Renzi: «L’ho votato perché c’era un accordo politico tra le forze di coalizione». Cameron: «Lo rimpiangerete per tutta la vita»
La notizia arriva tramite twitter, ad annunciarla, il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy: «La decisione è presa. Il Consiglio europeo propone Jean-Claude Juncker come prossimo presidente della Commissione europea». In meno di 160 caratteri si chiude il dibattito, durato circa un mese, riguardo la nomina di una delle più importanti cariche dell’Ue. Il Consiglio europeo ieri ha infatti posto fine alle trattative nominando Juncker a maggioranza qualificata: 26 dei 28 Stati membri si sono espressi a favore, contrari soltanto la Gran Bretagna di Cameron e l’Ungheria di Orban.
Il leader del Ppe, dunque, sarà il prossimo Presidente dell’esecutivo dell’Ue, anche in virtù della vittoria del suo partito alle ultime elezioni. Il Ppe, infatti, pur avendo registrato il risultato più basso degli ultimi 15 anni, il 25 maggio si è confermata prima forza politica europea con 221 seggi su 751, conquistando così la maggioranza relativa al Parlamento.
È ancora attraverso twitter che il premier inglese Cameron ha voluto ribadire la sua ferma contrarietà a questa nomina, riportando sul social le parole rivolte ai suoi colleghi nel corso del Consiglio, ovvero che «potrebbero rimpiangere per tutta la vita il nuovo processo».
Il nostro presidente del Consiglio, Matteo Renzi, alla fine del vertice di ieri, in conferenza stampa ha invece spiegato le ragioni del suo voto, con parole piuttosto chiare: «Ho votato a nome dell’Italia per Juncker in una procedura che si è esplicitata in una maggioranza, perché c’era un documento – non l’avrei fatto senza documento – e perché c’era un accordo politico tra le forze di coalizione».
Ora la parola passa al Parlamento europeo: per formalizzare la nomina bisognerà attendere il voto di Strasburgo previsto per il 16 luglio. Solo in quel momento, infatti, Jean-Claude Juncker sarà ufficialmente designato Presidente dell’esecutivo dell’Ue. Una carica, questa, che arriva alla soglia dei sessant’anni, dopo una lunga carriera politica che lo ha portato a ricoprire ruoli di primo piano sia nel suo Paese che in Europa. Ex primo ministro del Lussemburgo, Juncker è rimasto in carica per ben 18 anni, dal 1995 al 2013, quando è stato costretto a rassegnare le dimissioni in seguito al rapporto di una commissione parlamentare che rese pubbliche alcune attività illecite che avevano per protagonisti degli agenti dei servizi lussemburghesi facenti capo al suo governo. Tra le accuse spiccavano quelle relative all’utilizzo di denaro pubblico per l’acquisto di automobili private, l’aver spiato personaggi politici e l’aver accettato soldi in cambio di favori. Juncker si dichiarò estraneo ai fatti ma fu comunque costretto a dimettersi.
In Europa il leader del Ppe ha ricoperto la carica di governatore del Fondo Monetario Internazionale, è stato responsabile della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo e nel 2005 primo presidente permanente dell’Eurogruppo.
Valentina Ferraro
Foto © European Community, 2014