I filorussi conquistano lo snodo ferroviario di Debaltsevo, punto di raccordo fra le repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk

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Dopo la violazione degli accordi di Minsk, si attendono le nuove mosse di Vladimir Putin

Giunge all’inevitabile epilogo l’assedio di Debaltsevo. Le truppe ucraine, tagliate fuori dalle linee di rifornimento, a corto di munizioni e di cibo, stremate da giorni di combattimenti, stanno abbandonando una città ormai in gran parte sotto il controllo dei filorussi.

Evidentemente l’apporto di Mosca si è rivelato determinante nel rovesciare le sorti del conflitto. In particolare sui social network locali da qualche giorno vengono postate immagini che raffigurano soldati dalle chiare fattezze asiatiche. Milizie che provengono dalla Siberia, il cui sostegno sarebbe stato decisivo nei combattimenti.

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Numerosi soldati di Kiev sono caduti nelle mani dei filorussi. Eppure solo pochi giorni fa, sulla base degli accordi presi a Minsk, si era provveduto allo scambio senza condizioni dei prigionieri.

Il territorio, che porta impresse le ferite della guerra, è solo l’ombra del grande polo industriale che fu orgoglio dell’Unione Sovietica. Enormi costruzioni distrutte paiono i fantasmi di una gloria trascorsa. Eppure la conquista ha un valore simbolico potente.

Resta ora da vedere se i separatisti si accontenteranno dei risultati raggiunti, o se punteranno verso il porto di Mariupol, essenziale sbocco verso la Crimea. Ricordiamo che la tregua concordata a Minsk non è stata rispettata nell’enclave di Debaltsevo, mentre altrove si sta provvedendo al ritiro delle armi pesanti. Stati Uniti e UE hanno condannato ripetutamente la violazione degli accordi, senza peraltro ottenere risultato alcuno. Anche la Germania definisce l’assedio di Debaltsevo come un duro colpo alle prospettive di pace. Il Presidente ucraino Poroshenko invoca la presenza dei caschi blu dell’ONU per vigilare su un cessate il fuoco particolarmente fragile, proposta osteggiata dai separatisti.

Tutto questo mentre continuano gli sconfinamenti dei Jet russi nei cieli del Nord Europa. Un’attività anomala che va avanti già da diversi mesi e che, secondo molti, potrebbe preludere ad un tentativo di destabilizzazione delle repubbliche baltiche ex sovietiche. In proposito il capo della diplomazia inglese Michael Fallon parla di una situazione che ha già superato i confini della guerra fredda, visto che carri armati e truppe russe si trovano in Ucraina in palese violazione della sua sovranità territoriale.

Ora che la bandiera della cosiddetta Novorossia sventola sulle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, congiunte dopo la conquista dell’importante snodo ferroviario, si aspettano le nuove mosse di Vladimir Putin. Si arriverà ad una reale cessazione delle ostilità oppure le operazioni militari continueranno nel sud est del Paese? In quest’ultimo caso occorrerebbe prendere atto del fallimento definitivo di Minsk, mettendo in campo nuove strategie per una risoluzione del conflitto.

Riccardo Cenci

foto © odnoklassniki.ru

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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