Pio XII: il Papa che salvò oltre seimila ebrei romani

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A 73 anni dalla liberazione di Roma una ricerca mette in luce il contributo del pontefice più volte contestato sulla protezione di una parte della cittadinanza

Eugenio Pacelli, Pio XII, è uno dei Papi più importanti del Novecento. Un pontefice discusso che fu chiamato a guidare la Chiesa cattolica negli anni terribili della Seconda Guerra Mondiale e della Guerra Fredda. In uno dei periodi più oscuri e spaventosi dell’umanità Pio XII affrontò nemici ben più temibili di quell’Attila che Papa Leone Magno era riuscito a fermare nel suo impeto distruttivo. Prudenza e diplomazia furono gli atteggiamenti che quest’uomo di Dio realizzò salvando migliaia di ebrei dalla furia nazista che avanzava in Europa.

Sulla protezione che questo Papa esercitò nei confronti di ebrei italiani e stranieri, se ne è parlato durante il convegno “Pio XII: la leggenda nera sta per finire” organizzato a Roma presso il Convento dei Padri Domenicani di Santa Maria Sopra Minerva dal Comitato Papa Pacelli. Eugenio Pacelli era stato eletto al soglio di Pietro il 2 marzo del 1939, giorno del suo compleanno e pochi mesi prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Alla cerimonia di insediamento assistettero rappresentanti di Paesi cattolici e non cattolici, il regime nazista non inviò, nell’occasione, alcun rappresentante. È stato considerato un pontefice freddo, lontano dalla gente mentre fu molto vicino ai cittadini romani e agli ebrei in particolare.

Lo testimonia la ricerca presentata dal Diacono Domenico Oversteyns (nella foto a destra) dalla quale risulta che quasi due terzi dei novemila ebrei presenti a Roma durante l’occupazione nazista sono stati aiutati direttamente o indirettamente da Papa Pio XII che si serviva di Padre Pfeiffer, ma anche per un certo numero di ebrei stranieri, dell’aiuto del Commissario della Polizia Italiana Angelo De Fiore (dell’Ufficio Stranieri della Questura di Roma)  e di suoi collaboratori come risulta nella ricerca «a seguito dello stratagemma messo in atto dalla organizzazione Delasem e da Angelo De Fiore» furono liberati 18 ebrei stranieri.

«Pio XII»- dice l’olandese Domenico Oversteyns nel suo intervento «aiutò gli ebrei prima del 16 ottobre 1943 (giorno della razzia dei nazisti nel ghetto) e li fece accogliere in 48 monasteri». Quasi 200 furono gli interventi per aiutare gli ebrei arrestati e deportati, 60 furono poi liberati. Era presente anche la signora Anita Garibaldi (a sinistra, con Andrea Acali e il Prof Artiglieri) pronipote del Generale che ha tratteggiato la figura del padre, Ezio Garibaldi, che eletto deputato nel listone fascista del 1929 e rieletto nel 1934, condannò sin dal principio il nazismo e apprese con disgusto la promulgazione delle leggi razziali

I dati che sono stati presentati smontano “la leggenda nera” e in proposito il Cardinale Dominique Mamberti (a destra), prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, ha così commentato: «Papa Pacelli ha guidato la Chiesa in un periodo complicato e ha dato un eminente contributo alla pace internazionale. Ha traghettato la Chiesa verso la modernità. La vera figura di Papa Pacelli è molto diversa da quella che la leggenda nera ha voluto propagare». Pio XII istituì in Vaticano l’ufficio “Ricerche e Prigionieri” per mezzo del quale fu possibile a molti avere informazioni sui prigionieri sparsi in vari angoli del mondo. La sua assistente Suor Pasqualina Lehnert fu incaricata di sovrintendere alle opere di assistenza per la distribuzione di derrate alimentari agli istituti che ospitavano i rifugiati senzatetto e gli ebrei.

Ha raccontato l’Avv.to Artiglieri (in alto a sinistra nella foto con la Garibaldi) presidente del Comitato Papa Pacelli che il 19 luglio del 1943, quando gli alleati bombardarono la zona di San Lorenzo, poco dopo il Papa giunse lì a bordo di una Fiat Topolino per confortare e aiutare con elargizioni di denaro i cittadini. Per Papa Pacelli è in corso una Causa di Beatificazione e il postulatore della causa, il padre gesuita Anton Witner presente all’evento, ha dichiarato: «è veramente una figura impressionante non solamente come Papa ma come persona che ha vissuto in modo profondo l’amore per il prossimo e l’amore di Dio».

 

Giancarlo Cocco

Foto © Giancarlo Cocco

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Giancarlo Cocco
Laureato in Scienze Sociali ad indirizzo psicologico opera da oltre trenta anni come operatore della comunicazione. Ha iniziato la sua attività giornalistica presso l’area Comunicazione di Telecom Italia monitorando i summit europei, vanta collaborazioni con articoli sul mensile di Esperienza organo dell’associazione Seniores d’Azienda, è inserito nella redazione di News Continuare insieme dei Seniores di Telecom Italia ed è titolare della rubrica “Europa”, collabora con il mensile 50ePiù ed è accreditato per conto di questa rivista presso la Sala stampa Vaticana, l’ufficio stampa del Parlamento europeo e l’ufficio stampa del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2010 è corrispondente da Roma del quotidiano on-line delle Marche Picusonline.

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