Juncker: «Possibilmente entro la fine di quest’anno. Altrimenti nei primi mesi del 2016. La velocità è importante, ma la qualità e la sostanza lo sono di più»
È necessario accelerare i tempi per arrivare quanto prima ad una conclusione sull’accordo di libero scambio. Questo quanto emerso dal 23° vertice bilaterale Ue-Giappone, tenutosi in questi giorni a Tokyo. I negoziati, iniziati nel 2013, sono giunti ormai al loro decimo turno. Durante il summit il premier giapponese Shinzo Abe ha incontrato i vertici dell’Unione europea: Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione, e l’Alto rappresentante per la politica estera, Federica Mogherini.
Il vertice bilaterale ha fornito l’occasione per ribadire con forza l’importanza dell’accordo di libero scambio (Fta), oltre a sottolineare come una Economic Partnership (Epa) fra Unione europea e Giappone sia destinata a rivelarsi vantaggiosa per entrambe le parti. Juncker ha espresso con fermezza la volontà di accelerare i tempi, azzardando addirittura una deadline: «Sono fermamente convinto della necessità di arrivare il più presto possibile a un accordo di libero scambio con il Giappone – ha dichiarato il presidente della Commissione europea – Possibilmente entro la fine di quest’anno. Altrimenti nei primi mesi del 2016. La velocità è importante, ma la qualità e la sostanza lo sono di più». A porre l’accento sulla sostanza, anche Donald Tusk che ha ribadito come quest’ultima «debba prevalere sulla fretta».
Dello stesso avviso, anche il commissario al Commercio Cecilia Malmstrom che, durante il suo intervento presso la Keidanren , una delle più importanti federazioni delle grandi imprese giapponesi, relativamente all’Fta ha dichiarato che «vale la pena di farlo bene». «Dobbiamo essere ambiziosi sul merito – ha spiegato la Malmstrom – nonché sui tempi. Abbiamo bisogno di un’intesa che funzioni e che ci aiuti a mettere le nostre economie sulla via della prosperità».
L’Unione europea attualmente rappresenta il terzo partner commerciale del Giappone dopo Cina e Stati Uniti, proprio per questo la conclusione dell’accordo di libero scambio viene auspicato da più parti. Eppure, nonostante le dichiarazioni e i passi avanti fatti durante il summit appena concluso, permangono ancora alcuni nodi da sciogliere. L’Ue punta infatti a ricavare dall’accordo maggior concessioni sulle barriere non tariffarie, mentre Tokyo preme soprattutto per un’abolizione dei diritti di dogana sull’import di prodotti elettronici e automobili giapponesi. A tutto questo si aggiunga la crisi economica che ha portato con sé, negli ultimi anni, un rallentamento della crescita con un conseguente calo di scambi commerciali: secondo i dati diffusi dall’Eurostat, infatti, nel 2014 le esportazioni Ue sono diminuite dell’1%, mentre le importazioni del 4%.
Elodie Dubois
Foto © 2015 European Commission