L’altro volto di Piergiorgio Welby, pittore e grafico in mostra

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Nel decennale della scomparsa è stata inaugurata la prima esposizione dell’artista. Un viaggio alla scoperta della sua creatività febbrile e terapeutica

manifesto-mostra-welby«IrriducibilMente. L’attività grafica e pittorica di Piergiorgio Welby» è il titolo della mostra inaugurata pochi giorni fa all’Art Forum della Würth a Capena, località a nord di Roma, visitabile fino al 21 gennaio. Un titolo che rispecchia a pieno la sua tenacia, la sua ostinazione nel rappresentare il mondo che lo circondava, usando di volta in volta tutte le tecniche. Il fulcro della sua sterminata creatività è sempre lo stesso: una mente brillante, uno sguardo curioso di grande amore per la vita, una carica vitale nonostante la malattia che lo divorava. Fino alla fine mobile col pensiero anche se il corpo era diventato progressivamente immobile.

Ma il volto di Welby artista non è mai emerso finora, nascosto dietro quello diffuso dai media che lo portarono nelle case di ogni italiano ma anche all’estero per la sua battaglia civile e politica a favore di una legge sul diritto all’autodeterminazione. welby-lettoLa sua legittima richiesta di «morte opportuna» – così la chiamava Welby – è culminata nel suo accorato e lucido appello all’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, tre mesi prima di andare via.

A dieci anni dalla morte, il 20 dicembre 2006, all’età di 61 anni, per la prima volta in Italia in una mostra vengono esposti i suoi disegni, studi, acquerelli, linoleografie, macrofotografie, tele e opere realizzate con Corel, uno dei primi programmi di grafica. Una vera e propria retrospettiva di quattro decenni del suo operato artistico. Corpi e volti femminili, con tratti di madre, ninfa, donna e amata. Coppie abbracciate. Figure maschili dormienti, corpi abbandonati a un riposo liberatorio, che possono richiamare all’artista. Paesaggi dai colori sgargianti, nature morte, uccelli. mina-e-piergiorgioE poi il lavoro della macrofotografia che trasmette la passione/ammirazione per la natura, nella sua magica potenza: lo spiegarsi delle ali di una coccinella e la trasformazione da crisalide a farfalla.

Accanto a Welby, Mina, incontrata per caso nel 1973, che perse la strada durante una gita a Roma. Poi l’amore e anni di battaglie comuni. «Oltre ad essere sua moglie ero il garzone di bottega. Sin dal 1978-1979 si rese conto che il muscolo del braccio destro lo stava abbandonando così usò la mano sinistra. Lo aiutò a fare le linoleografie.img_3028 Altre volte faceva il bozzetto, io a matita gli preparavo la tela che poi dipingeva comodamente. Quando era stanco lasciava cadere il braccio per farlo riposare», ha raccontato Mina Welby al vernissage, con profonda tenerezza e grande umiltà. Poi quando perse l’uso del braccio utilizzò la grafica del programma Corel per elaborare o rielaborare disegni. Almeno un’opera è stata terminata dalla mano di Mina che ha guidato suo marito nella realizzazione dell’ultima tela mentre era sul punto di andarsene. «Con una mimica mi indicava sotto, sopra, destra e sinistra e io gliela spostavo per consentirgli di dipingere» dice ancora la moglie.

L’arte vissuta come terapia e lui, Welby, non ha mai pensato che i suoi quadri sarebbero stati messi in mostra. Per questo motivo tutte le sue opere sono senza titolo. «Poi lui diceva che così ognuno può vederci quello che vuole. Non voleva dare titoli per lasciare il pubblico libero di interpretare le sue tele» confida Mina, guidandoci lungo il percorso espositivo alla Wurth. Per osservatori, critici d’arte e giornalisti presenti al vernissage, con questa mostra viene presentato al pubblico un «tesoro nascosto», una «storia di coraggio» e allo stesso tempo «gesti d’amore». ocean-terminalL’Arte è comunicazione, pertanto al di là della sua lotta politica, anche il Welby artista ha lanciato messaggi importanti, dando voce al popolo invisibile dei disabili in Italia. Ma le scoperte non sono ancora terminate.

E’ poco noto il Welby poeta e scrittore di piccoli racconti esilaranti, altra espressione creativa di una vita vissuta a pieno fino all’ultimo respiro. La mostra ospitata alla Wurth è stata promossa dall’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica. Inoltre è stato presentato al pubblico il film documentario «Love is all. Piergiorgio Welby. Autoritratto» dei registi Francesco Andreotti e Livia Giunti. Il 16 dicembre alle ore 21, nello stesso spazio, andrà in scena la replica dello spettacolo teatrale, adattamento del libro di Welby “Ocean Terminal”.

 

Véronique Viriglio

Foto © Viriglio, Associazione Luca Coscione, Art Forum Wurth

 

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Véronique Viriglio
Franco-italiana cresciuta a "pane e Europa" – quella dei padri fondatori nel Dopoguerra – durante il percorso di studi tra Parigi e Firenze. Tutte le strade portano a Roma e…all’Africa. Dal 2000 segue quotidianamente l’attualità del continente con un’attenzione particolare alle tematiche sociali, culturali e ambientali. Collabora con Agi da settembre 2017. Fondatrice del sito www.avanguardiemigranti.it. Direttrice della rivista femminile multiculturale W- ALL WOMEN MAGAZINE

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