Letta: «bisogna tornare a far parlare di Europa fra le persone»

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L’ex premier parla di priorità della prossima legislatura. E sulla nomina alla Presidenza del Consiglio europeo non ha dubbi: «impossibile»

«Ritengo altamente improbabile, se non impossibile, che possa esserci un altro italiano, oltre Mario Draghi che è presidente della Bce, al vertice di una delle istituzioni europee». È con queste parole che Enrico Letta, protagonista di un incontro organizzato ieri a Roma dalla Commissione europea in Italia, fuga ogni dubbio riguardo l’ipotesi di una sua nomina alla presidenza del Consiglio europeo. Secondo alcune “voci di corridoio”, infatti, l’ex primo ministro poteva rappresentare una “figura di garanzia” in grado di mettere d’accordo socialisti e popolari.

Nonostante questa dichiarazione, Letta si confronta sui principali temi relativi all’Unione europea con  determinazione e idee chiare, dimostrando così di essere intenzionato a far sentire la sua voce nell’Ue. Si parte dall‘analisi del voto del 25 maggio riguardo il quale l’ex premier tiene a sottolinare che «il Parlamento che ne emerge è un Parlamento in cui il 72% appartiene a posizioni a favore di una maggior integrazione europea». Bisogna dunque analizzare il dato relativo alla crescita dei partiti euroscettici con attenzione, senza pensare semplicemente a uno «scampato pericolo». Letta sottolinea infatti come sia importante ascoltare il malessere che emerge da quei dati e impegnarsi a trovare delle risposte «sfruttando la spinta populista in modo positivo». Allo stesso modo mette in guardia dalla possibilità che la Gran Bretagna possa uscire dall’Ue. Possibilità che «non va sottovalutata», così come non vanno sottovalutati «gli effetti negativi che un’eventuale uscita britannica dall’Unione comporterebbe».

Certo è che la crescita degli euroscettici ha a che fare anche un «grande problema di popolarità dell’Europa». L’Ue non è ancora abbastanza «simpatica» ai suoi cittadini, che spesso hanno difficoltà anche a percepire ciò che realmente fa l’Europa per loro. Ecco dunque che, afferma Letta, è necessario «far tornare a parlare di Europa fra le persone». In che modo? Puntando su alcuni temi cruciali: in primis il lavoro, attraverso strumenti forti che non solo garantiscano il lavoro ai giovani ma che aiutino anche tutti coloro che un impiego lo avevano ma lo hanno perso. È importante tuttavia intervenire con qualcosa che sia «identificabile come europeo». Un altro strumento fondamentale per accrescere la popolarità dell’Ue fra i cittadini è, secondo Enrico Letta, l’Erasmus, che andrebbe «esteso ai sedicenni in modo forte e radicato».

Tornando poi su quelle che possono essere identificate come le priorità delle prossima legislatura Ue, Letta ricorda come si debba puntare sulla crescita, la competitività e, appunto sul lavoro. Senza dimenticare di sottolineare che «ciò che ha frenato l’Europa in questi anni è un problema politico. Ci abbiamo messo troppo tempo – ha spiegato – a prendere alcune decisioni, basti pensare all’unione bancaria». Proprio per questo motivo ora l’Ue ha bisogno di «decisioni assunte rapidamente. La crisi ci ha insegnato molto in questo senso».

Valentina Ferraro
Foto © European Community, 2014

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Valentina Ferraro
Laureata in letteratura contemporanea, ha lavorato per diversi anni come editor per una casa editrice romana, per poi avvicinarsi alla sua più grande passione: la scrittura, intesa come mezzo di comunicazione a 360 gradi. Ha iniziato scrivendo di cinema e cultura per diverse testate sia online che cartacee (fra queste, “Il quotidiano della Sera” e il settimanale “Il Punto”). Dopo il primo viaggio a Bruxelles, nel 2014, ha scoperto un forte interesse per l’Unione europea, iniziando così ad approfondire le tematiche relative all’Ue. La spiccata curiosità per l’universo della “comunicazione 2.0” l’ha portata a mettersi alla prova anche come blogger. Di recente la scrittura ha incontrato un’altra sua grande passione: l’enogastronomia.

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