Amministrazione digitale moderna ed efficace

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Piano dell’Unione europea per l’erogazione di servizi pubblici on line nazionali e transfrontalieri veloci, trasparenti e sicuri per il periodo 2016-2020

Nell’ambito della strategia per il mercato unico digitale, nel mese di aprile 2016, Bruxelles ha lanciato il Piano d’azione per l’eGovernment relativamente al periodo 2016-2020. Tale documento mira all’eliminazione delle «barriere digitali esistenti» che ostacolano la «realizzazione del mercato unico digitale» e, ad evitare, l’ulteriore «frammentazione» dei servizi pubblici digitali nel contesto della «modernizzazione delle pubbliche amministrazioni».

La Commissione intende utilizzare Il piano in esame quale strumento per «unire gli sforzi» affinché gli Stati membri con il supporto dell’Ue possano realizzare le proprie iniziative di modernizzazione dei sistemi amministrativi. Non a caso, detta iniziativa dovrà basarsi su «un approccio dinamico e flessibile, per stare al passo con un contesto in rapida evoluzione» e, soprattutto, dovrà essere utilizzata come «catalizzatore per il coordinamento delle risorse e degli interventi destinati a modernizzare il settore pubblico nel campo dell’ eGovernment».

Digital_single_market_4In particolare, secondo l’Ue entro il 2020, le amministrazioni e le istituzioni pubbliche che operano all’interno del mercato unico «dovrebbero essere aperte, efficienti e inclusive» e in grado di «fornire servizi pubblici digitali end-to-end senza frontiere, personalizzati e intuitivi a tutti i cittadini e a tutte le imprese nell’Unione europea». In tal senso, «il ricorso ad approcci innovativi» dovrebbe permettere «di progettare e fornire servizi migliori, in linea con le esigenze e le richieste di cittadini e imprese». Pertanto, osserva la Commissione, è evidente che le pubbliche amministrazioni sono tenute a sfruttare «le opportunità offerte dal nuovo ambiente digitale per interagire più facilmente tra di loro e con le parti interessate».

I tecnici di palazzo Berlaymont, ritengono che, nel dare attuazione al cennato piano d’azione, si dovrebbero osservare i seguenti «principi di base», formulati anche a seguito delle indicazioni fornite dalle parti interessate coinvolte nel dibattito pubblico che ha preceduto la redazione del documento oggetto d’analisi: le pubbliche amministrazioni dovrebbero privilegiare l’utilizzo di strumenti digitali per la fornitura di servizi pubblici (c.d. “digitale per definizione”) ed evitare di chiedere ai cittadini informazioni già a suo tempo fornite (c.d. “principio una tantum“); la progettazione dei servizi digitali pubblici dovrebbe basarsi sempre sull’inclusività e sulla facile e agile fruibilità anche da parte di anziani e disabili (c.d. “inclusività e accessibilità”); gli uffici pubblici dovrebbero procedere sistematicamente allo scambio di informazioni e, contestualmente, consentire agli utenti di sorvegliare, in piena trasparenza, i procedimenti amministrativi in essere (c.d. “apertura e trasparenza”); i servizi pubblici dovrebbero divenire fruibili anche a livello transfrontaliero (c.d. “transfrontaliero per definizione”) ed essere progettati per funzionare «senza problemi e senza soluzione di continuità in tutto il mercato unico e al di là dei confini organizzativi, grazie alla libera circolazione dei dati e dei servizi digitali nell’Unione europea» (c.d. “interoperabilità per definizione”). Da ultimo, ogni iniziativa non dovrebbe semplicemente conformarsi al quadro normativo vigente in tema di legittimo trattamento dei dati personali, tutela della vita privata e cybersecurity bensì, andare ben oltre, tramite l’integrazione dei predetti elementi «sin dalla fase di progettazione». Tali presupposti sono fondamentali ai fini del rafforzamento della fiducia nei servizi digitali (c.d. “fiducia e sicurezza”).

Ebbene – posto che la strategia per il mercato unico digitale si concentra anche sugli obiettivi primari consistenti nella modernizzazione dell’apparato amministrativo, nella realizzazione dell’interoperabilità anche a livello transfrontaliero e nello  sviluppo di una facile interazione con i cittadini che conduca, rapidamente, ad una «trasformazione digitale delle pubbliche amministrazioni negli Stati membri e nell’Ue» –  Bruxelles ha ritenuto opportuno delineare nel documentoTen symbolic icons for the ten priorities of #teamJunckerEU in esame, tre azioni concrete volte ad accelerare il raggiungimento dei predetti obiettivi.

La prima azione si sostanzia nella modernizzazione degli apparati amministrativi mediante l’uso delle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (c.d. ‘TIC’) e, nello specifico, di abilitatori digitali. La velocizzazione dei servizi e la loro agile fruibilità sono gli obiettivi cui tende detta prima iniziativa. Ciò può essere realizzato tramite l’implementazione di abilitatori digitali chiave. Si tratta di soluzioni algoritmiche ampiamente condivise e riutilizzabili fondate su norme e specifiche tecniche concordate finalizzate alla riduzione dei costi di sviluppo, alla riduzione significativa dei tempi di diffusione e all’aumento di interoperabilità. Al riguardo, rileva l’Ue, gli Stati membri hanno posto in essere varie iniziative tese alla digitalizzazione delle procedure ad evidenza pubblica, all’adozione di registri dei contratti e all’uso di firme elettroniche interoperabili. Inoltre, in diversi ordinamenti giuridici europei si sta procedendo all’adozione di sistemi di identificazione elettronica e all’utilizzo di servizi fiduciari per le transazioni elettroniche. In merito alla cruciale questione dell’interoperabilità, la Commissione ha annunciato che entro la fine del 2016 intende proporre un «quadro europeo di interoperabilità riveduto».

La seconda azione si concentra sullo sviluppo della mobilità transfrontaliera mediante l’offerta di servizi digitali interoperabili. I servizi pubblici digitali transfrontalieri risultano essenziali ai fini del corretto funzionamento del mercato unico. Sul punto Bruxelles ritiene che lo sviluppo delle attività imprenditoriali dipenda fortemente dalla rapida ed efficiente fruibilità di servizi pubblici elettronici end-to-end. In tal senso, la Commissione intende creare uno sportello unico digitale, attivare entro la fine del 2016 strumenti di comunicazione diretta tra i cittadini e i tribunali degli Stati membri (si tratta dell’iniziativa definita ‘e-CODEX’). Inoltre, nel documento si indica, quale misura importante da adottare, la realizzazione dell’interconnessione obbligatoria di tutti «i registri delle imprese dell’Unione». E ancora, entro il 2018, in applicazione del Regolamento (Ue) 2015/848, la Commissione auspica che i vari Stati membri abbiano provveduto all’istituzione dei registri fallimentari elettronici. Da ultimo, tra le iniziative connesse alla seconda azione, vi sono anche la creazione di uno sportello unico relativo al settore del trasporto marittimo, lo sviluppo del sistema Electronic Exchange of Social Security Information (‘EESSI’) che consentirà «l’interconnessione delle amministrazioni responsabili della sicurezza sociale per lo scambio elettronico dei dati in 32 Paesi» e, l’ulteriore implementazione di EURES, il portale europeo della mobilità professionale.

Infine, la terza azione mira alla facilitazione dell’interazione digitale tra amministrazione, cittadini e imprese tramite la fornitura di servizi pubblici di alta qualità. Al riguardo l’Ue chiede agli apparati amministrativi degli Stati membri di far sì che, tramite siti web delle amministrazioni «trasparenti, tematici e incentrati sull’utente», i servizi pubblici on line risultino accessibili e di alta qualità. Al contempo, in relazione all’«iniziativa europea per il cloud computing, l’Unione creerà una piattaforma per le autorità pubbliche al fine di consentire il libero accesso» ai loro dati e servizi.

In conclusione, la piena realizzazione delle concrete iniziative delineate nel Piano d’azione dell’Ue per l’eGovernment 2016-2020, appare quanto mai opportuna posto che risulta evidente come la realizzazione di un mercato unico digitale altamente competitivo e socialmente evoluto può verificarsi anche grazie alla piena, veloce e semplice fruizione di servizi pubblici on line da parte di tutti i cittadini, delle imprese e degli enti in genere all’interno degli Stati membri e, a maggior ragione, a livello transfrontaliero.

 

Roberto Scavizzi

Foto © Wikicommons ed European Union

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Roberto Scavizzi
Avvocato e docente universitario a contratto presso università private. L'attività accademica ha ad oggetto la materia dell'Informatica giuridica in ambito internazionale e la materia dei diritti d'autore. Come legale opera principalmente nel settore del diritto dell'impresa e svolge attività formativa professionale nel settore giuridico in ambito pubblico e privato. Inoltre è autore di pubblicazioni di diritto e articoli giornalistici per riviste d'arte e d'attualità.

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