiche di integrazione.

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