Brexit: la May chiede di accelerare le trattative, la Merkel frena

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La premier britannica spera in un accordo per «difendersi dalle critiche in patria». La Cancelliera: «I negoziati sono un processo graduale. Non bastano poche settimane»

La seconda giornata del Consiglio europeo è iniziata da poche ore, ma sulla Brexit alcuni punti cominciano già a delinearsi come certezze: la May tornerà in patria a mani vuote. L’accordo invocato dalla premier durante la cena di ieri alla presenza dei capi di Stato e di governo per «difendersi dalle critiche nel Regno Unito», non ci sarà. Per l’apertura della seconda fase dei negoziati bisognerà attendere dicembre, quando i 28 si incontreranno a Londra per decidere le condizioni dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.

A frenare la May, è intervenuta anche Angela Merkel che, in conferenza stampa ha riconosciuto i «progressi» fatti, anche in seguito al discorso tenuto dalla premier britannica a Firenze lo scorso settembre, ma ha poi sottolineato come questi non siano «sufficienti per iniziare la seconda fase». «Il discorso di May non ha cambiato la mia posizione» ha commentato secca la Cancelliera, sottolineando che i negoziati sono «un processo graduale» e non si completeranno «in poche settimane».

In effetti le questioni, sul tavolo del divorzio, sono ancora molte e significative. In primis, come in ogni separazione, bisogna paralare di soldi: il costo dell’uscita dell’Ue, stimato da Westminster intorno ai 20 miliardi di euro, secondo i conti dell’Unione europea sarebbe vicino ai 60 miliardi. Anche su questo punto in questi giorni la May si è affrettata a fornire rassicurazioni affermando, nel corso della conferenza stampa a chiusura del Vertice, che si impegnerà a trovare un compromesso con i 27. «Nessuno pagherà di più o riceverà di meno» ha dichiarato la premier britannica, spiegando anche che «il conto finale arriverà con l’accordo finale sulla futura relazione fra Regno Unito e Ue».

C’è poi il tema relativo ai diritti dei cittadini europei che risiedono nel Regno Unito, più di tre milioni di persone. Su questo fronte, proprio ieri la premier britannica ha voluto ribadire il proprio impegno attraverso una lettera aperta nella quale ha sottolineato: «I diritti dei cittadini sono la mia prima priorità. E so che i miei colleghi hanno lo stesso obiettivo ». La May ha poi aggiunto: «I cittadini dell’Ue che vivono nel Regno Unito hanno dato un enorme contributo al nostro Paese. E vogliamo rimangano con le loro famiglie. Non potrei essere più chiara: i cittadini dell’Ue che vivono legalmente nel Regno Unito potranno rimanere».

Infine, desta preoccupazione anche la situazione dell’Irlanda, per la quale è necessario scongiurare un riaccendersi degli scontri. Sulla questione, la Merkel ha dichiarato: «siamo quasi tutti della stessa opinione che l’accordo del Venerdì santo deve essere salvaguardato», facendo riferimento al trattato di pace firmato a Belfast nel 1998 da Repubblica d’Irlanda e Regno Unito.
Dunque, nonostante la May continui a ostentare ottimismo e a dirsi fiduciosa, è piuttosto evidente che il cammino verso la seconda fase dei negoziati debba ancora definirsi chiaramente, e sarà necessario attendere dicembre per ulteriori sviluppi.

Valentina Ferraro

Foto © European Union

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Valentina Ferraro
Laureata in letteratura contemporanea, ha lavorato per diversi anni come editor per una casa editrice romana, per poi avvicinarsi alla sua più grande passione: la scrittura, intesa come mezzo di comunicazione a 360 gradi. Ha iniziato scrivendo di cinema e cultura per diverse testate sia online che cartacee (fra queste, “Il quotidiano della Sera” e il settimanale “Il Punto”). Dopo il primo viaggio a Bruxelles, nel 2014, ha scoperto un forte interesse per l’Unione europea, iniziando così ad approfondire le tematiche relative all’Ue. La spiccata curiosità per l’universo della “comunicazione 2.0” l’ha portata a mettersi alla prova anche come blogger. Di recente la scrittura ha incontrato un’altra sua grande passione: l’enogastronomia.

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