Il GRECO e la situazione della corruzione nella Repubblica maltese

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Il quinto ciclo di valutazione dell’organo del Consiglio d’Europa in tema di «Prevenzione della corruzione e promozione dell’integrità» nell’isola al centro del Mediterraneo

Il rapporto in esame, pubblicato nel marzo 2019 contiene una valutazione in merito all’efficacia delle misure operanti all’interno dell’ordinamento maltese tese a prevenire il fenomeno corruttivo tra coloro che ricoprono alte cariche governative (es: ministri e altri funzionari di rango elevato) e tra i membri delle forze dell’ordine.

In buona sostanza si tratta di un “analisi critica” della situazione che tiene in debito conto gli sforzi profusi da parte dei soggetti istituzionali coinvolti nella valutazione a livello giuridico e organizzativo e delle risultanze ottenute. In merito alla metodologia di esecuzione delle attività di valutazione e sulla conseguente redazione del Rapporto oggetto di disamina appare opportuno formulare le seguenti osservazioni.

Sin dal 2001 Malta risulta aderente al GRECO, il Gruppo di Stati contro la corruzione, noto anche con l’acronimo dal francese Groupe d’États contre la corruption, è un organo di controllo contro la corruzione del Consiglio d’Europa con sede a Strasburgo. Il Paese nell’arco degli ultimi 15 anni è stato oggetto di ben quattro valutazioni (2005,2009, 2015 e 2017).

La quinta attività di valutazione posta in essere dai delegati del GRECO si è basata sull’analisi di documenti ma anche sull’effettuazione di interviste durante il periodo di permanenza sull’isola con rappresentanti del Cabinet del Presidente e del Primo Ministro, con il Segretario Generale permanente, i rappresentanti della Polizia e con molti altri soggetti operanti in vari settori chiave.

Il Rapporto in questione, come da prassi consolidata, si conclude in ogni sua parte con la formulazione di raccomandazioni. Il presente scritto si concentra sulle osservazioni preliminari in merito alla situazione maltese. Si noti come nei prossimi articoli si affronteranno tematiche più specifiche trattate all’interno del corposo rapporto redatto all’esito del 5° ciclo di valutazione con conseguente richiamo delle Raccomandazioni inerenti i diversi settori.

In primis nel rapporto si sottolinea come Malta possegga sulla “carta” un «arsenale di istituzioni pubbliche» che dovrebbe essere utilizzato per svolgere funzioni di controllo dei vari fenomeni corruttivi nei diversi contesti sopra richiamati. Tuttavia, notano i redattori del documento de quo, l’efficacia delle prefate misure è «rimessa in questione» anche alla luce delle controversie «sans précedent» che negli ultimi anni hanno avuto per oggetto l’operato di alte cariche governative.

Volendo sintetizzare, a seguito dell’analisi svolta dall’equipe del GRECO, è emerso, in via preliminare, quanto segue. Si sarebbero individuate evidenze relative ad abusi nell’impiego di risorse pubbliche, alla pratica del “nepotismo“, a conflitti d’interesse connessi alle privatizzazioni, agli appalti pubblici, all’approvvigionamento d’energia, alla vendita di terreni e, infine, alle misure adottate per attirare investimenti stranieri. In merito a tale ultima area d’interesse la verifica si è concentrata sulla vendita di passaporti, sull’aggiudicazione di contratti pubblici e sulle assunzioni all’interno di strutture pubbliche.

Al riguardo appare opportuno sottolineare come gli uomini del GRECO abbiano rilevato come l’efficacia del sistema della giustizia penale e dei presidi necessari per arginare i fenomeni corruttivi e il riciclaggio di denaro sia stata, a seguito della verifica, «largement mise en doute».

I sondaggi avrebbero rivelato, a livello globale, un’alta percezione della corruzione a fronte dell’assenza di effettive misure di natura disciplinare e penale tese al contenimento del predetto fenomeno. Il tutto nonostante l’emergere di chiare evidenze afferenti ai prefati gravi eventi. Dette osservazioni, sottolineano i delegati del GRECO, sono conseguenti alle attività di audit. Non a caso si è costatato come gli agenti pubblici di alto rango sospettati di condotte contrarie alla deontologia o alle norme penali continuino, tuttora, a svolgere le predette funzioni. I meccanismi estremamente sofisticati e l’operato dei numerosi organi di controllo specializzati risultano poco efficaci se, successivamente ai controlli effettuati, i medesimi organi non producono una rendicontazione o se la loro azione risulta, di fatto, fortemente dipendente dall’autorità governativa.

Le istituzioni dello stato e l’amministrazione pubblica devono operare in modo imparziale al fine di promuovere il bene comune e, pertanto, non essere uno strumento al servizio della maggioranza che detiene il potere. Un certo numero di istituzioni europee hanno espresso preoccupazioni in merito allo stato di diritto a Malta. Ciò, soprattutto a seguito della morte di una giornalista che si era occupata in modo approfondito dei fatti sopra richiamati.

Malta è priva di una strategia globale e di un approccio coerente fondati sull’analisi dei rischi e sull’individuazione delle misure necessarie per il loro contenimento in applicazione dei principi di integrità che dovrebbero caratterizzare l’agere degli alti funzionari governativi. Conseguentemente è emerso il bisogno di adottare norme più stringenti che disciplinino le attività parallele dei sopramenzionati funzionari anche in relazione alle loro implicazioni nella ideazione di strutture societarie off shore, nella gestione dei conflitti d’interesse e nelle dichiarazioni inerenti i loro patrimoni.

Allo stato manca un sistema adeguato di sanzioni e la giustizia penale non è in grado di reagire in modo appropriato ai prefati illeciti a causa di una non chiara ripartizione delle responsabilità tra l’ufficio del Procuratore Generale, la Polizia e la magistratura inquirente. Appare evidente una necessaria redistribuzione delle predette attribuzioni al fine di evitare la paralisi.

Per quanto attiene alla Polizia è certamente opportuno adottare un insieme completo di misure per la piena implementazione di politiche di integrità nella gestione delle istituzioni. È necessario rendere più efficiente la Commissione indipendente d’esame delle attività e delle iniziative poste in essere contro la Polizia. In tal modo la predetta istituzione potrà trasformarsi in un organo di controllo «crédible».

Da ultimo, per lottare efficacemente contro la corruzione e risolvere i problemi da essa derivanti (es: ‘legge del silenzio’) è indispensabile che sia adottata una politica chiara in tema di segnalazioni e di divulgazione di attività sospette fondate. Il tutto associato alla effettiva adozione di misure di protezione per i denuncianti.

Pertanto, a chiusura di questo primo scritto introduttivo relativo allo scenario maltese appare evidente come risulti particolarmente complessa e articolata la realtà che è oggetto di esame. Nei prossimi articoli si approfondiranno ulteriori aspetti inerenti il fenomeno corruttivo nei delicati ambiti richiamati dal documento oggetto di analisi.

 

Roberto Scavizzi

Foto © Tiranapost, Consiglio d’Europa, The Malta Indipendent, whistleblowersblog.org

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Roberto Scavizzi
Avvocato e docente universitario a contratto presso università private. L'attività accademica ha ad oggetto la materia dell'Informatica giuridica in ambito internazionale e la materia dei diritti d'autore. Come legale opera principalmente nel settore del diritto dell'impresa e svolge attività formativa professionale nel settore giuridico in ambito pubblico e privato. Inoltre è autore di pubblicazioni di diritto e articoli giornalistici per riviste d'arte e d'attualità.

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