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Italia-Visegrad, posizioni distanti su ricollocamenti

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Nel Belpaese sia il premier ceco Babiš, per incontrare Conte, che quello ungherese Orbán con Salvini. Insieme contro l’immigrazione illegale, ma distanti su come combatterlo

L’Italia e i Paesi del Gruppo di Visegrad condividono pienamente l’obiettivo di combattere l’immigrazione illegale, di intensificare la cooperazione con gli Stati da cui hanno origine le partenze e, in quest’ottica, di aumentare le risorse europee destinate al Fondo per l’Africa. Restano distanti, invece, le posizioni del Belpaese da quella dei due governi presenti oggi in Italia sull’approccio generale al fenomeno immigrazione. È questo ciò che emerge al termine dell’incontro che si è svolto a palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il premier ceco Andrej Babiš. In grandi linee lo stesso vale nell’incontro in prefettura a Milano tra il vicepresidente e ministro dell’Interno Matteo Salvini e il premier ungherese Viktor Orbán.

Conte ha insistito con Babiš, per la prima volta a Roma per una visita ufficiale, sulla necessità di «un sistema condiviso del fenomeno migratorio da tutta l’Unione europea», spiegando che «quando arrivano migranti nel nostro Paese non si può continuare a dire che è un problema solo italiano». «Rispetto il fatto che non vogliate partecipare alla redistribuzione dei migranti» – ha dichiarato il presidente Conte a Babis – «ma chiedo che non venga demonizzato un sistema condiviso dell’immigrazione in cui l’Italia crede fermamente e che si creino incentivi economici per chi partecipa alla redistribuzione e disincentivi economici per chi non vi prende parte».

Conte ha anche ribadito che bisogna dar seguito alle conclusioni dell’ultimo Consiglio europeo, conclusioni che rappresentano un “buon compromesso” per tutti i 28 Paesi che le hanno sottoscritte e che pongono le basi per un approccio al fenomeno migratorio non più emergenziale, ma strutturale. Il richiamo alle conclusioni del Consiglio europeo di giugno è servita a Conte per ribadire la necessità per il governo italiano di arrivare a «una politica europea dell’immigrazione». Il presidente Babiš ha condiviso il fatto che sul fronte immigrazione l’Italia vada aiutata, ma ha anche ribadito la sua forte contrarietà alla politica dei ricollocamenti.

Si è dichiarato disponibile, invece, ad incrementare le risorse finanziarie per contrastare l’immigrazione dai Paesi africani. Conte e Babiš hanno condiviso pienamente l’obiettivo di combattere l’immigrazione illegale, di intensificare la cooperazione con i Paesi da cui hanno origine le partenze e, in quest’ottica, di aumentare le risorse europee destinate al Fondo per l’Africa. Conte ha insistito infine con Babiš sulla necessità di «un sistema condiviso del fenomeno migratorio da tutta l’Unione europea», spiegando che «quando arrivano migranti nel nostro Paese non si può continuare a dire che è un problema solo italiano».

   Enrico Credendino e Andrej Babiš al centro EUNAVFOR MED di Roma

Il primo ministro della Repubblica Ceca ha visitato sempre oggi a Roma il quartier generale della missione europea Sophia Eunavfor med. Obiettivo principale dell’operazione militare marittima è quello di rompere la rete di trasportatori di migranti nel mar Mediterraneo. Babiš ha anche salutato i tre militari cechi dispiegati presso il quartier generale della missione. Aleš Chmelař, segretario di Stato ceco per gli Affari europei, ha commentato la visita ricordando che «Sophia è una delle cinque missioni militari dell’Ue e vi partecipano quasi tutti gli Stati membri».

 

Ludovico Stella

Foto © Palazzo Chigi, Operation Sophia, The Guardian

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