Irlanda, il Green Party torna in pista. Come spiega il leader Ryan

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L’estate non ha rallentato le iniziative del partito, dall’ecosostenibilità alla cultura. Ma anche i piani di sostegno e promozione del gaelico

Il 23 luglio il leader del Green Party irlandese, Eamon Ryan, ha lanciato la campagna del partito per le prossime elezioni politiche, la manifestazione si è tenuta in South Great George Street in serata, presso il pop up shop del gruppo politico, a Dublino. L’evento è stato solo uno dei molti organizzati in questo periodo. Il 9 luglio la stessa sede aveva ospitato un incontro cui hanno preso parte diverse associazioni sia del settore privato che di quello pubblico, attive nella pianificazione urbana sostenibile.

L’architetto Pat Barry, dell’Irish Green Building Council, ha sottolineato l’importanza della previsione dell’impatto che i nuovi edifici avranno all’interno del contesto urbano e di valutare risorse, sostenere l’accresciuta domanda di servizi ecosostenibili, potenziare la qualità del lavoro nella costruzione degli stabili, misurare la qualità dei risultati. I progetti in corso (nel quadro di Horizon 2020 a livello comunitario) riguardano benessere, qualità degli edifici, ambiente, economia, rapporto col territorio.

DSC_0368Kaethe-Burt O’ Dea ha parlato di efficienza degli edifici a partire dall’esperienza di Grangegorman, il grande campus che sta nascendo nell’ambito dell’Istituto di Tecnologia di Dublino (il DIT, Dublin Institute of Technology), un evento che, per la trasformazione urbana che sta apportando nel quartiere popolare da cui prende il nome – e che sta conoscendo una stagione di riqualificazione paragonabile a quella conosciuta da Temple Bar due decenni e mezzo fa diventando un centro culturale della città come la conosciamo oggi – è stato, ha evidenziato Kaethe-Burt O’ Dea, una occasione perchè il quartiere si esprimesse sul bisogno di maggiori spazi verdi e strutture per lo sport e per l’apprendimento, con l’aumento dell’interesse per i temi della sostenibilità e dell’alimentazione, di cui è esempio il simpatico dibattito in corso sulla moltiplicazione di progetti sociali di apicoltura.

Ian Lumley (An Taisce) è intervenuto in merito ad iniziative civiche come lo “School Project Environmental”, facendo emergere l’impatto di nuove installazioni per l’energia in territori sparsamente popolati nell’interno dell’isola, sostenendo il ruolo del coinvolgimento della popolazione e parlando dei fenomeni che stanno accelerando la dispersione demografica nell’ovest e nei casi di esclusione di piccole città storicamente rilevanti – a causa del tracciato delle strade principali e dell’accresciuto ruolo dell’automobile nella mobilità nella repubblica – a fianco di una tendenza delle aree urbane a replicare modelli americani, con quanto ne consegue in trasformazione delle abitudini di consumo e mobilità, con il declino di tradizioni di commercio locale, fenomeni peraltro accentuati dall’impatto della crisi occupazionale prima e dalla sostenuta ripresa economica ora, con la crescita di Dublino e di altri centri.

Un esempio di contrasto consapevole rispetto a questa tendenza all’urbanizzazione pervasiva è stato illustrato da Davie Philip, rappresentante di un progetto di “Community Led Development”, l’ecovillage, che comprende centoventi abitanti, una decina di imprese e cinquantacinque edifici a basso consumo di energia. Il villaggio si trova a Claughjordan e non è isolato dal centro urbano pre-esistente (vicino a Tipperary) ma, col suo cento per cento di energia rinnovabile, l’attenzione alla biodiversità e una scuola estiva con un progetto di scambio di saperi, dimostra l’interesse che la campagna irlandese genera, in dialettica con la rinnovata espansione dei centri principali e delle loro città satelliti.

Nella serata è intervenuta anche Ruth Buggie, della Sustainable Energy Authority of Ireland (SEAI) la quale ha riferito in merito al ruolo del sostegno statale per lo sviluppo di energia sostenibile da parte delle amministrazioni locali, che ha superato le aspettative dei suoi stessi promotori, dato che nel 2015 si è arrivati ad avere un leverage negli investimenti tredici volte superiore a quello ottenuto nel 2013, segno che l’ecosostenibilità dell’economia è diventato nuovamente uno dei motori della nuova crescita, dopo la contrazione che anche questo settore aveva subito in tempi di crisi. Ruth Buggie ha sottolineato anche la necessità di puntare sull’educazione all’uso dell’energia e alla sua sostenibilità.

Il 16 luglio, un interessante evento ha avuto al centro invece le sorti della lingua gaelica, ufficiale al pari dell’inglese nella Repubblica d’Irlanda, ma in costante arretramento a causa dell’uso dell’inglese in tutti gli aspetti pratici della vita quotidiana, il che rende il gaelico, parlato ormai come prima lingua solo dal cinque per cento della popolazione (prevalentemente in aree situate nell’estremo ovest del Paese) anche se tutti gli altri lo conoscono, a livello grammaticale, avendolo imparato a scuola dove è obbligatorio, come negli atti e documenti ufficiali e istituzionali, nella segnaletica, perfino nei nomi delle strade indicati in doppia lingua e in una rete televisiva pubblica, TG4.

Il leader del Green Party, Eamon Ryan, intervenendo sulla questione e lanciando il nuovo sito web bilingue www.comhaontasglas.ie ha dichiarato che nell’attuale situazione il Gaeltacht (l’insieme dei territori dove ancora questa lingua nelle sue varianti è utilizzata quotidianamente) vedono declinare l’uso del gaelico. «Una lingua si estingue nel mondo ogni due settimane» – ha affermato Eamon Ryan – «ed esiste un rischio concreto che l’irlandese ci lasci in questo secolo se non prendiamo provvedimenti subito». Nel 2010 il Green Party ha dato un contributo importante all’approvazione di un piano ventennale per conservare e promuovere il gaelico, sulla scia di esperienze riuscite in altri Paesi. Seán Ó Buachalla, che si occupa del Green Party Irish Language Group, ha espresso soddisfazione per i risultati che l’impegno del partito in favore dell’uso del gaelico sta apportando, mentre Rónán Ó Domhnaill, che cura la conservazione della lingua irlandese per il partito, ha detto che il governo non sta prendendo abbastanza sul serio il tema. Il Green Party era stato molto ridimensionato nelle elezioni del 2011 (a seguito della alleanza di governo con il Fianna Fáil) nelle europee e nelle elezioni locali del 2014 ha dimostrato nuovamente una vitalità che dovrebbe riportarlo a giocare un ruolo importante a livello nazionale a partire già dalla prossima legislatura.

Aldo Ciummo

Foto © Aldo Ciummo

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Aldo Ciummo
Giornalista e fotografo specializzato in questioni del Nord Europa e dell’Unione europea, ha vissuto a lungo in Irlanda. Da free lance viaggia spesso nei Paesi scandinavi e scrive in inglese su testate internazionali, tra le quali “Eastwest”, o in italiano per "Eurocomunicazione" e “Startupitalia". In seguito alla laurea in Scienze della Comunicazione presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha studiato Relazioni Internazionali alla Fondazione Lelio e Lisli Basso e Fotografia all’ISFCI a Roma.

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