Media e governi aspettano al varco il nuovo corso italiano

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Secondo i più l’esecutivo Conte renderà più complicato il percorso nell’Unione europea. Ma le istituzioni comunitarie e tedesche si dichiarano pronte a lavorare insieme

La nascita del governo giallo-verde con il contratto tra MoVimento Cinque Stelle e Lega attira l’attenzione su giornali e amministrazioni europee e mondiali. I principali quotidiani internazionali mettono in rilievo, con diverse sfumature, le incognite che un governo “populista” in uno dei Paesi fondatori dell’Ue apre per il Vecchio Continente e per i mercati finanziari. A partire dal conservatore britannico Telegraph che rilancia sul nuovo accordo per formare un esecutivo in Italia, la cui «prospettiva populista ed euroscettica nell’Europa occidentale farà innervosire Bruxelles e potrebbe portare a un ulteriore turbamento sulle borse valori non solo nell’Ue, ma anche nel resto del mondo».

                               Paolo Savona

«Verso un’uscita della crisi in Italia?» si chiede il francese Le Monde, scrivendo del nuovo incarico a Giuseppe Conte. «Quanto a Paolo Savona, economista che considera l’euro come una gabbia tedesca, e su cui il presidente Mattarella aveva posto un veto, è stato nominato agli Affari europei mentre all’Economia va Giuseppe Tria, professore favorevole alla permanenza nella moneta unica». Il conterraneo Le Figaro commenta: «la commedia a Roma inquieta l’Italia», e sottotitola: «Fra calcoli machiavellici e teatro, l’Italia affonda in una crisi che mette in agitazione i mercati». Lo spagnolo El Pais. oltre a occuparsi della parallela crisi del proprio Paese, ricorda come nello Stivale «a quasi 90 giorni dalle elezioni, la Lega e il Movimento 5 Stelle sono riusciti a raggiungere un accordo per formare un esecutivo che cercherà di governare l’Italia». E «dopo giorni di enormi tensioni e una lunga trattativa, entrambe le parti hanno deciso di sostituire l’euroscettico Paolo Savona con Giovanni Tria al ministero dell’Economia» e Savona, «ironia della politica, occuperà il dicastero degli Affari europei».

Dall’altra parte dell’Oceano, il Wall Street Journal apre il portale online con «i partiti politici italiani 5 Stelle e Lega raggiungono un accordo su un governo di coalizione (…) guidato dall’avvocato e accademico Giuseppe Conte, che era stato la scelta dei due alleati nel loro primo tentativo». La britannica BBC titola «i due partiti populisti italiani hanno rianimato i loro piani per formare un governo di coalizione». Secondo l’emittente citata sempre a esempio di giornalismo anglosassone il nuovo ministro dell’Economia Giovanni Tria è anche lui «critico dell’Ue, ma non sostiene l’uscita dell’Italia dall’euro, così che fosse più facile farlo accettare a Sergio Mattarella» al posto di Paolo Savona.

                              Matteo Salvini

Se la tempistica in diplomazia conta qualcosa, l’elenco degli “amici” del nuovo governo giallo-verde all’estero è già fatto guardando all’ordine di arrivo delle congratulazioni. Le prime sono quelle di Putin, seguite dai messaggi dei vertici delle istituzioni europee, Juncker, Tusk e Tajani, e via via delle altre cancellerie. Anche se i leader europei, a partire dalla Merkel, sono giorni che ripetono di essere pronti a collaborare con i nuovi inquilini di Palazzo Chigi. E ora che questi hanno un volto e un nome, i partner Ue ribadiscono la piena disponibilità anche all’ascolto delle loro idee e proposte, con l’auspicio che il “rispetto” sia reciproco.

Dopo le incomprensioni, gaffe ed equivoci dei giorni scorsi, e dopo l’ondata di panico sui mercati che ha riportato gli Stati membri allo psicodramma della crisi greca, ora all’Ue la parola d’ordine sembra essere “cercare di non portare ulteriore enfasi” nella post formazione dell’esecutivo. Perfino dichiarandosi aperti alla cooperazione con quello che unanimemente è definito «il primo governo populista dell’Eurozona», pur nel timore di doverne parare le uscite euroscettiche molto presto. Forse già a partire da martedì, quando il neoministro Matteo Salvini potrebbe fare la sua prima apparizione al Consiglio Interni in Lussemburgo, proprio per mettere mano al dossier immigrazione e discutere della contestata riforma di Dublino.

               Tajani, Merkel e Juncker

Nel congratularsi con il premier Giuseppe Conte, il presidente della Commissione Juncker gli ha assicurato che l’esecutivo Ue «sarà come in passato al fianco dell’Italia nel percorso di riforme e attenta alle sue attese e proposte per il futuro dell’Unione». Con un ruolo peraltro da primo piano «che l’Italia avrà nella gestione delle sfide strategiche, dall’immigrazione alla riforma dell’Eurozona. L’aspettativa è sì per un “governo del cambiamento”, ma attraverso un dialogo costante con i partner dell’Unione. «Come Stati membri fondatori dell’Ue la nostra collaborazione si basa sui nostri comuni valori europei», ha scritto a Conte anche la Merkel. Mentre Tajani ha invitato il neopremier ad esporre le sue idee al Parlamento europeo, così come il suo omologo spagnolo.

Il presidente del Consiglio europeo Tusk sottolinea come «il momento sia cruciale per l’Italia e l’intera Unione», e ricorda che «per superare le nostre sfide comuni, ci serve unità e solidarietà più che mai». La prima occasione per dimostrare la volontà di collaborare sarà il G7 del Canada, l’8 e il 9 giugno, dove Conte troverà lo stesso Tusk e Juncker. Dopo appena venti giorni si confronterà per la prima volta con tutti i leader europei nel vertice a Bruxelles, dedicato alle riforme della zona euro, alla ricerca del delicato equilibrio tra condivisione e riduzione dei rischi, ovvero la scelta di una vera solidarietà anche economica oppure no. È allora che il nuovo governo dovrà cominciare a tessere la tela delle alleanze, decidendo con chi schierarsi: se dalla parte di Francia e Germania, che arriveranno come sempre al summit Ue con una posizione comune, oppure contro, magari con Paesi più critici tipo quelli del gruppo Visegrad o l’Austria.

 

Nicola Del Vecchio

Foto © The Financial Express, Bloomberg, Politico Europe

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