Rivolgersi al cittadino da pari a pari
Eccoci all’ennesima crisi di governo. Ai più interessa poco chi ha ragione e chi torto: continuiamo a essere la pecora (politica) nera del Vecchio Continente. Eppure i cittadini italiani meriterebbero ben altro da coloro che li rappresentano. O forse ne sono degnamente raffigurati, con tutti i vizi e gli onori (di oneri non se ne parla proprio più…)?
La questione è di principio: non si è al servizio del cittadino, si pensa all’elezione per via elettorale come a un’incoronazione napoleonica (visto che ci si autoincorona, oltretutto col porcellum) o al raggiungimento di un nuovo status aristocratico. Ma è proprio questo che non va, nella testa dei nostri “onorevoli” rappresentanti: sono loro al servizio del cittadino, non il contrario!
Dell’Europa abbiamo scritto tante volte anche rilevando le inezie negative. Spesso la burocrazia comunitaria sembra un copia/incolla della farraginosa macchina del nostro apparato statale. Eppure la mentalità dei rappresentanti delle Istituzioni nazionali ed europee scatena in noi una certa invidia, anche per le piccole cose: raggiungere le Assemblee legislative o esecutive a piedi, pagare il biglietto di qualsivoglia mezzo di trasporto, divertimento o altro, rivolgersi al cittadino da pari a pari.
Sono stato al dibattito pubblico del 16 settembre con la vicepresidente della Commissione europea Viviane Reding e il ministro per gli Affari europei Enzo Moavero Milanesi. Qui cittadini europei provenienti dal nostro Paese, dall’Austria, Croazia e Slovenia dialogavano direttamente con il rappresentante dell’esecutivo europeo (fra i maggiori accreditati come prossimo presidente della Commissione) di crisi economica, diritti dei cittadini, futuro del Vecchio Continente.
Nessuna censura, solo domande concise per permettere ai più d’intervenire, esprimendo non solo interpellanze, ma opinioni, critica dei poteri o sull’operato dell’Europa, con più di un documento o dossier consegnato direttamente nelle mani della commissaria, con la promessa di una veloce risposta. Dovrebbe essere un diritto per i nostri connazionali, eppure questa semplice operazione, forse per qualcuno demagogica, lascia una sensazione per chi vi partecipa di essere considerato alla pari, non da paria (per chi non lo sapesse, i fuori casta, gli oppressi, nel sistema sociale induista).
Giovanni De Negri
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Foto © European Community, 2013