Il premier: «Spese per immigrazione e rischio sismico fuori dal Patto di stabilità». Dibattito a distanza fra il Presidente della Commissione Ue e il presidente del Consiglio italiano
«Nel Patto di stabilità, che non deve essere un patto di flessibilità, abbiamo già introdotto molti elementi di flessibilità combattendo contro chi sapete». Va dritto al punto Jean Claude Juncker, e non nasconde di certo il destinatario delle sue dichiarazioni. Senza quella flessibilità, ha aggiunto infatti il presidente della Commissione Ue «l’Italia quest’anno avrebbe potuto spendere 19 miliardi di meno».
Juncker è intervenuto alla plenaria del Cese (Comitato economico e sociale europeo) e non ha usato mezzi termini nell’analizzare la situazione in cui si trova attualmente l’Ue: «Un anno fa dicevo che non c’era abbastanza Unione e dopo un anno non posso che ripeterlo. Le rotture e le fessure sono numerose e sono pericolose». Il presidente della Commissione è poi tornato ad affrontare la questione del Patto di stabilità, tirando in ballo l’Italia e le richieste del suo presidente del Consiglio.
«Abbiamo introdotto la clausola degli investimenti e l’Italia è l’unica che ne beneficia» ha dichiarato secco Juncker, aggiungendo che «La flessibilità per l’Italia significa la possibilità di una spesa di 19 miliardi in più di quanto avrebbe potuto fare prima». Considerando queste premesse, per il presidente della Commissione è pressoché inaccettabile che l’Italia si trovi ora a chiedere una maggior flessibilità.
La risposta di Matteo Renzi non si è fatta attendere: il presidente del Consiglio italiano, intervenuto alla trasmissione tv “Otto e Mezzo” puntualizza: «Noi non stiamo chiedendo più flessibilità, stiamo chiedendo all’Europa di cambiare la politica economica». Renzi ha voluto inoltre sottolineare che le regole europee cui ora si attiene l’Italia non sono state sottoscritte da lui: «I governi di prima hanno firmato il fiscal compact, la flessibilità è la possibilità di cambiare tutto questo – ha dichiarato – Il prossimo anno rispetteremo le regole europee, anche quelle che non condivido e che non ho votato io. Sono regole capestro per l’Italia, ma le rispettiamo».
Su un punto tuttavia Renzi sembra determinato a non trattare: «Le spese per immigrazione e rischio sismico saranno fuori dal Patto di stabilità» ha dichiarato secco il premier, aggiungendo di aver illustrato la questione a Juncker lo scorso venerdì «e credo che ci sia il consenso europeo».
Sulla questione migranti, il presidente della Commissione non nasconde la sua stima verso il Belpaese: «Ammiro molto l’Italia e la Grecia» ha dichiarato Juncker riferendosi alla gestione dell’emergenza, sottolineando anche che «sull’immigrazione l’Italia fa meglio della Grecia perché salva migliaia di vite al giorno». Il presidente dell’esecutivo Ue ha inoltre esortato gli altri Stati membri a «non lasciare sole l’Italia, la Grecia o Malta» che sono «Paesi in prima linea». «Credo che la ripartizione dei rifugiati – ha spiegato Juncker – si debba fare in modo solidale. Ci sono Paesi che lo fanno, mentre altri dicono che essendo Paesi cristiani non vogliono i musulmani. È un ragionamento inaccettabile: prima vengono le persone, poi le religioni, non il contrario. Dobbiamo accogliere sul nostro territorio tutti quelli che fuggono dalla guerra, a prescindere dalla loro religione».
Valentina Ferraro
Foto © European Union