Norimberga, un’eredità scomoda

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Le vestigia naziste rivalutate come luogo di memoria

Triumph_des_Willens_posterAgosto 1934. La regista Leni Riefenstahl accetta di girare un film documentario sul raduno del partito nazionalsocialista di Adolf Hitler che si sarebbe tenuto a Norimberga nel settembre successivo. Il risultato è Il Trionfo della Volontà (1935), tutt’ora considerato uno dei prototipi dei film di propaganda nella storia del cinema.

Quest’anno ricorrono ottant’anni dall’evento che lo ispirò. Norimberga, nel cuore della Germania, era stata scelta dal regime come città emblema del partito. Doveva diventare il principale palcoscenico per parate e raduni celebrativi, con edifici e strutture degni del futuro vittorioso dei padroni del mondo. Uno stadio da 400 mila posti, un centro congressi grande due volte il Colosseo per 50 mila persone, un’enorme strada da parata larga 60 metri e lunga 2 chilometri, nonché uno spettacolare campo, il Zeppelin, in cui radunare oltre 200 mila persone: questi erano solo alcuni degli interventi progettati dall’architetto di fiducia del Führer, Albert Speer, e da altri collaboratori. L’enorme area, situata a sud della città, era allineata con il castello e il centro storico di Norimberga, a simboleggiare una continuità fra la recente storia nazista e un secolare passato.

Oggi Norimberga è una metropoli di oltre mezzo milione di abitanti, che ha ricostruito nel dopoguerra il suo centro storico – colpito dai bombardamenti a tappeto degli Alleati – e che non ha smesso di fare i conti con il suo ingombrante passato.

Nella smania di un gigantismo sfrenato, i nazisti hanno lasciato in eredità alla loro città-gioiello un cantiere mai finito, i cui faraonici lavori sono stati interrotti dallo scoppio del conflitto mondiale.

Al termine della guerra, la municipalità di Norimberga si è trovata a fronteggiare un dilemma: che fare dell’immensa area dei raduni del partito nazista? Distruggere tutto era fuori discussione, per i costi elevati. Non era politicamente corretto neppure riconvertirlo per scopi commerciali. Si scelse quindi una terza via, quella di utilizzare quanto rimasto come luogo di memoria.

 

 

Dokumentationszentrum Reichsparteitagsgel‰nde in N¸rnberg, Mittelfranken...Nessuna città come Norimberga offre oggi la possibilità al turista con la passione per la Storia di tuffarsi nella follia megalomane del nazismo. Girare fra le vestigia di questo cantiere mai terminato non è difficile. Il punto di partenza è il Centro documentazione sui raduni del partito nazista, situato in un’ala dell’edificio mai ultimato del Centro congressi. Dal 2001, un interessante museo consente di ripercorrere la storia dell’ascesa del nazismo, il suo fervore quasi religioso, le persecuzioni, la manipolazione del popolo tedesco e la resistenza, fino al processo di Norimberga contro i papaveri del regime (1945-1946). L’audioguida fornita anche in italiano rende la visita più facile e aiuta a comprendere meglio il progetto architettonico del regime per Norimberga.

 

 

 

 

OLYMPUS DIGITAL CAMERAAll’esterno del museo, una piacevole passeggiata conduce in quello che oggi è un grande parco cittadino. Costeggiando il lago Dutzenteich – area di svago già dalla fine dell’Ottocento – si seguono i cartelli esplicativi che portano al Campo Zeppelin, così denominato perché nel 1909 l’immenso prato servì all’atterraggio di un dirigibile. Il Campo Zeppelin, con i resti della tribuna (nella foto) e del rostro dal quale Hitler arringava folle adoranti, è forse il luogo più famoso. È uno dei pochi spazi progettati e ultimati. Al di là della megalomania, la messa in scena nazista non fu particolarmente innovativa. I punti di riferimento per le costruzioni erano l’antica Grecia e la Roma imperiale. Il progetto della tribuna era ispirato all’Ara di Pergamo, conservata a Berlino. Dell’impianto originale restano poche parti: la costruzione centrale e i gradini resistono, mentre i colonnati furono abbattuti nel 1967, perché pericolanti. La grande svastica centrale, emblema del regime, fu fatta esplodere già nel 1945, dagli Alleati. In quello che era il tempio di Hitler, il 22 aprile dopo la conquista della città l’esercito americano inscenò la sua parata della vittoria, riconoscendo implicitamente il valore simbolico del luogo e al contempo dissacrandolo. Oggi salendo su quanto resta delle scalinate è possibile cogliere l’enormità dello spazio, pari a 12 campi di calcio. La municipalità di Norimberga ha scelto di evitare restauri conservativi, perché rischiavano di trasmettere l’idea che la tribuna del Campo Zeppelin fosse un monumento degno di onore, e non un luogo di memoria. Oggi il Campo ospita concerti rock e la strada sottostante viene utilizzata per corse automobilistiche, durante le quali l’area è invasa da tribune metalliche aggiuntive, che la rendono ancora più irriconoscibile rispetto al passato.

Proseguendo si oltrepassano lo Stadio municipale, il Palazzo del ghiaccio e si incrocia la Grande Via, la faraonica strada da parata voluta da Speer e realizzata per 1,5 km anziché 2, come da progetto. Oggi ci passa qualche autobus ed è un enorme parcheggio durante gli eventi.

 

 

OLYMPUS DIGITAL CAMERAIl percorso finisce costeggiando l’enorme Centro congressi non ultimato. L’esterno, che si riflette nel lago, emana un certo fascino architettonico, molto mastodontico. Ma entrando nel cortile interno è possibile cogliere l’incompiutezza: c’è solo la struttura, mancano scalinate, palco e tetto. Le pareti, che dovevano arrivare a 70 metri, sono ferme a 39. Nel 1987, è stata presentata una proposta per trasformare questo spazio in un centro commerciale, respinta dalla municipalità.

 

 

 

 

 

 

OLYMPUS DIGITAL CAMERADel gigantesco complesso nazista oggi sono utilizzati solo alcuni spazi dal Centro documentazione, un’ala dall’Orchestra Sinfonica di Norimberga e alcune aree come magazzini.

Vicino al Centro documentazione, c’è uno spazio oggi tornato a essere un parco. Ospitava l’Arena Luitpold, dove venivano celebrati i martiri del regime nazista, fra canti, bandiere e una ritualità quasi religiosa. L’Arena, che poteva ospitare fino a 150 mila persone, rimase danneggiata durante la guerra e fu poi demolita.

Un percorso ideale nel passato tedesco recente non può che terminare in città, nel Palazzo di Giustizia: qui la Sala 600, visitabile, vide sfilare i gerarchi sconfitti, da Göring a von Ribbentrop, da Hess a Speer. Gli stessi uomini che avevano occupato gli scranni più importanti nella tribuna del Campo Zeppelin.

 

 

 

Il viaggio

Per raggiungere Norimberga dall’Italia, conviene volare su Monaco con Lufthansa o con Alitalia. Per chi parte da Milano, da giugno c’è un nuovo volo diretto da Bergamo Orio al Serio con AirDolomiti, che collega anche Verona e Venezia con Monaco. Dall’aeroporto di Monaco si raggiunge Norimberga con un altro volo, in treno o noleggiando un’auto (distanza: circa 140 chilometri).

http://www.tourismus.nuernberg.de

https://www.museen.nuernberg.de/dokuzentrum/

https://www.museen.nuernberg.de/memorium-nuernberger-prozesse/

 

Maria Tatsos

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Maria Tatsos
Giornalista professionista, è laureata in Scienze Politiche e diplomata in Lingua e Cultura Giapponese presso l'IsiAO di Milano. Attualmente lavora come freelance per vari periodici femminili, collabora con il Museo Popoli e Culture del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) e con il Centro di Cultura Italia-Asia. Tiene corsi di scrittura autobiografica ed è autrice di alcuni libri, che spaziano dai diritti dei consumatori alle religioni asiatiche. È autrice del romanzo storico "La ragazza del Mar Nero" sulla tragedia dei greci del Ponto (2016) e di "Mai più schiavi" (2018), un saggio su Biram Dah Abeid e sulla schiavitù in Mauritania, entrambi editi da Paoline. Nel tempo libero coltiva fiori e colleziona storie di giardini, giardinieri e cacciatori di piante che racconta nel corso "Giardini e dintorni".

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