Green Deal europeo: tra entusiasmo e perplessità il patto verde fa progressi

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Green Deal europeo

Le ultime notizie sulla «più grande operazione di trasformazione della storia» (Frans Timmermans – vicepresidente della Commissione europea)

La Commissione europea si è riunita, ancora, per discutere del Green Deal europeo. Termine che indica un insieme di iniziative politiche ed economiche che mirano a ridurre al minimo l’inquinamento, fino a raggiungere la neutralità climatica ed emissioni zero entro il 2050.

Il piano presentato il 14 luglio, il “Fit for 55” (“Pronti per il 55”) richiama l’obiettivo intermedio stabilito al momento dell’approvazione: ridurre le emissioni del 55% rispetto ai livelli del 1990, entro il 2030

Le ultime notizie dell’incontro per il Green Deal

Tra le iniziative politiche presentate, un ruolo centrale è quello del potenziamento del Sistema di scambio delle emissioni, ETS (dall’acronimo inglese Emissions Trading System). Il quale permette di fissare dei limiti controllati di emissioni. Innovativo è il CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism), che tassa l’importazione in Europa, tutelando l’economia interna rispettosa delle norme ambientali.

Rafforzare il Sistema di scambio delle emissioni

L’ETS è un metodo che limita la produzione delle emissioni di circa 10.000 industrie e centrali energetiche ne fissa un numero massimo complessivo consentito entro l’anno. I trasgressori saranno sanzionati. Il “tetto”, inoltre, diminuisce annualmente.

obiettivi Green Deal europeoIn sostanza si assegnano, gratuitamente e/o all’asta, delle “quote di emissioni” che le diverse industrie possono scambiare in base alle necessità, in modo da rimanere entro il numero massimo consentito. Ad esempio, se a un’industria alla fine dell’anno avanzano delle “quote”, quindi inquinando meno di quello che aveva previsto a inizio anno, può scambiarle con un’altra che lo ha fatto di più. Ossia che ha prodotto maggiori emissioni di quelle che aveva ricevuto o acquistato all’inizio dell’anno.

Questo sistema, creato nel 2004, finora ha interessato solo le industrie particolarmente inquinanti, da cui derivano il 40% delle emissioni dell’Ue.
Potenziare e rafforzare l’ETS, tema centrale di questo incontro per il Green Deal europeo, si propone di coinvolgere nel sistema di scambio delle emissioni tutti i settori quindi coprendo la totalità dell’Ue. 

L’innovazione del CBAM

Il meccanismo di regolazione del limite del carbonio di fatto andrà a tutelare una concorrenza leale: prevede che le aziende internazionali molto inquinanti paghino per importare nell’Unione europea. È una sorta di tassa che coinvolge i settori dell’acciaio, dell’alluminio e dei fertilizzanti. Questo meccanismo aiuterà a tutelare le aziende europee dalla concorrenza delle imprese che producono in Paesi in cui le norme ambientali sono meno rigorose. 

Trasporti più sostenibili

Ridurre le emissioni delle automobili del 55% e dei furgoni del 50% entro il 2030, per arrivare a zero emissione nel 2035, anno oltre il quale sarà vietata la vendita di nuove automobili a benzina o gasolio.

Saranno quindi incentivati i veicoli che utilizzano energia “pulita”, come le macchine elettriche. Allo stesso tempo sarà potenziata la rete per la ricarica dei veicoli, così da permettere anche viaggi lunghi. Dal 2026 sarà introdotta una sorta di tassa sui carburanti anche per gli aerei e le navi (che finora hanno beneficiato di un’esenzione). Saranno incentivati a passare a carburanti più sostenibili, promuovendo la decarbonizzazione dell’economia. 

In questa opera di transizione giusta (Just Transition Mechanism) i fondi saranno impiegati in proporzione equa in base alle zone maggiormente colpite dalla conversione energetica dell’industria. L’elettrificazione dell’economia e il maggior ricorso alle energie rinnovabili si tradurranno in una crescita dell’occupazione in questi settori.

La realizzazione del Green Deal non è altro che il rispetto dell’accordo di Parigi, firmato il 12 dicembre 2015, dagli Stati membri dell’Ue e da altri Paesi extraeuropei. Sancisce l’impegno dei firmatari per limitare i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale. Mantenendo sotto i 2 gradi Celsius l’innalzamento della temperatura media rispetto al periodo preindustriale. Inoltre, ridurre le emissioni globali di CO2, fissando l’aumento massimo della temperatura di 1,5°C. Nel 2017 gli Usa sono usciti dall’accordo sotto la guida Trump, ma con l’attuale presidenza Biden si stanno muovendo per farne di nuovo parte.

Obiettivi ambiziosi

Fortunatamente, nonostante l’emergenza sanitaria, l’Europa continua a lavorare anche per quella ambientale. Infatti, da diversi anni si sta correndo ai ripari con obiettivi molto ambiziosi e motivanti. La Commissione europea auspica una rivoluzione industriale che parta dall’utilizzo di energia “pulita” per arrivare a un’economia sostenibile. Non sarà semplice, né indolore, come ogni rivoluzione.

Da diversi Paesi europei sono arrivate delle critiche e forti opposizioni per la decarbonizzazione troppo veloce, quindi, molto difficile da perseguire per alcuni Stati. Ulteriori perplessità giungono per la distribuzione dei fondi, nonché dal settore dell’Automotive.

«L’opposizione sarà fortissima», ha affermato Timmermans – primo vicepresidente della Commissione europea – alla CNN. «Tutte le transizioni epocali ricevono una forte opposizione».

 

 

Caterina Allegrini

Foto © Netcoop, Wikipedia, Giurdanella

Video © Eurocomunicazione

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