Ue: le criticità nei rapporti con la Turchia e con la Russia

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Il vertice di Varna fra Tusk, Juncker ed Erdogan. Caso Skripal: massicce espulsioni di diplomatici russi da parte dell’Europa e degli Stati Uniti. Mosca annuncia ritorsioni.

Non è un caso che il vertice fra le alte cariche dell’Unione europea e il presidente turco Erdogan sia avvenuto in Bulgaria, un Paese confinante che ha tutto l’interesse a mantenere buoni rapporti con il potente vicino. Ricordiamo che Sofia, recentemente, ha rispedito ad Ankara otto dissidenti, ricevendo numerose critiche per una mossa in aperto contrasto con lo spirito e i principi del Vecchio Continente.

Come noto, l’Europa è legata alla Turchia dagli accordi siglati nel 2016 per arginare l’emergenza profughi, generata da un Medioriente devastato dalle guerre. Circa sei miliardi di euro e una promessa riguardo la rapida liberalizzazione dei visti in cambio di un solido controllo alle frontiere, questo il patto che lega Bruxelles a un regime più volte stigmatizzato per il mancato rispetto dei principi democratici e della libertà di stampa. Ankara, in crisi economica, necessita di tali finanziamenti, così come l’Europa non può rinunciare all’aiuto di un partner fondamentale nello scacchiere mediorientale.

Occorrerebbe maggior coraggio. L’Europa non ha esitato a schierarsi dalla parte della Gran Bretagna di fronte al caso Skripal, la ex spia russa avvelenata da gas nervino, espellendo numerosi diplomatici russi, senza attendere i risultati dell’indagine. Anche l’Italia si è accodata a questo gesto unanime, registrando però la voce critica del leader della Lega Matteo Salvini. Una maggiore cautela sarebbe forse stata auspicabile. I rapporti con la Russia, ancora una volta, si vanno complicando pericolosamente.

Una uguale fermezza non si registra sul fronte turco. Un Paese il cui governo viene considerato autoritario da molti esponenti delle istituzioni europee, ma con il quale è necessario mantenere rapporti perlomeno accettabili. Per questo si criticano l’intervento militare in Siria e il massacro dei curdi, mascherato da operazione antiterrorismo, ma non si fa nulla di concreto per fermarli. Il terrorismo si combatte con l’intelligence, non con l’invio di carri a bombardare città abitate da civili inermi, complicando l’emergenza umanitaria gia drammatica. Il tutto mentre il Movimento 5 Stelle presenta un’interrogazione al Parlamento europeo riguardo il presunto uso da parte della Turchia  dei fondi stanziati dall’accordo sui migranti per l’acquisto di strumentazioni militari.

L’Europa, ancora una volta, appare titubante nei fatti di politica internazionale, non sempre coerente nelle scelte operate. Il futuro del nostro continente passa anche e soprattutto da qui.

 

Riccardo Cenci

Foto © European Union

 

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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