Ucraina: quali prospettive dopo gli accordi di Minsk?

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La tregua offre nuovo spazio al negoziato

Si tiene in equilibrio su un filo sottilissimo la tregua raggiunta in Ucraina, legata alla discussione riguardo la possibilità di attuare nel concreto i 12 punti sottoscritti negli accordi di Minsk. Un documento che, è bene ricordarlo, non porta la firma di Petro Poroshenko, il quale ha preferito delegare l’ex Presidente Leonid Kuchma, e neppure di Vladimir Putin, il cui coinvolgimento diretto rappresenterebbe un’ammissione esplicita degli interessi Russi in Ucraina.

La carta è stata sottoscritta da Alexander Zakarchenko e Igor Plotnisky (rappresentanti delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk), dall’Ambasciatore russo in Ucraina Mikhail Zurabov, dal già citato Kuchma e dalla svizzera Heidi Tagliavini per l’OSCE, associazione che ha il compito di vigilare sul rispetto della tregua.

Un testo che delinea una sorta di percorso verso un disarmo progressivo delle milizie in campo, premessa necessaria per consentire un dialogo riguardo il nuovo status amministrativo e politico che dovrebbero assumere le regioni secessioniste. Obiettivi di difficile attuazione, considerando che mesi di conflitto hanno inasprito gli animi tracciando un solco sempre più profondo fra ucraini e russofoni.

Su entrambi i fronti combattono milizie di volontari, le quali difficilmente accetteranno scenari diversi da quelli per cui hanno preso le armi. Inoltre vi è il problema dei mercenari, i quali hanno come obiettivo esclusivo il guadagno economico. I ribelli insistono per una adesione alla Federazione Russa, attuata in forma federale o di annessione diretta, mentre gli ucraini vogliono che venga garantita l’integrità territoriale, già minata dall’annessione della Crimea considerata illegittima, concedendo al massimo maggiore autonomia amministrativa.

In questo scenario i due leader, pur seguitando a cercare una soluzione pacifica della crisi, non perdono occasione per consolidare le proprie posizioni.

Poroshenko, reduce dal recente consiglio europeo, si è recato a Mariupol, città portuale di importanza strategica capitale, ribadendo l’inviolabilità del suolo ucraino e la necessità di difenderlo militarmente con tutti i mezzi a sua disposizione.

Dal canto suo Putin incassa l’appoggio di gran parte dell’opinione pubblica del suo Paese, eccezion fatta per alcune voci fuori dal coro, in particolare quella del movimento delle Madri dei Soldati Russi, le quali si battono per avere notizie certe riguardo i loro cari, scardinando il consueto muro di gomma opposto dalle autorità locali, e per chiarire il ruolo di Mosca nell’ambito del conflitto. Nel frattempo recente è la denuncia da parte di Amnesty International di presunti crimini contro l’umanità commessi da entrambe le parti (e certo nuove terribili verità verranno alla luce al termine del conflito).

In questo contesto la comunità internazionale fa la voce grossa, salvo poi mostrare tutte le proprie debolezze. La UE prende tempo riguardo le nuove sanzioni, che prevedono un costo non indifferente anche per chi le impone, mentre gli Stati Uniti vorrebbero una reazione più aggressiva.

Le decisioni assunte dal summit di Newport mirano a frenare eventuali mire espansionistiche di Mosca sui Paesi Nato ex sovietici, ma non tutelano lo scenario ucraino. Putin, dal canto suo, sa di trovarsi in una situazione di forza, seppur condizionata da vari fattori.

L’impressione è quella che l’Ucraina, nonostante le ambizioni europee di gran parte della sua popolazione, difficilmente riuscirà a scrollarsi di dosso il giogo impostole dalla Russia. I prossimi giorni risulteranno comunque decisivi per capire se si arriverà ad un cessate il fuoco definitivo, premessa indispensabile per l’avvio di un negoziato serio e costruttivo, scevro di quei tatticismi che fino ad ora lo hanno caratterizzato.

Riccardo Cenci

Foto © European Community, 2014

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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