Vaticano, tesoro scomparso nel 1939

0
496
Vaticano

Hitler cercò di “comprare” l’elezione del Papa con lingotti d’oro che poi sparirono

Tra i tanti tesori scomparsi durante il periodo della seconda guerra mondiale spicca la storia riguardante tre milioni di marchi tedeschi in lingotti d’oro svaniti nel nulla in Vaticano, che molti non conoscono, e riguardano l’elezione di Pio XII.

Tutto inizia nel novembre del 1938 quando Pio XI (Papa Achille Ratti) cominciò ad avere seri problemi di salute. A stento riuscì a celebrare le funzioni natalizie. Il primo mese di quell’anno lo trascorse in prevalenza a letto assistito dal suo medico. Il 4 febbraio una crisi cardiaca lo costrinse a letto e cinque giorni dopo, il 10 febbraio, Pio XI morì. L’elezione del nuovo pontefice fu una delle più politicizzate. In tutta Europa e in America si scommetteva sul probabile successore. Londra, Parigi e Washington auspicavano a un Pontefice che seguisse la linea politica di Pio XI, contraria a Hitler. Roma e Berlino volevano invece un Papa filotedesco. Gli ambasciatori in Vaticano di Francia e Gran Bretagna cooperarono per assicurare l’lezione di un cardinale contrario alle dittature, e avevano già in mente il segretario di Stato di Pio XI, il cardinale Eugenio Pacelli.

Riunioni segrete

I cardinali francesi si riunirono con l’ambasciatore Charles Roux e gli comunicarono che tutti erano pronti a votare Pacelli. L’unico contrario era Tisserant che preferiva il cardinale Maglione, vecchio nunzio a Parigi con spiccate idee antinaziste. Anche l’Italia e la Germania tramite i loro ambasciatori Bonifacio Pignatti e Von Bergen discussero delle preferenze. Il Fuhrer fece sapere che non scartava l’incarico a Pacelli ma appoggiava anche Maurilio Fossati di Torino ed Elia Dalla Costa di Firenze.

La spia tedesca in Vaticano

I servizi di spionaggio del Terzo Reich riuscirono a infiltrare un loro agente in Vaticano. Si trattava di un certo Borodajkewycz, un viennese di origine ucraina, che aveva studiato teologia e si vantava di avere importanti contatti con la Curia. Ma i suoi contatti non risultarono affidabili come si credeva, perché riferì che il favorito alla successione era il cardinale Schuster, Arcivescovo di Milano, che però dopo il conclave, si seppe non ottenne alcun voto.

Tre milioni di Marchi per “pilotare” il conclave

L’agente tedesco in Vaticano, convinse i suoi superiori che con tre milioni di marchi in lingotti d’oro Tesoro scomparsoil Reich avrebbe potuto condizionare l’esito del conclave. I lingotti avrebbero convinto i porporati a dare la preferenza ai due cardinali favoriti dalla Germania. Joseph Roth del dipartimento Affari Religiosi del Terzo Reich ne parlò con Hitler, che approvò il piano con Himmler. L’oro fu caricato su un treno speciale e mandato a Roma. Un rapporto della nunziatura di Berlino comunicò al Vaticano che era stato spedito, per corrompere alte cariche della Chiesa Cattolica affinché cambiassero il loro voto nel conclave.

La spia viennese in Vaticano aveva contattato un sacerdote che diceva di lavorare per la Segreteria di Stato, il quale si impegnò a verificare la disponibilità dei cardinali. L’agente tedesco confessò al sacerdote che non gli sarebbe dispiaciuto impadronirsi di una parte dei lingotti, e vivere in incognito in Svizzera ma temeva una ritorsione di Himmler.

L’inizio del conclave

Il 1° marzo 1939 alle sei del mattino iniziò il conclave e settantadue cardinali si riunirono nella Cappella Sistina. Nella prima votazione Eugenio Pacelli ricevette il maggior numero di voti, ventotto, seguito dai cardinali Dalla Costa e Maglione, ma non raggiunse il quorum. Al secondo turno il cardinale Maglione ottenne trentacinque voti ma non furono sufficienti. Il pomeriggio del 2 marzo il cardinale Eugenio Pacelli veniva eletto pontefice, alla terza votazione con 48 voti. Era stato il più breve conclave degli ultimi trecento anni. Pacelli scelse il nome di Pio XII in ossequio ai suoi predecessori.

Il disappunto della cancelleria di Berlino

La notizia sorprese Berlino e il quartiere generale facente capo a Himmler. Joseph Roth ordinò che l’agente di Roma, infiltrato, provvedesse a restituire il carico d’oro del Reich, ma da diversi giorni la spia aveva interrotto le comunicazioni e l’oro era scomparso. L’ultimo contatto con Borodajkewycz, era avvenuto il 27 febbraio, tre giorni prima dell’elezione del Papa, quando al mattino si era riunito in un appartamento di Trastevere con il sacerdote della segreteria di Stato, dopodiché era sparito. Il suo cadavere venne trovato dalla polizia italiana impiccato alla trave di un tempietto in un parco del centro di Roma, mentre l’oro del Reich era scomparso.

Il tesoro scomparso

A lungo circolarono voci che sostenevano che l’agente viennese era stato giustiziato da membri delle SS inviati a Roma da Himmler, e che l’oro era tornato nelle casse della Reicbank. C’è però una altra versione dell’Abwehr, il servizio di intelligence militare tedesco, e un rapporto dei servizi segreti del Duce che tenevano il viennese sotto sorveglianza, da cui risulta che Borodajkewycz il 26 febbraio insieme a un altro uomo di carnagione scura, alto e di bell’aspetto avevano visitato alcune fonderie di Roma. Probabilmente l’intento era di cancellare qualsiasi traccia del simbolo della Reichbank dai lingotti e si cercava il posto dove far fonderli. Dopo la morte della spia tedesca, sarebbero stati portati da Roma a Murano. Qui nei forni delle vetrerie sarebbero stati fusi in lingotti più piccoli e poi trasferiti in una banca svizzera, ove si troverebbero in attesa di “qualcuno” che li venga a prendere.

 

Giancarlo Cocco

Foto © Avvenire, Wikipedia, Il Sussidiario

Articolo precedenteBambini vittime dello sfruttamento lavorativo subito dai genitori
Articolo successivoTrafficante di sogni, un viaggio emozionale
Giancarlo Cocco
Laureato in Scienze Sociali ad indirizzo psicologico opera da oltre trenta anni come operatore della comunicazione. Ha iniziato la sua attività giornalistica presso l’area Comunicazione di Telecom Italia monitorando i summit europei, vanta collaborazioni con articoli sul mensile di Esperienza organo dell’associazione Seniores d’Azienda, è inserito nella redazione di News Continuare insieme dei Seniores di Telecom Italia ed è titolare della rubrica “Europa”, collabora con il mensile 50ePiù ed è accreditato per conto di questa rivista presso la Sala stampa Vaticana, l’ufficio stampa del Parlamento europeo e l’ufficio stampa del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2010 è corrispondente da Roma del quotidiano on-line delle Marche Picusonline.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui