L’Europa e “Le porte socchiuse del cielo”

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Grande successo al teatro San Pio di Roma per la piece teatrale di Claudio Aufieri incentrato sulla risurrezione cristiana. Il regista azzarda un parallelismo con Eurocomunicazione

L’Europa socchiude le porte del cielo e si ritrova sempre più secolarizzata. La forza della religione non aiuta più la convivenza tra gli europei.

E la risurrezione di Gesù appare una festa che non viene penetrata più da molti cittadini del Vecchio Continente. A rievocare questo evento straordinario per tutta l’umanità ci riprova il regista Claudio Aufieri con la sua piece teatrale “Le porte socchiuse del cielo” in scena in questi giorni con grande successo al teatro San Pio di Roma.

DSC_0094Lui europeista convinto dichiara a Eurocomunicazione: «L’Europa deve riscoprire le sue radici cristiane dimenticate. Per questo un evento come la risurrezione di Gesù» – continua il regista – «è un fatto su cui ogni cittadino europeo deve riflettere per riscoprire l’unità e la bellezza del vivere in un Vecchio Continente in cui prevalga l’unione e la riflessione sul futuro e non la sopraffazione».

E se l’Europa deve svilupparsi e rinnovarsi attraverso le giovani generazioni, Claudio Aufieri porta in scena con “ Le porte socchiuse dal cielo” tanti giovani cittadini europei in erba. I personaggi che interpetano si sono tutti trovati ad un passo, ad una parola, ad un gesto per essere anche loro protagonisti della vicenda di Gesù. Hanno avuto l’occasione di varcare le porte del Cielo, che erano rimaste “socchiuse” per loro: sarebbe bastata un po’ di attenzione in più, un pizzico di coraggio, forse anche un residuo di spavalderia o di incoscienza. Ma non ce l’hanno fatta! E sono lì, che aspettano il ritorno di Colui che non hanno capito bene nemmeno cosa fosse venuto a fare.

La moglie di Simone (Caterina Tabolacci), che Gesù chiamerà Pietro e su cui fonderà tutta la sua chiesa, ospita il Figlio di Dio nella sua casa, lo vede ma non è vista, lo sente parlare ma non riesce a dirgli alcuna parola, per un momento è lì lì ad essere toccata dal Salvatore ma il suo pudore fa sì che ciò non accada. Il primo atto termina con il ricordo delle nozze di Cana e la vicende di un oste (Francesco Lavorgna) che è testimone del miracolo ma non riesce ad afferrarne l’importanza.

DSC_0194Commenta ancora ad Eurocomunicazione Claudio Aufieri: «Questi personaggi che ho portato in scena non hanno capito l’importanza di Gesù proprio come molti cittadini del Vecchio Continente non hanno compreso l’importanza di un’Europa unita. Tutti i personaggi sono osservati mentre si macerano per l’occasione perduta ma, ognuno a suo modo, sono giunti a credere e sperano nel ritorno del Redentore che li salverà. Tutti. E forse l’Europa potrà salvarsi solo se si riscoprirà unita ed eurocentrica altrimenti tutti i cittadini dei 28 Paesi dell’Unione europea si macerereranno per questa occasione persa. E allora il redentore dell’Europa deve essere lo spirito europeista e in questo la religione può aiutare. Così le porte socchiuse del cielo si apriranno a tutti».

Il regista Claudio Aufieri, dopo trent’anni di esperienza teatrale, ne è fermante convinto ed è questo il messaggio che lancia con il suo spettacolo.

 

Ludovico Stella

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