Barcellona, fra le utopie moderniste e il cuore gotico del tessuto urbano

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Una città “stregata” secondo lo scrittore Carlos Ruiz Zafón, che cattura l’anima del visitatore in maniera quasi magica per non abbandonarla mai più

«Barcellona è una città stregata, ti entra sotto la pelle e ti ruba l’anima prima che tu possa rendertene conto», scrive Carlos Ruiz Zafón nel suo romanzo L’ombra del vento, ambientato appunto nel capoluogo della Catalogna. Parole sufficienti a definire le coordinate di un tessuto urbano assolutamente straordinario. Basterebbe l’incompiuta babele della Sagrada Familia, l’estensione cronologica assolutamente inusuale di un cantiere infinito, a proiettarla direttamente nel mito. Dalla posa della prima pietra, datata 1882, sino all’avvento della incontenibile fantasia di Antoni Gaudì, lo scheletro incompiuto del grande edificio è ancora lì, a ricordare che non c’è limite ai sogni dell’uomo. Una foresta di pinnacoli e prospettive impossibili, un dirupo sul quale le statue sembrano crescere come appendici naturali, più che come opera di un architetto. All’interno immense vetrate paiono tessere filamenti di luce, creando effetti di notevole suggestione spirituale.

IMG_2894Il profilo della città è certamente definito dalle utopie moderniste, delle quali Gaudì è l’esponente più audace. Dal Parque Güell alle innumerevoli dimore confezionate per la ricca borghesia industriale, tutto trasuda sperimentalismo architettonico. Un pensiero febbrile non esente da una certa inquietudine, oggi purtroppo dispersa dalle orde di turisti che affollano questi luoghi.

Altri artisti hanno legato il proprio nome a questa città. Nativo di Barcellona, Joan Miró è profondamente radicato nella sua terra. La Fondazione a lui dedicata si trova in un edificio dalle linee dettate da un sobrio razionalismo, progettato dall’amico Josep Lluís per risultare perfettamente in linea con la poetica dell’artista e delle opere che ospita. Il teatro onirico di Miró, nelle sue diverse incarnazioni, trova qui la sua esatta collocazione. Dipinti, ceramiche e sculture testimoniano di un’esperienza artistica multiforme. Il cielo e le montagne si scontrano nella sua ispirazione, si disgregano spargendo nello spazio frammenti colmi di significato. L’arte per Miró è anonima, prescinde da qualsiasi codificazione scolastica per darsi in maniera fresca e spontanea.

IMG_3065Un altro gigante radicato nel suolo catalano è Picasso. Il Museo a lui dedicato si trova nel cuore gotico della città, in un complesso di edifici costruiti fra il tredicesimo e il quindicesimo secolo. Eppure l’irrequieta e onnivora modernità picassiana vi si trova molto bene. La collezione offre uno sguardo sull’intera produzione del pittore malaguense, dagli esordi figurativi fino alle forme più audaci. Gli amanti di Picasso troveranno pane per i loro denti.

Ancora le suggestioni di Zafón ci aiutano a definire il Barrio Gótico, il cuore antico della città, un «labirinto di spiriti» dove i folletti del tempo sembrano camminarci alle calcagna. Il passato remoto del gotico, seppur a volte pesantemente restaurato o addirittura rifatto, fa da contrappunto all’anima moderna della città. Oscuri meandri che si aprono su deliziose piazzette, rivelando antiche librerie colme di volumi misteriosi. Perchè Barcellona è anche una città letteraria, dove nel 1533 nacque la prima corporazione di librai europea. A questo punto non possiamo fare a meno di citare uno scrittore cileno che qui decise di vivere e che proprio in questi luoghi andò incontro a una morte prematura, quel Roberto Bolaño che oggi è divenuto un autore di culto, apprezzato e tradotto in tutto il mondo. Come racconta il suo amico Juan Villoro viveva in maniera spartana, non aveva il riscaldamento e la notte scriveva con i guanti, degno abitatore di una Barcellona enigmatica e arcana.

IMG_2981Dopo le olimpiadi del 1992 la città venne in gran parte rinnovata. Se da un lato alcuni momenti decadenti ma di indubbio fascino sono andati definitivamente perduti, dall’altro il tessuto urbano è entrato di diritto nella contemporaneità. Questa è Barcellona, un luogo nel quale passato e presente convivono in perfetto equilibrio. Se nelle pagine dello scrittore Zafón  cogliamo il rimpianto per un’epoca perduta, il visitatore odierno troverà una città perfettamente organizzata nei suoi trasporti e collegamenti, piacevole da vivere e da scoprire. Inoltre il turista attento e curioso, che non si accontenti di seguire ciecamente i consueti flussi ma assecondi l’istinto delle proprie predilezioni, ha ancora a disposizione molte perle da gustare, molti luoghi che ancora conservano intatto il fascino del tempo trascorso.

Testo e foto di Riccardo Cenci

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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